Dolore

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"I momenti migliori dell'amore sono quelli di quieta malinconia, dove tu piangi e non sai di che"

Quando tutto sembra andare per il verso giusto succede sempre qualcosa che il giusto verso fa perdere. 
Quando mio fratello mi disse che fra tre giorni nostro padre sarebbe venuto in America per cercarmi, tutto intorno a me si è spezzato in mille pezzi. Tutto quello che ho costruito e che ancora devo costruire l'ho visto andare in piccoli, minuscoli pezzettini. 


<<Che vuoi dire? Spiegati meglio!>> dico alterandomi.


<<Non posso spiegarti ora! Nostro padre da quando te ne sei andato è sempre arrabbiato ed ora sta venendo, devo salutarti>>


<<No, aspetta non puoi...>> non riesco nemmeno a finire la frase che la chiamata si chiude.
 Non può, non può succedere veramente, tutto questo è solo un bruttissimo incubo. La stanza comincia a girare e gli occhi non riescono più a distinguere i colori, tutto è nero, tutto è un nero che gira, gira e rigira. La mia testa sta per esplodere, non riesco nemmeno ad aggrapparmi alla scrivania accanto a me e subito mi ritrovo a terra. Il pavimento è freddo, nero e freddo. Mi prendo la testa tra le mie mani sperando che tutte le voci dentro cessino: Mio padre sta per venire qui! Non voglio tornare a casa! Emily cosa penserà di questo? Non voglio essere picchiato ancora, e se la facessi finita prima? 
Ancora domande, domande senza risposte mentre tutto continua ad essere nero e freddo. La mia mente ed il mio corpo non c'è la fanno più e finalmente il rumore alla testa cessa.



<<Eric... la porta è aperta, possiamo entrare?>> 


<<Eric!>>


<<Dio, Eric svegliati per favore>>


<<Dobbiamo chiamare qualcuno, per favore Daniel muoviti!>>
Di colpo riesco a distinguere due figure sedute a terra accanto a me e lentamente apro gli occhi che riescono di nuovo a distinguere i colori.


<<Sto bene, non c'è bisogno di chiamare nessuno>> dico cercando di alzarmi ma il dolore alla testa è troppo forte che subito ricado a terra.


<<Tu non stai bene>> 


<<Ho detto che sto bene!>> la mia voce cambia, è più rude non mi riconosco neanche. Piano piano mi siedo da solo sul letto mentre i due mi guardano passo dopo passo.


<<Che ci fate qua?>> dico cercando di bere il bicchiere pieno d'acqua sul mio comodino.
<<Dovevamo portarti la tua busta paga e poi avevamo pensato che sarebbe stato divertente passare una serata tutte e tre>> dice Daniel passandomi la busta con il mio stipendio. Lo ringrazio silenziosamente e poi apro il cassetto dividendo i soldi per ordine di bisogno: tasse varie, retta della scuola, macchina, soldi per il futuro.


<<Avevamo di pensato di prendere due pizze e di vederci Harry Potter>> mi spiega Emily sedendosi accanto a me nel mio letto.


<<Cos'è Harry Potter?>> azzardo a domandare.


<<Amico, non sai cos'è Harry Potter?>> faccio segno di no con la testa mentre lentamente cammino verso la cucina per prendere una bustina per il forte mal di testa. Quando sono davanti al tavolo mi accorgo del bicchiere rotto. Un'ora prima mentre ero al telefono con mio fratello stavo bevendo un pò di birra e dopo la famosa notizia la birra è finita per terra.


<<Harry Potter è la migliore saga mai esistita!>> dice entusiasta Emily al di là della cucina. I miei occhi sono fissi al bicchiere rotto mentre la mia testa non fa che ripensare a quel momento.
<<Tutto bene là?>>

<<Sì, ehm sì>> rispondo cercando di raccogliere in fretta i pezzettini di vetro infilandomene uno nel palmo sinistro della mano.


<<Cos'è successo qui?>> dice quasi urlando la ragazza. Io non rispondo e continuo a raccogliere infilandomi ancora più schegge dentro la mia mano.

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