21) Babbo Natale esiste

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“Ti giuro zio, il gatto poi ha fatto una puzzetta”
“Puzzolente come quelle di papà Manu?”
“Papà non fa le puzzette”

Jacopo ride per quello sguardo accusatorio, forse sinceramente per la prima volta dopo tre giorni pieni di sorrisi di circostanza.

“Brava, amore! Diglielo, che papà è un principe!”
“Sì, papo è un principe. Tu le fai, invece?”

“Ogni tanto. Secondo me le fai pure tu, anche se non lo dici”
“Non è vero, io non le faccio. È vero, papi?” guarda Simone, adesso, che ride e annuisce a sua figlia terrorizzata alla sola idea che si sappia una cosa del genere.

“Verissimo. Dai, mangia. Non starlo a sentire, lo zio. Dice cavolate, a volte”
Irene sbuffa, fissando le zucchine nel piatto che non ha mai nemmeno assaggiato, ma se sono verdi vuol dire che non promettono niente di buono.

“Dai, ti aiuta zio. Le devi solo assaggiare, poi se proprio non ti piacciono le lasciamo nel piatto. Pronta?”
Prepara la forchetta con un pezzo di zucchina, allontanando il braccio più che può.

“L’aereo sta decollando, signorina Irene. Ha allacciato le cinture?”
“Sì!”
“E allora pronti! Uno… due… arriva!”

Manuel sorride, prima di avvicinarsi a Simone e sussurrargli all’orecchio. “Questo appena gli  nasce il figlio ce lo ritroviamo più rincoglionito di adesso”.

Simone ride e annuisce, completamente d’accordo con quell’affermazione.

“Come sono?”
“Non sono buonissime…”
“Ma?” chiede Simone, speranzoso. Sa che non può obbligarla a mangiare ciò che lui vorrebbe, ma ci tiene talmente tanto, al fatto che Irene possa quantomeno assaggiare un po’ tutto, che già questo gli sembra una vittoria.

“Non sono bruttissime”
“Oh, vedi? Allora, se ti vanno, mangiane un altro po’…”
“Ok, da sola però! E poche”
Recupera la forchetta dallo zio, e si appresta a mangiare da sola per dimostrare quanto sia grande e coraggiosa, non solo a mangiare una cosa verde ma addirittura senza l’aiuto di nessuno.

“Scusate, prima che mi dimentichi. Non penso ve l’abbiano già detto perché ormai hanno il terrore di rompere, ma Natale si fa in casa Balestra e Anita ha detto che prepara tre dolci”

“Oddio, un incubo…” Manuel non ne può più, vorrebbe solo non doverci nemmeno pensare al Natale perché ogni anno gli viene ansia per i preparativi a cui lui non vorrebbe partecipare ma viene costretto da Simone che gli ricorda che tanto il peggio c’è nei giorni che precedono il Natale. Poi passa tutto.

“Tu Ire hai già scritto la letterina a Babbo Natale?” le chiede Jacopo, ricevendo un’espressione rabbuiata come risposta.

“Io non la posso fare perché Babbo Natale non riesce ad arrivare a casa mia” alza un po’ le spalle, sconsolata, mentre Manuel e Simone si guardano e vorrebbero sprofondare all’istante.

Si sentono entrambi inadatti, anche se non se lo dicono. Sono stati talmente tanto presi dal resto, che non si sono minimamente preoccupati di informarsi su come Irene avesse passato i precedenti Natali.
L’avrebbero dato per scontato, chiedendole cosa volesse da Babbo Natale tra qualche giorno, con poco preavviso.

Non lo sapevano che quella è la scusa che le è stata messa davanti fino ad ora e vorrebbero davvero maledirsi, perché quello sguardo triste non sono disposti a vederlo su una bambina così piccola che dovrebbe solamente sognare tanto e ricevere tutto l’amore del mondo.

Jacopo cerca aiuto nei loro sguardi, ed è Simone a interrompere quel silenzio che è calato a tavola.

“Ma tu non hai pensato a una cosa, amore”
“Cosa?”
“Hai cambiato indirizzo. Sai cos’è l’indirizzo?”
Lei scuote la testa.

No Hero [Simuel] Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora