Milano

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Guardai quel messaggio per un po' poi spensi il cellulare e sospirai

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Guardai quel messaggio per un po' poi spensi il cellulare e sospirai.
Non doveva farlo.
Non volevo vederlo.

Mi alzai e mi vesti velocemente.
Presi la mia borsa e uscì dalla camera d'hotel.
Erano le dieci ed Emanuele mi stava già aspetto giù per riaccompagnarmi a Milano
"Pront p turna a cas?" Mi chiese .
Io scossi la testa
"No è tutto così bello qui" lui rise
"Già ma a volte non è tutto oro ciò che luccica , napoli avrai anche i suoi lati negativo no?" Lo guardai
"No" pagai la mia camera d'hotel e uscimmo
" A che ora lo tieni il treno?"

Entrai in macchina
"A mezzogiorno"
Lui accese la macchina e uscì dal parcheggio
"Aee a vogl e fa" io risi
"Ah comunque mi ha contattato marco stamattina, voleva sapere quando tornai" mi girai di scatto per guardarlo, cosa?
"E tu? Che hai fatto"  Ema mi guardò
"Gli ho detto che tornavi oggi" la mia mente iniziò a buttare giù tutti i santi che conoscevo
"Mica gli hai detto il binario?" Emanuele mi guardò con sguardo complice
" S.. ni" in che senso sni?
"Cosa vuol dire sni?" Lui  alzò le sopracciglia
" Eeeeh Forse si forse no" ok gli aveva detto il binario ,ma perché?
"Perché l'hai fatto?"

Si fermò al semaforo e si girò a guardarmi
" Perché non avrei dovuto?" Mi chiese
"No!" Lui rise
" E vabbè ormai" io mi girai a guardare fuori dal finestrino
" Ormai il guaio è stato fatto" la mia testa stava lavorando ad un modo per sistemare quella situazione ma , non mi venne in mente nulla , almeno non al momento.

Ore 12:07

Il treno per Milano era appena arrivato , aveva fatto pochi minuti di ritardo , per mia fortuna.
Entrai nel treno  ed entrai in uno scompartimento sedendomi sulla sedia più vicina a me.
Accesi le cuffie e misi un po'di canzoni.
Avrei trascorso il viaggio così.

Il mio cuore a Napoli era più leggero, ora invece, con la consapevolezza di dover tornare a Milano , con la consapevolezza di dover tornare da lui , esso stava diventando man mano più pesante, i suoi battiti aumentavano ad ogni chilometro che mi separava da Napoli e questo mi ricordò la mia prima volta su un treno.

****

Le mie mani aderivano perfettamente sul grande vetro del treno , il mio fiato, faceva appannare di poco quella superfice , i miei occhi brillavano mentre guardavo i mille paesaggi che mi passavano davanti , tutti così vivi e diversi tra loro.

"Dove stiamo andando mamma?"

Chiesi mettendomi di nuovo seduto composto sulla grande poltrona del treno . Mamma sorrideva , non avevo mai visto un sorriso più sgargiante sul suo volto

"Stiamo andando a Parma"

Lei reggeva tra le mani una rivista di moda . Aveva gli occhiali da sole in testa e un vestito pieno di Margherite.
Mamma incrocia sempre le gambe come una signora per bene e indossa sempre scarpe molto eleganti e comode .
Quel giorno indossava dei sandali di pelle che si abbinavano perfettamente alla sua tracolla marrone.

Veglio su di te, io sono il tuo guerrieroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora