Capitolo 27

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Dopo un po', gli animi si calmarono e la maggior parte delle persone crollarono addormentati.

012 aveva preso il suo walkman e stava ascoltando la sua canzone preferita. Stava pensando a come organizzare bene il piano.

Richie le posò una mano sulla spalla e lei si voltò a guardarlo. Erano in una parte riservata (nonostante quasi tutti stessero dormendo) e ne approfittò per parlare con lei.

<Ti va di parlare?>

<Si> rispose lei. In realtà voleva tanto parlare con lui, ma sentiva sempre che non era il momento giusto.

<Hai... Visto tuo padre?>

<Si. > Annuì lei. <Eravamo al laboratorio. Mi ha inseguito mentre correvo verso la porta. Poi mi sono ritrovata nella sua mente>

<Cosa ti ha detto?> Chiese Richie, sapendo che Vecna l'aveva ferita in qualche modo per ridurla in quel modo.

<Mi ha....> Cercò le parole giuste, ma non le venivano.

<Lentamente> disse lui <non preoccuparti. >

Si sentì confortata e continuò <ha risvegliato i miei sensi di colpa. Sai... Quando ero più piccola, mi sono sempre sentita terribilmente in colpa. Con il tempo ho cercato di pensare diversamente. Che lui mi avesse perdonato. Per qualcosa che neanche avevo fatto, magari. Ma in realtà io avevo fatto qualcosa. L'ho visto morire in una visione e non ho fatto niente. Non ho neanche cercato di salvarlo. > Disse, cercando di non piangere.

<012, ascoltami> disse lui, prendendole il viso tra le mani calde <non sto cercando di confortarti, ok? Sto dicendo quello che penso davvero. E cioè che non hai veramente colpe. Eri una bambina, non potevi essere pronta. La visione ti aveva sconvolta, è normale che le emozioni possano bloccarci. Tu non hai colpa. La colpa è di 001. Tu lo sai. >

<Ma io ero il numero più forte e lo sapevo. Ma non ho fatto lo stesso niente>

<Te l'ho detto, non c'entra. Non devi sentirti in colpa, davvero, mi devi credere>

<Ho visto anche... Lui. Ma non era Vecna. Era lui. Mi sorrideva>

Lacrime calde iniziarono a rigarle le guance.

<Mi ha perdonato. Me lo ha fatto capire. Ma non riesco ad alleviare il senso di colpa. Perché sapevo di poter fare qualcosa>

<Questo... Non me l'avevi detto. Be', ma a maggior ragione devi fidarti di lui e capire che in realtà non ti ha mai incolpato> disse, asciugando le sue lacrime.

<Sai,> disse Richie, <all' inizio non l'avrei mai detto>

<Cosa?> Chiese lei, che si sentiva un po' meglio.

<Non avrei mai detto che saresti riuscita a... Ad uscirne. Sapevo che eri forte. E sapevo che avresti fatto di tutto per superarlo. Il trauma del laboratorio, intendo. E guarda ora. Sei una ballerina perfetta, hai degli amici che tengono davvero a te e stai con il ragazzo più bello del mondo>

012 rise. Richie era sempre molto modesto quando si parlava di lui. E questa cosa faceva ridere tanto 012, nonostante le piacesse anche.

<Non preoccuparti> disse 012, accoccolandosi sul suo petto. <So che sei preoccupato per me. Non devi, davvero. Io l'ho respinto. L'ho combattuto. E so che posso farcela, non lo dico tanto per>

<Mi fido di te> disse lui con un sorriso, facendo dissolvere tutti i dubbi e paure causati da Vecna su quell' argomento. <Quando hai iniziato a levitare ho avuto davvero paura. Ho pensato a cosa avrei fatto senza di te, ma non riuscivo a immaginarlo. Però so che posso fidarmi di te. Lo so davvero.>

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