"Non ti accorgi Diavolo, che tu sei bella come un Angelo?"La scuola, un luogo dove ogni insicurezza e ogni dubbio dovrebbe essere risolto. Quando sono entrato dentro la mia nuova scuola è stato tutto confuso. Gente che correva da una parte all'altra del corridoio e chi inseguiva i primi per dirgli che non si corre nei corridoi. Sono riuscito a raggiungere il mio armadietto, il numero 33. Ho svuotato tutti i libri che avevo dentro lo zaino lasciando solo quelli che mi servivano per le prime 4 ore, dopo ho chiuso l'armadietto e mi sono diretto in classe in anticipo. Prima ora matematica, per me una materia semplice dopo tutta la mia esperienza con mio padre. Suonata la campanella tutti i ragazzi interessati sono entrati in classe classe. Ogni ragazzo che mi è passato accanto mi ha squadrato dalla testa ai piedi con sguardi minacciosi o curiosi, dipende dalla persona che mi guardava. Quando tutti si sono seduti io mi sono ritrovato solo al primo banco, ho dato una leggera sbirciatina dietro le mie spalle e ho visto tutti bisbigliare qualcosa all'orecchio dell'altro. All'improvviso il professore di matematica entrò e dopo varie presentazioni di se stesso mi presentò alla classe:
<<Lui è Eric Dawson, il vostro nuovo compagno di classe spero che lo accoglierete come si deve>> ho fatto un saluto con la mano e quando stavo per tornare al posto la porta si spalancò facendo entrare una ragazza senza fiato.
<<Signorina Williams vedo che tornano le vecchie abitudini?>>
<<Mi scusi professore, non succederà più>>
<<Questa l'ho già sentita>>
Durante questo battibecco io andai lentamente a sedere al mio posto per poi cercare un altro posto per Emily, ma l'unico era accanto a me e proprio là si è seduta Emily.
<<Buongiorno Eric Dawson>> ha detto sistemando la sua roba sbuffando un pò.
<<Ti ho portato questa>> ha detto poco dopo che il professore ha iniziato a spiegare. Mi mette nella mano una caramella al cioccolato, una delle mie preferite e a quel gesto sorrido.
<<Come sapevi che eravamo in classe insieme?>>
<<Non lo sapevo>> ha detto seguendo la lezione.
Ogni giorno è sempre la stessa storia, io che arrivo in anticipo, gli sguardi minacciosi e curiosi dei miei compagni, Emily che arriva in ritardo e che mi porta la caramella al cioccolato, tranne oggi, oggi è tutto diverso. La sveglia mi suona in ritardo, perciò non tempo per farmi ne doccia e ne di fare colazione, mi devo arrangiare. Arrivo a scuola quando la campanella suona, stavolta i miei compagni non mi degnano di uno sguardo ed il professore è in ritardo. Emily viene subito dopo Michelle con il cappuccio della felpa rialzato, le cuffie alle orecchie e i libri nelle braccia. Si siede facendo abbastanza rumore e non mi prende la mano per darmi la mia caramella. Per tutta la giornata nessuno fiata tranne il professore. Questo silenzio è un'agonia ed è più tosto strano per me visto che ogni giorno convivo con i miei pensieri in silenzio. I miei pensieri sono tutti rivolti a lei in questo momento, perché è silenziosa? Perché non è truccata, come si sa truccare lei? Perché non si toglie le cuffie dopo tutti i rimproveri del professore? Perché non mi degna di uno sguardo? Perché? Perché? E ancora perché? Perché non faccio altro che pensare a lei?
Quando la campanella suona vedo lei scappare dalla classe, silenziosamente la seguo. Supera gli armadietti e posa tutto lo zaino tranne il telefono con le cuffie per poi guardarsi intorno e uscire da scuola, la seguo. Cammina fino ad arrivare al parco e si siede su una panchina, la più malandata panchina che c'è in questo enorme parco. Aspetta là fino a quando un ragazzo le si avvicina, lei istintivamente si toglie le cuffie e getta il telefono nella panchina. Mi avvicino ancora di più per capire chi è il ragazzo con cui sta parlando ora. E' Caleb.
Non riesco a sentire bene ciò che dicono ma per quel che capisco dal labiale e dai gesti stanno litigando. I miei occhi vedono un cespuglio proprio accanto alla panchina, perciò quando trovo l'occasione mi sposto dall'albero in cui sono nascosto e vado nel cespuglio dove si vede e si sente tutto.
<<Non c'è la faccio più, Emily!>>
<<Tu, tu non c'è la fai più? Ed io che dovrei dire?>> urla Emily avanzando vero di lui.
<<Ti ho trovato a letto con lei, cazzo con la mia migliore amica e tu dici che non c'è la fai più! Fottiti Caleb!>> grida ancora più forte per poi spintonare Caleb con tutta la forza che ha in quel bellissimo corpo.
<<Fanculo Emily Williams!>> prende le sue cose e lascia sola Emily che quando vede allontanare Caleb scoppia a piangere. Esco dal mio nascondiglio e mi siedo accanto ad Emily e quando se ne accorge cerca di nascondere le sue lacrime da me.
<<Che ci fai qua?>> dice cercando di riprendersi.
<<Ma niente di che passeggiavo, ammiravo gli scoiattoli e gli uccelli>>.
<<Non ci sono scoiattoli qui>>.
<<Ah davvero? Allora chissà cosa mi ha morso>> dico guardandomi il dito cercando di farla ridere e forse ci sono riuscito.
<<Smettila!>> dice spintonandomi leggermente col gomito.
<<Allora che succede?>> dico come se non avessi sentito niente.
<<Allergia>> dice tirando su con il naso.
<<Mh facciamo finta che ti ho creduto. Quando sarai pronta di parlare io sono qui, sta tranquilla che qualunque cosa sia si risolverà con uno schiocco di dita>> dico facendomi per andarmene.
<<Tu sai schioccare le dita?>> dice prendendomi la mano.
<No>> le do un bacio sul dorso della mano e me ne vado dal parco.
Il giorno dopo torna tutto normale: io che arrivo in anticipo le occhiate dei miei compagni ed Emily che viene in ritardo. Solo che questa volta la caramella l'ho portata io.
<<Dammi la mano>> dico. Le prendo la mano e le appoggio sul palmo della mano la caramella al miele che le piace tanto. Lei mi accenna un sorriso e torniamo a seguire la lezione o cosi dovrebbe essere, in verità è che non riesco a smettere di guardarla sorridere. Le lezioni finiscono anche oggi e mi sto accorgendo che la scuola di mio padre e questa non sono cosi tanto diverse, mancano solo le punizioni e poi è uguale. Ah dimenticavo c'è un'aula dedicata a ciò.
Vado nel mio dormitorio e ancora una volta mi arriva il messaggio di Stella. Non so cosa mi è preso quel giorno, io non amo Stella, io non la voglio abbracciare come voglio abbracciare lei. Tutto è stato uno sbaglio, un orribile sbaglio per dimenticarla. Cosa può fare l'amore? Un altro messaggio mi arriva ma questa volta è di mio fratello.
Da: FratellinoA: Giacomo
"Chiamami è urgente!"
Compongo subito il numero di mio fratello e quando gli squilli cessano inizio a parlare:
<<Ehi fratello!>>.
<<Giacomo, grazie al cielo hai ricevuto il mio messaggio>>.
<<Dimmi tutto>>.
<<Intanto, come vanno là le cose?>>.
<<Diciamo, la scuola è simile a quella che ci faceva papà ma ci sono abituato>>.
<<Mi fa piacere, qui senza di te tutto è una palla>> dice con tono triste.
<<E Paolina? Come sta?>>.
<<Bene, anche a lei manchi e tanto>>.
<<Dille che mi manca anche lei>>.
<<Le porterò il solito saluto da lontano>> dice ridendo seguito da me.
<<Ora passiamo alle cose serie, ti devo dire una cosa che non ti piacerà per niente>>.
<<Spara>>.
<<Papà sta per venire da te>>.
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Il Giovane Favoloso.
RomantikOggi voglio raccontarvi una storia diversa. Quasi tutti noi almeno una volta abbiamo sentito parlare di Giacomo Leopardi. Sarà proprio lui il protagonista di questa storia. Vedrete un Giacomo Leopardi impegnato alla scoperta della vita nella Seattl...