“Com’è andata a lavoro?”
Glielo chiede Simone, dopo circa una mezz’oretta dal suo rientro a casa, mentre Irene è nella sua cameretta a giocare e loro preparano la cena e apparecchiano la tavola.
Era stato difficile questo lunedì, soprattutto dopo la domenica appena trascorsa, ma Manuel sembra essere stato schiacciato da un treno. Talmente tanto, che Simone ha il terrore che possa essere successo di nuovo qualcosa.Si maledice, perché si rende conto che la possibilità di perdonarlo al momento è ancora troppo lontana: se dubita che possa essere successo di nuovo, non si fida di lui. E questa cosa lo distrugge, perché Simone si è sempre fidato ciecamente di Manuel.
“Insomma… non è stata una giornata facile”
“Mi devi dire qualcosa?” non lo guarda in faccia, lo osserva solo con la coda dell’occhio mentre apparecchia.“No, perché?” adesso Manuel l’osserva, ci pensa un attimo e poi ride nervoso lasciando la forchetta con cui stava girando la carne.
“Sono sotto esame, quindi?”
“Ti ho solo chiesto se è successo qualcosa”
“No, stai indagando come se avessi potuto fare chissà cosa”
“Abbassa la voce, che ci sente…”Manuel prende un respiro, prima di abbassare la voce e guardarlo.
“Non ho fatto un cazzo, se è quello che vuoi sapere. Sono stanco perché mi hanno sfondato di lavoro e perché ho fatto un errore che, per quanto sia rimediabile, sai quanto mi dia fastidio fare.”
“Ok… scusa.”
“Scusa un cazzo, Simò”
“Senti, ma che vuoi?”
“Che voglio? Niente. Non voglio niente. Ma è già tutto difficile, già vorrei spaccare tutto quando mi rendo conto che non siamo più quelli di prima, potresti almeno non fare lo stronzo con me? Te l’ho già chiesto una volta, per favore.”“Io non mi fido più di te, tu questo lo capisci? E capisci quanto mi distrugge, questa cosa? Per me è sempre stato impensabile non fidarmi di te.”
“E allora torna a fidarti di me, perché in quattordici anni penso di averti deluso una sola volta, e lo so che è già tanto e che non avrebbe dovuto succedere, ma è successo e tu non capisci quanto vorrei spaccarmi la faccia da solo per questo.”
“Non lo posso fare dall’oggi al domani a comando. Se potessi, pensi che non l’avrei già fatto?”“Non lo so. A volte sembra tu voglia ricordarmi a tutti i costi quanto sono stato una merda, e lo posso anche capire da una parte. Però, davvero, così non facciamo mezzo passo in avanti”
“E perché dai per scontato che debba essere fatto, questo passo in avanti? Tu non prendi in considerazione che possa non tornare tutto più come era prima?”“No, non lo prendo in considerazione perché non esiste una vita in cui io e te non stiamo insieme e non ci amiamo. E lo sai anche tu, che è vero. Così come sai quello che vorresti da me ogni secondo che passiamo vicini; pensi che non lo percepisca? È tutto quello che voglio pure io, perché io e te siamo questi. Io e te siamo due cazzo di calamite, lo siamo sempre stati, lo saremo sempre. E va bene, se hai bisogno di tempo o se deciderai di non perdonarmi. Però non mentire a te stesso”
“Pensi che io ti stia mentendo per fare la parte del sostenuto?”
“No, non penso questo. Ma penso che dentro di te tu lo sappia, che passerà”
“Sai qual è il punto? Che tu non lo sai, cosa vuol dire. Perché tu da me non hai mai ricevuto una mezza delusione, mai. Non t’ho mai fatto sentire qualcosa di diverso rispetto al centro di tutta la mia vita; e invece io, con te, mi sono sentito sostituibile. E non mi interessa se per due, tre, cinque minuti.”Manuel vorrebbe rispondere, vorrebbe dirgli che lui non è mai stato sostituibile e non lo sarà mai, ma la voce di Irene li interrompe.
“Papà Manu! Vieni?”
“Vai…” lo invita ad andare, perché non ha più intenzione di continuare quel discorso e soprattutto perché Irene ha la priorità su tutto.
“Arrivo!” alza la voce, prima di guardare Simone e sussurrargli un “Controlla la carne” che nel frattempo è stata abbandonata sui fornelli.
“Dimmi, amore!” sorride sinceramente davanti a quegli occhi verdi, come se tutto il dolore fosse in grado di sparire davanti a lei.
“Ho fatto una cosa per sbaglio, però è solo per sbaglio lo giuro” il sorriso gli si spegne, perché vede Irene terrorizzata.
“Amore, che è successo?”
Sposta le mani dal tavolino sul quale stava disegnando, e anche il foglio pieno di disegni.“Si è spostato il colore e ho fatto questo”
“Hai sporcato il tavolino, dici?”
“Sì. E le mani.”Le sorride, anche se vorrebbe piangerle in faccia per quanto provi tenerezza per quel terrore rimasto dentro di lei.
“Amore, non è successo niente. Stai tranquilla, questo si pulisce e anche se non dovesse andare via andrebbe bene lo stesso. È solo un tavolino”
“Non sei arrabbiato?”
“Non sono arrabbiato, te lo giuro.”
“E papà Simo? Si arrabbia?”
“Nemmeno lui, si arrabbia. Vuoi vedere?”Lo guarda muovendo appena la testa per annuire.
“Simo… vieni un attimo?”
Li raggiunge, preoccupandosi per la faccia di Irene.“Che succede?”
“Niente di grave, tranquillo. Allora. Irene pensava che ci saremmo arrabbiati per il tavolino sporco di colori. Le ho già detto che non fa niente, e che è solo un tavolino”
“E le mani”, aggiunge lei.
Simone fissa quelle labbra un po’ piegate, come fossero l'inizio di un pianto, e le sorride esattamente come sta facendo Manuel, nonostante l'apprensione per quella reazione che non avrebbero mai voluto vedere.
Si siede a terra accanto a lei, che è sulla sediolina, e anche accanto a Manuel.
“Ma lo sai che quando ci si diverte e non si fanno le cose apposta non fa niente, se si fa qualche pasticcio? Ti ricordi quando hai fatto i biscotti con papà Manu?”
Lei annuisce, lasciandosi prendere la manina ferma sul tavolino.“A lui che era successo?”
“Aveva fatto un casino grande con la farina”
“Perché è pasticcione, ma è capitato così come a te è capitato di sporcare il tavolino o le mani. Si pulisce, poi. Non fa niente, Ire, non l'hai fatto apposta. Succede, soprattutto a chi disegna bene come te! Posso vederlo?” chiede, indicandole il foglio.
“Sì, è il mare. E questa sono io, questo sei tu, quest'altro è papà, questo Jaco” indica sul foglio delle figure non proprio distinguibili, ma dopo la sua spiegazione sembra essere tutto più chiaro.
“È bellissimo e tu sei bravissima!” La vedono rilassarsi e aprirsi in un sorriso, prima di scendere dalla piccola sedia e tuffarsi tra di loro, con un braccio attorno al collo di Simone e uno attorno a quello di Manuel.
La riempiono di baci, facendola anche ridere per quanto siano continui e forti, come a voler cancellare quelle due cicatrici che porta ancora sulla schiena e dentro di sé.
“Io e papà ti vogliamo un mondo di bene e non devi mai avere paura di dirci qualcosa, ok?” sussurra Manuel mentre Irene annuisce, senza staccarsi da quell'abbraccio in cui riesce a sentirsi al sicuro.
Simone lo guarda, talmente in modo intenso che Manuel si sente bruciare. Non ha niente a che vedere con la passione o tutto quello che prova di solito; ha a che vedere con un tipo di amore così puro e senza paragoni, che sente anche di avere tutto sotto controllo quando sono loro tre così e insieme."Torneremo ad avere più tempo e a camminare per le strade che abbiamo scelto, che a volte fanno male, per avere la pazienza delle onde di andare e venire"
***
Buongiorno, abbiate fede. Questi tre sono indistruttibili ❤️
A.
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No Hero [Simuel]
FanfictionUn matrimonio messo a dura prova da un errore che sembra insormontabile. Ogni giorno, pezzetto dopo pezzetto, Simone e Manuel dovranno cercare di rimettere in piedi tutto quanto.