Capitolo 3

41 4 0
                                    

Dopo quell'esperimento iniziale, a 012 venne dato il permesso di andare nella stanza arcobaleno.

Entrando nella stanza, la ragazzina si guardò intorno e vide tutto come lo ricordava.

Non aveva instaurato un rapporto di amicizia con nessuno, e infatti appena entrata nella stanza gli altri numeri parvero non accorgersi di lei.

Se si accorgevano della sua presenza, la guardavano e poi tornavano alle loro occupazioni.

Le guardie lì erano sempre le stesse: un uomo di colore in carne e un altro ragazzo bianco con i capelli biondi e gli occhi di un profondo azzurro.

012 si accorse che lui fu l'unico nella stanza ad essersi accorto davvero della sua presenza, fin tanto a seguirla con lo sguardo mentre andava a sedersi al tavolo di disegno.

Non sapeva cosa fare: non le piacevano quelle attività infantili.
Avrebbe tanto voluto giocare a D&D con i suoi amici: lì sì che si divertiva tanto.

Tutti i suoi amici erano maschi e lei era l'unica ragazza del gruppo. A volte si ritrovava a pensare a come fosse finita con loro, e poi pensò che il merito era di suo fratello Dustin.

Ma in realtà Ange aveva conosciuto Mike perché sapeva che era amico di Dustin e allora avevano iniziato a parlare. E anche con Richie. Quindi in effetti Dustin era stata solo la scusa per il dialogo iniziale. Poi aveva fatto tutto lei.

In quel gruppetto insolito si sentiva davvero a suo agio e, non poteva negarlo, si sentiva davvero sicura.

Forse erano loro che le davano tutta questa sicurezza: più di una volta era stata lei a salvare la partita di D&D all' ultimo minuto e quando a scuola la insultavano o qualcosa ingiusta le passava sotto il naso, lei rispondeva sempre.

Richie una volta le aveva detto che era davvero forte. Aveva detto questo perché mentre stavano andando in classe, uno stupido si era preso il merito per una cosa che aveva fatto una ragazza della loro classe solo per impressionare una ragazza.

Quindi Ange non sapeva bene come definirsi, ma secondo lei era meglio non farlo: darsi una definizione era solo un modo per darsi convinzioni che magari neanche avevi.

Così si guardò intorno perché non aveva la minima voglia di disegnare, il suo forte era la scrittura. Ma lì non osava scrivere niente per paura che qualcuno del laboratorio lo avesse letto. E anche se lo avesse solo portato con sé in stanza, lo avrebbero letto comunque. Niente era segreto lì.

Due numeri stavano usando i loro poteri per spostare delle palline in un labirinto, altri facevano seguire a delle macchine il percorso dell' arcobaleno con i poteri, mentre un numero se ne stava da solo a giocare a un gioco che aveva provato tante volte quando si trova a sola nella stanza arcobaleno e così decise di andare dal numero.

Non era il suo gioco preferito, e non ci sprecava neanche energie, ma appena si avvicinò vide che il numero ci stava mettendo davvero impegno.

La guardò in faccia e la riconobbe: era 011.

<Posso giocare con te?> Le chiese 012

011 la guardò e annuì. Si inginocchiò accanto a lei e prese da terra alcuni numeri da inserire nel gioco. Era il numero 4.
<Dove lo facciamo arrivare?> Chiese 012 a 011.
<Al 6> rispose 011.
La guardò per un momento come se si fosse accorta solo ora che una persona la stesse guardando per davvero.

012 si alzò e inserì il numero in uno scomparto. Si inginocchiò e guardò con la sua compagna che il numero arrivasse a destinazione.

E arrivò al 7.

012Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora