Capitolo 40

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«E se avessi cambiato idea?» le parole di Ashton continuano a rimbombarmi nella testa da quasi due ore, e nonostante abbia cercato di far tacere la sua voce, questa sembra voler torturarmi fino ad avere una mia risposta. Il fatto è che non so cosa rispondergli, io e lui non potremo mai essere amici, ne sono convinta e mi dispiace di questo.

La prima causa è proprio per i litigi, non passiamo giorno senza discutere su qualcosa, anche di stupido.

La seconda è questa tensione tra di noi, sembriamo come due calamite della stessa carica: più ci avviciniamo, più ci respingiamo.

Vorrei chiarire questa questione con lui, smettere una volta per tutte di avere questa malsana relazione che passa da "ti sopporto" a "ti conviene stare lontano o ti lincio", e direi che la seconda è più una cosa da me che dal preciso, ordinato e pacifico Ashton. Ce lo vedo molto in compagnia di unicorni e panda, non ho idea del motivo ma pagherei per vederlo insieme loro.

Ed è a causa sua se poi non sto attenta alla importantissima lezione di cucina, tutti sanno come si fa una frittata giusto? Non proprio tutti visto che l'ultima volta che ho tentato di farla ho bruciato la padella preferita di Theo, e ho dovuto lavorare per ripagargliela. Il mio primo lavoro: baby-sitter, ora se vedo un bambino di età compresa tra due e sei anni, penso che potrei legarli e buttarli nel box. No, dico sul serio, non riesco più a sopportarli i bambini a causa di mio fratello e della sua amata padella.

Lezione di cucina a scuola, ma come diavolo mi è venuta in mente di fare una cazzata simile? Peggio della scenata in corridoio di questa mattina con Ashton. Probabilmente anche la sua amica Clarisse è riuscita a sentirci litigare. Clarisse. L'ho veramente chiamata con il suo vero nome prima? Vorrei solo andare a casa e divorare il gelato fino a scoppiare, ma mi ricordo costantemente di Colin e che usciremo una volta che questa tortura finirà.

Arriccio il naso quando l'odore di bruciato mi infastidisce l'olfatto e sto per chiedere chi è lo stupido che è riuscito a bruciare una pentola, quando il matterello del Professor Chef -sì, non ricordo il nome dell'uomo in divisa davanti a me- batte proprio davanti a me.
«Gilbert!»il suo accento francese mi fa saltare i nervi, per questo sto cercando di richiamare la voce di Ashton che mi dice di aver cambiato idea sulla nostra amicizia. Dov'è ora che serve?

«Sal- Oh era mia la pentola»osservo come infuriato alza la padella, mostrandomi l'uovo oramai carbonizzato. L'ho detto che non so fare una frittata.

*

Calum e Michael ridono sguaiatamente appena gli racconto della mia esperienza in cucina. Felice di far divertire i miei amici, alzo gli occhi al cielo al mio pensiero, e corrugo la fronte quando sento qualcuno chiamare il mio nome. Inizialmente penso sia Colin, ma mi contraddico appena noto Ashton avvicinarsi velocemente, senza però perdere la sua compostezza. Inizio a chiedermi se sia stato cresciuto dalla famiglia reale.

«Di bene in meglio»sussurro passandomi la mano tra la frangia.

«Possiamo terminare la conversazione di prima una volta per tutte?»mi chiede sembrando quasi arrabbiato, ma lui è una di quelle persone che non riescono a stare arrabbiate per più di venti secondi prima di scoppiare nuovamente a ridere.

«Pensavo che avessimo già chiarito»rispondo stizzita. Non vorrei comportarmi così con lui, ma non riesco a farne veramente a meno, lui non ha bisogno di qualcuno come me che gli incasini la vita, lui ha bisogno di ordine, ha bisogno di qualcuno come Claire.

Lancia uno sguardo ai miei due amici, che ora sembrano più interessati alla nostra conversazione che alla mia precedente lezione di cucina. Mi prende per un polso e ci allontaniamo per avere quel poco di privacy per continuare la nostra discussione. Ennesima discussione, oserei dire.
«E se avessi cambiato idea?»questa volta non è la sua voce nella mia testa, è proprio lui che mi pone la domanda ancora una volta.

«Cosa devo dirti Ashton? Cosa vuoi sentirmi dire?»

«La questione non è "Cosa voglio sentirti dire" ma è "Cosa tu vuoi dire"»

«Non lo so, non so cosa dirti! Ho provato e riprovato a mettere insieme qualche motivo valido, dei pro e dei contro, ma quando ti rendi conto che i Pro si possono contare sulle dita di una mano, avanzandone anche, mentre con i Contro non basta nemmeno un rotolone Regina, cosa posso dire?»

«Voglio solo smettere di litigare con te una volta per tutte, ma un patto non sembra bastare, non per noi due almeno»la sua voce si abbassa sempre di più, fino a diventare un sussurro e sospiro a vederlo così. Chi lo avrebbe mai immaginato che ci ritrovassimo a discutere sul perché di questa distanza tra di noi, quando due settimane fa discutevamo su chi dovesse stare più lontano dall'altro?

«Ashton»lo chiamo facendogli alzare la testa, fino ad adesso rivolta verso terra. «Perché ci stiamo facendo questo?»

«Dovrei non sopportarti a causa della tua goffaggine, del tuo aspetto trasandato, del tuo carattere -senza offesa- orribile... Ma tutto ciò che riesco a fare è osservarti da lontano, cercarti tra i corridoi, fino a che uno dei due non trova il motivo adatto per fare il primo passo e tornare a parlarci. Forse è per questo che-»viene interrotto da qualcuno che arriva alle mie spalle e mi giro curiosa trovando Colin avvicinarsi.

«Ciao»ci saluta allegramente e per quanto vorrei sbraitargli contro per averci, inconsapevolmente, interrotto non posso far altro che ricambiare il suo saluto, esattamente come Ashton.
«Possiamo andare o stavate parlando? In quel caso mi scuso per avervi interrotto»

«Uscite insieme?»il volto di Ashton è inespressivo, nonostante riesca a scorgere tra i suoi occhi troppe emozioni contrastanti tra di loro ma che trovo impossibili da decifrare tutte in una volta.

«Andiamo a mangiare qualcosa, se vuoi venire...»Ashton scuote la testa rapidamente alla domanda posta più per cortesia che per altro.

«No, grazie comunque..»mi lancia uno sguardo che non riesco ad interpretare e lo guardo allontanarsi, mentre Calum e Michael continuano a guardare la scena da lontano. Schiudo le labbra, e prima che me ne renda veramente conto sto richiamando Ashton, che si ferma.

«Colin, mi dispiace, veramente, ma è successo un casino e-»scuote la testa interrompendomi.

«Tranquilla, facciamo un'altra volta»mi rassicura sorridendo, appoggiando delicatamente la mano sul mio braccio.

«Sicuro?»annuisce «Scusa ancora, veramente»e dopo essermi assicurata nuovamente che non sia un problema, raggiungo Ashton facendo segno ai miei amici che non sarei andata con loro.

«Risolviamo la faccenda una volta per tutte.»

O.C.D. || Ashton Irwin #Wattys2016Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora