perdono

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"allora?" Mi chiedeva Giuseppe mentre mangiava il suo pezzo di pane
"L'hai perdonato?" Io tolsi il lecca lecca a forma di cuore da bocca
" A quanto pare"
Perdonato era proprio un parolone, ero ancora abbracciato.
Mi sentivo preso in giro.
Mi sentivo l' incudine.

Giuseppe aveva una moglie.
Lei era dolce , super simpatica che si arrabbiava raramente.
Che faceva avere ai figli tutto quello che volevano.
Che nonostante tutto , se Giuseppe gli chiedeva una mano lei correva a dargliela.
Giuseppe aveva sua moglie.
Ella era sempre pronta a dargli un bacio se era triste.
Pronta a tenergli la mano.
Pronta a rincuorarlo e farlo ridere.
Pronta a perdonare tutti gli sbagli della persona che amava.

Io ero la moglie di Giuseppe.

"Come hai detto che si chiamava?" Chiedeva Giuseppe mentre io osservavo il lecca lecca a forma di cuore
"Marco"

Merco era il martello.
Poteva schiacciarmi tutte le volte che voleva.
Poteva giocare con me , con il mio cuore.
Poteva andar via e tornare quando desiderava.
Poteva far tutto quello che voleva .
Io l'avrei perdonato.
Io con Marco ero come la neve al sole.
Pronta a sciogliersi.

" Devi farmi conoscere questo Marco allora , così gli faccio una tirata di orecchie!"
Giuseppe era gentile , fin troppo gentile.
Io ridevo e ripensavo alle parole di Marco
-Devo conoscerlo allora-

"Sai credo che una bella tirata d'orecchio sia davvero l'ideale"

Io e Giuseppe scherzavamo sempre, eravamo abituati a parlare così.
Io ridevo.
Lui rideva.
Io mi alzavo.
Lui si alzava.
Io parlavo.
Lui ascoltava.
Lui parlava.
Io ascoltavo.

"Ho sentito una tua canzone in radio oggi"
Lo guardai
"Che canzone?"
Lui tocco la sua vecchia radio
"È bella faceva tipo.. salutandoci d'amici nananananananananananaaaa"
Scoppiai a ridere
"Come?"
"Nananananananananananaaaa" Giuseppe mi guardò , io lo guardai.
Io risi.
Lui rise.
"Forse intendevi NEL TUO MARE"  Giuseppe mi guardò
" Non mi ricordo il titolo! Te l'avrei detto se no!" Io annuì
"Giusto" mi schiarì la voce
" Fa tipo...
Al porto di Genova gridavi, -Amore-
Quanto siamo felici
Salutandoci da amici?"
Giuseppe mi indicò
"SI! quella!!"
Io alzai la mano come segno di gloria e Giuseppe applaudì
"Sei bravo ao" sorrisi
"Bhe" lui rise e in quel momento il campanellino della porta suonò
"Buongiorno!" Giuseppe si alzò dalla sedie e si voltò

"Buongiorno" misi il lecca lecca in bocca e guardai verso la porta
" È un piacere conoscerti"
La figura di Giuseppe mi copriva la visuale ma quella voce squillante l'avrei riconosciuta ovunque
"Piacere Marco" Giuseppe strinse la mano di Marco e io per poco non rischiavo un infarto. Che ci faceva qui?
"Ah! Sei il famosissimo Marco! Piacere piacere , sono Giuseppe " guardai la scena da lontano , con tanti negozi proprio in questo doveva entrare?
Lui si voltò a guardarmi
"Oh Ale, ieri hai dimenticato questo da me"  mi raggiunse immediatamente e mi diede una collana , non era mia , io riconoscevo le mie collane e poi non le toglievo mai.
Guardai la collana attentamente.

Io ero come la moglie di Giuseppe.


"Oh.. grazie per avermela riportata.." pensai che la sua era solo una scusa per vedermi.
Lui indicò la sedia davanti a me.
La sedia di Giuseppe.
"Posso sedermi?" Io guardai Giuseppe poco distante da noi
"Certo che puoi sederti ragazzo! Vado a prendere un altra sedia , tu siediti sulla mia" Marco si girò a guardare Giuseppe
"Oh è la sua? Lasci perdere allora , starò in piedi" Giuseppe scosse la testa
"Questi ragazzi di oggi" si allontanò da noi e io risi leggermente.

Io perdonavo.
Io ero l' incudine.

Marco mise le mani delle tasche.

Fa tutto parte della mia mente , non sta accadendo davvero , è tutto frutto della mia insonnia.

Veglio su di te, io sono il tuo guerrieroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora