"O natura, o natura, perché non dai nell'età della maturità, ciò che hai promesso durante la giovinezza? Perché inganni così tanto i figli tuoi?"
I secondi, i minuti, le ore, le settimane e i mesi. Questi, di solito, passano in fretta, ora tutti passa lentamente.
Oggi sono esattamente due mesi, o quasi, da quando sono tornato nella mia città natale, sono soltanto due mesi, è vero, ma dal mio punto di vista sembrano due secoli.
Ed ecco qua: la solita sedia, il solito tavolo, la solita penna e la solita finestra. Manca soltanto un dettaglio che capisco subito quando mi affaccio alla finestra, lei non c'è più. La figlia dell'autista di mio padre se n'è andata e non come me, in un altro paese, ma bensì in un altro mondo, quello ultraterreno, quello che mia madre chiama il "Paradiso". Mi è giunta notizia solamente ieri, perché ho volutamente chiesto all'autista dove fosse sua figlia e lui, a malincuore, mi ha dato la pessima notizia. Alcune lacrime gli sono uscite, forse alcune anche a me.
La causa è sconosciuta, si pensa che sia la leucemia ad averla portata via, e forse è stata proprio quello il malore principale, solo che non lo vogliono ammettere. Senza di lei, senza vederla tutti i giorni in quella stradina felice e spensierata non mi pare più la solita Recanati, e questa cosa mi distrugge da dentro. Era proprio lei a portare gioia nei periodi più tristi della mia vita, prima che conoscessi Emily. Senza rifletterci tanto, afferro la solita penna e un pezzo di carta, che mi ritrovo davanti, e inizio a scrivere. Scrivo a lei, a come se n'è andata e se si ricorda com'era qui, in questa vita mortale, quando ancora la sua bellezza splendeva nei suoi occhi felici e furtivi. Chissà come si trova ora.
Scrivo di come io abbandonavo i miei studi per lei, solo per guardarla dalla finestra e sentire il suo dolce canto. Perdevo lo sguardo nel cielo sereno per le strade invase dal sole e per gli orti e di qui il mar che appare all'orizzonte , e quindi gli Appennini. Là dove lei passeggiava tranquilla e spensierata. Chissà se passeggerà ancora per le vie del Paradiso mentre il suo canto ininterrotto e spontaneo uscirà dalla sua bocca delicata.Il linguaggio umano non può esprimere quel che allora io sentivo nel mio cuore.
Che pensieri delicati e indecifrabili, che speranza che passioni, oh Silvia mia! Mi ricordo ancora le illusioni, un moto dell'animo che mi stringe in modo acerbo e senza consolazione possibile, e torno a soffrire per la mia sorte sventurata. Quella sorte che mi ha strappato tutto ciò di cui avevo bisogno, quella sorte che non mi ha lasciato via di scelta. Quella sorte che mi ha condannato. Mi ritrovo ancora qui, con la luna ad illuminarmi le parole scritte sul foglio bianco. Quelle parole che lei non leggerà mai. Oh Teresa, il tuo nome è cosi delicato e soave che non merita di essere scritto in questo foglio, è per questo che ti chiamerò Silvia, un nome che può scavare all'interno del mio cuore e sporcare, nel mentre, il foglio con i miei peccati.<<Giacomo, ancora qui sei? Vieni a letto!>> Paolina mi accarezza un braccio e io la guardo, osservo la mia dolce sorellina mentre si prende cura di me. Mi rimane solo lei, insieme a mio fratello, e io non mi perdonerò mai di averli lasciati da soli.
<<Scusami>> singhiozzo.
<<Ehi! Per cosa devi scusarti? Non hai fatto niente>> dice mettendosi al mio livello.
<<Scusami per tutto quello che ti ho fatto passare, scusami per essere un fratello orribile che non sa proteggerti bene, scusami per averti lasciata da sola, scusa->> il mio pianto viene interrotto da una voce esterna che si aggiunge a quell'abbraccio.
<<Non devi scusarti di niente, ancora con questa storia? Giacomo, sappiamo che stai affrontando un momento difficile e noi stiamo con te, ma non è colpa tua, fattelo entrare nel tuo cervello!>> dice Carlo asciugandomi una lacrima.
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Il Giovane Favoloso.
RomansOggi voglio raccontarvi una storia diversa. Quasi tutti noi almeno una volta abbiamo sentito parlare di Giacomo Leopardi. Sarà proprio lui il protagonista di questa storia. Vedrete un Giacomo Leopardi impegnato alla scoperta della vita nella Seattl...