Illusione

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"Senza le illusioni non ci sarà quasi mai grandezza di pensieri, nè forza, impeto e ardore d'animo, nè grandi azioni che per lo piu' son pazzie"

Nera. Ecco come si presenta la delusione. In quel momento, quando tutto ciò che avevi amato e desiderato svanisce in un secondo, capisci cosa provi e cosa perdi realmente. In quel preciso momento vedi tutto buio! Il momento più nero della tua vita è la delusione. Torno a casa visto la lunga passeggiata e dopo lo strano incontro di oggi pomeriggio. Butto le chiavi sul tavolo ed ecco che il letto attutisce la mia caduta e tutto mi sembra troppo strano. Sento qualcosa in pancia che non riesce a svanire, sale fine in gola e poi scende di nuovo allo stomaco ed è qualcosa che non riesco a controllare e questo mi da un po' di fastidio. Smette quando la mia mano tocca la penna che macchia la carta con il suo inchiostro con parole prima senza senso ma poi si trasformano in una sola parola: Emily. Ed è qua che mi rendo conto di essere letteralmente fottuto.

Sono le 2:00 di mattina e i miei occhi non vogliono chiudersi per dormire, ma bensì si aprono sempre di più. Sto ancora con il cellulare ad aggiornare per l'ennesima volta la pagina di Facebook, ma sempre lo stesso video, la stessa foto e la stessa frase compaiono. Scaglio il cellulare dall'altra parte del letto e prendo il computer. Riapro ciò che avevo chiuso ieri pomeriggio ed ecco che la notte illumina la mia mente o almeno ci prova. Passano ore e il sole inizia a sorgere, spalanco la mia finestra e mi metto a bordo di essa fissando l'alba dai tanti colori diversi: rosa, giallo e certe volte sfumature di viola. Sorrido quando il vento mi passa tra i capelli ed è in quel momento che i miei occhi dicono di farla finita e i miei piedi mi conducono a letto dicendo cosi buongiorno alla mattinata.

La sveglia suona esattamente alle 14:00 ricordandomi di dover andare a lavorare anche questo giorno. Contro voglia mi alzo dal letto mi preparo un caffè e mentre lo consumo controllo il computer ed ecco che una notifica occupa tutta la mia attenzione del momento. Non posso credere a ciò che i miei occhi vedono, okay che ho problemi di vista ma non a questo punto. La casa editrice ha accettato i miei lavori mandati prima di venire qua. Vogliono incontrarmi domani di mattina nella loro azienda qui a Seattle. All'improvviso l'opportunità della mia vita si presenta, ma io sono pronto ad accoglierla?

<<Allora Eric? Cosa hai fatto ieri?>> Daniel mi sorprende alle spalle facendomi cadere tutto ciò che avevo appena sistemato. Sbuffo e mentre lo faccio gli rispondo:

<<Niente di che, sono stato al parco qui vicino>> risistemo tutto ciò che avevo fatto cadere e lui per rendermi tutto più facile mi allontana ciò che devo sistemare.

<<Stasera che farai?>>

<<Lavorerò se lo vuoi proprio sapere>> dico strappandogli dalle mani il passato di pomodoro.

<<Che strano, Stella si è fatta mettere proprio il turno di stasera!>>

<<Cosa?>> dico facendo cadere il passato di pomodoro.

<<Pulisci tu, lo sai vero?>> dice Daniel allontanandosi.

<<Brutto figlio di...>> conto fino a dieci e poi vado a prendere  il mocio per pulire a terra. Dovrò sopportarmi Stella tutta la serata? Conto fino a venti e inizio a pulire. I movimenti vengono come meccanici: destra, sinistra, destra, sinistra. Lo ripeto fino a quando il pomodoro svanisce o più o meno non si vede assai. Sistemo per l'ennesima volta ciò che dovevo sistemare un'ora fa e alla fine salgo in terrazza. Alzo il vaso di fronte la porta d'ingresso e prendo il pacchetto di sigarette lasciato da Daniel settimana fa. Decido di prenderne una e con l'accendino dentro il pacchetto accendo l'arma. Comincio a tirare e poi a soffiare il fumo che lentamente, prendendoci la mano comincia a calmarmi. Continuo cosi fino a quando la prima sigaretta finisce. La spengo e la lascio nel posacenere sopra il tavolino. Resto ancora qui sopra e vedo il sole tramontare piano piano, respiro l'ultima aria di libertà e scendo di sotto pronto per incominciare questa lunga serata di lavoro, più o meno. Stella è già alla cassa e quando mi vede alza con energia la mano per salutarmi io le faccio un cenno con la testa e mi dirigo da Daniel che si sta cambiando per andare a casa o almeno uscire da qui.

<<Pronto per la tua serata selvaggia?>> dice ridendo mentre si sistema il suo zaino nelle spalle.

<<Molto spiritoso, davvero!>>

<<Senti tu finirai per mezzanotte perciò ti aspetto a mezzanotte e mezza nel locale infondo alla strada, mi raccomando, ci conto!>> mi da una pacca sulla spalla e poi esce senza lasciarmi il tempo di replicare. Faccio un respiro profondo e vado nella cassa di fronte quella di Stella aspettandomi di tutto da questa serata.

<<Allora, ti trovi bene qui a Seattle?>> dice quando l'ultimo cliente del pomeriggio va via.

<<Per ora si, insomma le mie giornate sono sempre le stesse e per ora non ho visto tanto di Seattle>> anche perché la mia guida turistica non c'è più.

<<Capisco, io vivo qui da sempre e non ho avuto l'opportunità di conoscere altre città>> dice senza staccare lo sguardo da me.

<<Io vengo da un piccolo paesino dell'Italia e credimi preferisco stare qui da sempre che venire da un paese come quello>> Stella non ha il tempo di parlare che una persona si presenta da me alla cassa.

<<Grazie, buona serata>> porgo il resto alla signora e quando quella varca l'uscita del supermercato inizia a parlare.

<<Io vorrei andare a Londra o a Parigi, caspita te l'immagini? Vedere la tour Eiffel o il Big Ben>> dice iniziando a sognare ad occhi aperti. Io la capisco, caspita se non la capisco. Lei come me sogna la libertà. Quando tiro fuori il libro di Jane Austen lei lancia un gridolino di sorpresa che per poco mi rompe i timpani.

<<Leggi anche tu Orgoglio e Pregiudizio? E' uno dei miei libri preferiti!>>

<<Wow, mi sorprende questa cosa, Stella!>> dico leggermente sorpreso.

<<Perché?>>

<<Non sapevo che ti piacesse leggere>>

<<Tu non sai tante cose di me Eric>> tirò fuori lo stesso libro dalla sua borsa. Inizia cosi un lungo dialogo sulla letteratura e i suoi misteri e quando un momento piacevole avviene come sempre sparisce e quando te ne accorgi c'è la nostalgia. L'orologio segna 00:05.

<<Meglio che chiudiamo qua>> dice alzandosi dalla sedia e prendendo le proprie cose, faccio lo stesso anch'io, poi prendo le chiavi e quando siamo tutti e due fuori chiudo il supermercato lasciando le chiavi a Stella. Dopo m'incammino verso casa ma a Stella viene una grandiosa idea.

<<Vuoi un passaggio?>>

<<Certo>> salgo nella sua macchina e quando ci salgo mi ricordo che devo raggiungere Daniel al bar infondo la strada, perciò dico a Stella di lasciarmi proprio lì davanti.

<<Eccoci qua!>> dice parcheggiando davanti al locale.

<<Non sapevo che Eric Dawson frequentasse un locale del genere!>> esclama guardando il locale.

<<Tu non sai tante cose di me Stella>> cito la sua battuta e lei fa una piccola risata ad un certo punto qualcosa di inaspettato succede. Le mie labbra sono sulle sue e una sensazione nello stomaco incomincia ad invadere.

<<Buona notte Eric>> dice quando io dopo ciò che è successo scendo dalla macchina.

<<Buona notte Stella>> ancora scosso raggiungo il mio amico al suo tavolo e dopo vari saluti incomincia a darmi da bere. Lo stesso bicchiere che mi diede Emily quel giorno. Emily, il suo nome rimbomba sempre più nella mia testa e quando il terzo o quarto o quinto bicchiere scende nella mia gola bruciandola mi sembra di vedere quella ragazza, la ragazza che lentamente mi ha spezzato il cuore che non sapevo di avere, ma poi mi accorgo che era solo un illusione.

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