Capitolo 6

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Sono le due e mezza della mattina quando metto piede in casa, non completamente ubriaca, ma quel che basta per non riuscire ad infilare le chiavi nella serratura.

Sento la testa pesante, a differenza di un paio d'ore fa che sembrava composta da sola aria, e l'unica cosa che voglio fare in questo momento, per qualche assurdo motivo, è un tuffo nella piscina dei vicini, ma so che Michael mi prenderebbe in giro a vita.
Ridacchio zittendomi subito dopo, quando inciampo sui miei stessi piedi.

La casa è in completo e spaventoso silenzio, ovvio dato l'ora. Mi tolgo le scarpe, appoggiandomi al muro per non cadere, ma perdo comunque l'equilibrio quando alzo una gamba.
Ora mi pento di aver esagerato con i drink, mai approfittarne quando sono gratis.

Arrivo in camera mia, riuscendo anche a non fare troppo rumore e cado con poca eleganza sul letto. In qualche modo, stando sempre sdraiata, riesco a togliermi i pantaloni e la camicia, buttandoli per terra da qualche parte.

Puzzo e so che se non mi sveglio entro quattro ore, non riuscirò a farmi una doccia. Un sospiro viene rilasciato dalle mie labbra, quando mezz'ora dopo sto ancora fissando il soffitto.

Ho come l'impressione che non riuscirò ad addormentarmi così facilmente come speravo. Non so quale sia il mio problema, mi hanno rassicurato che non è insonnia, ma mi preoccupa il fatto che io non riesca ad addormentarmi ad un orario decente.

Mi alzo faticosamente dal letto e vado verso la piccola libreria, cercando tra i vari libri uno che potrebbe annoiarmi a tal punto da indurmi al sonno. Impreco mentalmente quando noto che nessuno dei titoli che sto guardando mi porterebbe a quel risultato e torno a letto, delusa.

Porto le mani dietro la testa e in qualche modo arrivo a pensare a Ashton. Non c'è un motivo particolare che mi spinge a farlo, la sua immagine mi è solo comparsa nella mente.
Trovo che quel ragazzo sia strano, ma non quello strano con cui uno descriverebbe il suo migliore amico o un nerd, Ashton è strano e basta.

Il suo voler controllare ogni cosa mi fa innervosire e amo vederlo perdere le staffe quando ci sono io nei paraggi.

Sono sorpresa nel sapere che non ha nessuno con cui passare la pausa, e quasi mi dispiace per questo, ma sono affari suoi dopo tutto no? Da come ha respinto me e Calum questa mattina direi che non è propenso a stringere amicizie.

Sospiro nuovamente girandomi più e più volte nel letto, in cerca di una posizione comoda, inutilmente.

Mi alzo, annoiata dal non far nulla e mi metto sulla cassapanca sotto la finestra e appoggio la testa contro lo stipite bianco.
Pigramente prendo una coperta leggera e le metto sopra le gambe, che porto successivamente al petto, e le circondo con le braccia.

Solo un paio di macchine, a distanza di minuti passano per la strada rompendo quel silenzio. Chiudo gli occhi quando una dolce brezza muove le fronde degli alberi, e mi rilasso al suono.

Sono le quattro meno un quarto quando sento le palpebre farsi pesanti e mi addormento vicino alla finestra, sapendo che se avrei mosso anche un solo muscolo, il mio corpo si sarebbe rimesso in moto.

Come avevo immaginato, la mattina, nonostante non abbia fatto molta fatica a svegliarmi, il difficile lo trovo nell'essere pronta in tempo.

Riesco a prendere l'autobus ad un'orario decente e faccio una smorfia ricordandomi di non essere riuscita a farmi una doccia, ho solo fatto in tempo a nascondere l'orribile odore con del profumo alla vaniglia e del deodorante.

Bohemian Rhapsody dei Queen risuona nelle cuffie nere, che mi sono ricordata di prendere mentre scendo dell'autobus una volta arrivata alla mia fermata.

Che un'altra giornata scolastica inizi, penso dopo aver sbuffato.

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«Ciao Ashton Irwin-e-dovrei-seguire-la-lezione»lo saluto sedendomi affianco a lui all'ora di scienze, a quanto ho capito oggi faremo chimica, o biologia... Si, non sono stata poi molto attenta.

Il ragazzo dai capelli ricci chiude gli occhi, e prende qualche respiro profondo, sembra voler ignorarmi e decido di illuderlo, non parlando più.
Corruga la fronte, non capendo il motivo del mio comportamento.

Appoggio la testa alla mano e scribacchio qualche frase delle canzoni che mi passano per la testa, sul foglio a quadretti. «Ashton» lo chiamo dopo qualche secondo.

Alza gli occhi al cielo e sussurra qualcosa di molto simile a «Mi sembrava troppo bello per essere vero» per poi girare molto lentamente la testa verso di me. «Dimmi»dice a denti stretti.

«Sai che ore sono?»mi mordo la guancia per trattenere una risata quando la vena sul suo collo si ingrossa e le sue mani esageratamente grandi, forse tanto quanto quelle di Calum, si chiudono in due pugni.

Adoro essere la sua compagna di banco.

O.C.D. || Ashton Irwin #Wattys2016Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora