19) No Hero

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"Don't you shut your eyes, don't hide your heart behind a shadow
'Cause you can count on me as long as I can breathe, you should know
I'll carry you through the night, through the storm
Give you love, only love in return"



“Ehi”
A Manuel era mancato così tanto, sentirsi salutare così al rientro di Simone da lavoro.
A volte, negli ultimi mesi, era tornato a farlo ma con un tono diverso da quello che ha usato stasera caratterizzato da una dolcezza che solo suo marito, in tutta la sua vita, gli aveva riservato.

“Ehi, ciao…”
Simone si guarda attorno, quasi furtivo. Guarda Manuel ai fornelli e fissa i due piatti già pronti sul tavolo ben apparecchiato.

“Ma Irene?”
“Irene è da mia madre, ha detto che se non ha paura dorme con lei altrimenti poi ci avvisa e ce la riporta”
“Sicuro che ce la riporta? O ce la dobbiamo andare a riprendere?” è disperato alla sola idea di uscire dalla tuta che metterà subito dopo la doccia.
Manuel ridacchia, girando qualcosa nella pentola. “Tranquillo, al massimo vado io”

“Ma che stai cucinando?” si avvicina, fermandosi dietro di lui e sfiorandogli appena un fianco con la mano.

“Adesso sto cuocendo la zucca! Devo farci degli gnocchi al forno spettacolari!”
“Ti sei dato ai fornelli?”
“Visto che mangi sempre insalatone a pranzo, ti devo pur tenere in vita”
“E il gorgonzola che vedo lì è pure per tenermi in vita, o per il colesterolo?”
“Ao, Simò! Vuoi na roba da ospedale o te fidi?” gira e alza leggermente la testa, trovando il viso di Simone vicinissimo e con un piccolo sorriso sulle labbra.

“Mi fido, mi fido…” sospira su di lui, facendo ricadere lo sguardo su ogni parte del suo viso. Gli guarda le labbra, poi gli occhi, poi di nuovo le labbra, poi il naso per cercare di non destare troppi sospetti anche se è già troppo tardi.

Perché pensa che il piano cottura non sia affatto male per fare sesso, e vorrebbe farne tanto. Tantissimo.

“Vado a fare la doccia, poi ti do una mano”
Manuel annuisce, rinsavendo da quella situazione che lo ha destabilizzato come ogni volta. E sorride appena Simone gli lascia un bacio sulla guancia, nel vano tentativo di porre fine a un qualcosa che non avrà mai fine.

Ci pensano continuamente, a quella voglia frenata, rimandata come se si trattasse di un qualcosa da dover ignorare per motivi che ormai nemmeno più Simone riesce a comprendere.
Lui ci pensa in doccia, ci pensa mentre lascia che l’acqua cada dal soffione dalla testa ai piedi; riesce a mettere da parte tutto solamente quando chiama suo fratello per chiedergli come sta, ma poi torna quella sensazione prepotentemente, nonostante resti da parte.

“Che dice?” chiede, riferendosi a Jacopo dopo aver sentito la chiamata.
“Che lei vuole tenerlo. E vuole ancora ammazzarsi, ma a sto giro ha detto che vuole lanciarsi a piedi in mezzo al raccordo così magari qualcuno lo stende.”
“Beh, almeno ha cambiato modalità.”
“Seh. Gli ho detto che sarei passato a casa, ma va a bere una birra con Matteo” Sbuffa, seriamente preoccupato per lui. E si avvicina a Manuel, in cerca di un conforto come se quel problema fosse totalmente anche suo.
Come un bambino che reclama un abbraccio, un gesto d’affetto, qualsiasi cosa che possa allontanare i pensieri negativi.
Trova tutto questo in suo marito, che non esita nemmeno un attimo ad appianare quella sensazione.

“Adesso è ancora troppo scosso, appena metabolizza vedrai che si riprende un po’”
“Non lo so… non l’ho mai visto e sentito così a pezzi. È una cosa più grande di lui, non è in grado.”
“Ma sì, che è in grado. Deve solo capire che ormai non può farci niente, è successo.”
“Ma ce lo vedi? Quello gioca ancora a fare l’eterno ragazzino, s’è innamorato mezza volta in vita sua e gli è andata di merda. Sta ancora a casa di mamma e papà e vorrebbe divertirsi continuamente, ti giuro lo prenderei a schiaffi”
“Va be ma sta ancora lì perché tanto ha sempre fatto quello che gli pareva, tuo padre e tua madre stanno sempre giù, praticamente il piano superiore è casa sua. E poi è di comodo, non è che non sia in grado. Non ti puoi preoccupare pure per questo, adesso. Ha trentatré anni, non è un bambino.”

No Hero [Simuel] Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora