15) Ancora tu

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Questo capitolo non era previsto per stasera, ma oggi ve lo siete meritato perché sono molto feliciotta per tutto l'amore che state dando a questi tre❤️
Grazie, vi lascio un po' di dolcezza.
A.

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Simone è sul divano, in tuta, e ha cambiato posizione almeno quindici volte nelle ultime tre ore; Manuel, invece, è rimasto in piedi davanti a lui per esporre quel discorso che sa bene subirà per forza dei piccoli cambiamenti durante il congresso, ma che ora sente di dover conoscere alla perfezione.

Per questo cammina su e giù accanto alla finestra, con le occhiaie marcate e la disperazione di chi si è pentito amaramente di aver accettato questa cosa ormai due mesi prima. In realtà ne è felice, ma il suo problema più grande è sempre stato ciò che precede tutto quello che gli provoca ansia.

Simone non ha la completa idea di ciò che Manuel dice, ma di quello quest'ultimo non è preoccupato minimamente. Non ha paura di dire cose sbagliate, ma di dirle male. E Simone deve interromperlo quando percepisce incertezza.

E l'ha fatto, almeno quattro o cinque volte, dicendogli "Non lo so, non mi convince questa parte", per poi pentirsene il secondo dopo perché quell'interruzione voleva dire far ricominciare Manuel dall'inizio.

"Ok, finito." resta fermo davanti a lui, in attesa di un responso. "Che è sta faccia, Simò?" è preoccupato, perché Simone lo sta guardando in un modo strano, come se fosse andata malissimo.

"Oh!"
Adesso Simone sorride, e Manuel vorrebbe darsi del coglione da solo perché lo doveva immaginare che suo marito avrebbe potuto far finta, almeno per un attimo, che fosse un disastro.

"Va bene, Manu. Va benissimo. Non ho capito tre quarti delle cose, ma sei stato perfetto"
"Non è noioso?"
"Non è noioso. A sto giro non hai nemmeno gesticolato tanto come la prima volta"
"Me le devo tagliare, ste mani..." sbuffa, avvicinandosi al divano sul quale ormai Simone è steso.

"Fammi spazio, che mi tremano le gambe"
"Hai fatto sotto e sopra in questi due metri per più di tre ore. Magari questo non farlo"
"No, lo so. Sposta qua..." gli dà una pacca su una coscia, facendosi spazio all'altezza delle gambe di Simone che adesso sono schiacciate dalla sua schiena. Non ha minimamente pensato di dover mantenere la distanza, Manuel. Ha solo fatto quello che ha ritenuto normale fare in tutti questi anni.

"Grazie, comunque. Poi magari il giorno prima ti rompo un'altra volta e poi giuro la smetto"
"Non mi rompi, Manu." lo rassicura con lo sguardo, facendo sorridere Manuel che stava già andando in agitazione.
"Ok... ma grazie lo stesso, senza di te avrei battuto la testa contro il muro"
"Ma smettila... a parte il fatto che avresti potuto ripeterlo a chiunque" lo dice tranquillo, quando in realtà sta solo cercando la conferma di ciò che lui stesso ha detto a Jacopo il giorno prima. Non sa bene il perché, ma sente di averne bisogno.

"Ma sei pazzo?"
"Perché?"
"Perché lo sai, che non lo farei. Io ho bisogno di sentirmi tranquillo e con la possibilità di sbagliare anche cento volte senza vergognarmi o sentirmi giudicato"
"Ma guarda che io ti giudico..."

Manuel gira lo sguardo verso di lui, osserva quell'espressione dolce ma allo stesso tempo da schiaffi di suo marito che, ne è sicuro, è in cerca di sicurezze.

"Non mi giudichi, e comunque anche se lo facessi sarebbe diverso"
"Perché diverso?"
"Perché con te è sempre diverso, e tu potresti vedermi anche nella peggiore delle condizioni." lo asseconda, gli da' tutto ciò di cui ha bisogno.

No Hero [Simuel] Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora