Capitolo 30

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Stacco il volantino dal mio armadietto per poi aprirlo. Osservo il foglio tra le mie mani e arriccio le labbra. «Festa di San Valentino per tutti i single» leggo a bassa voce, notando che anche quest'anno è stato il solito ad organizzarla, un certo Aaron.

«Tu ci vai?»sobbalzo, sbattendo contro l'anta dell'armadietto e mi porto la mano al petto, dove il cuore martella ad una velocità anormale. Mi giro verso la voce femminile e trovo Blake a qualche centimetro di distanza. «Scusa, non volevo spaventarti»si copre la bocca con la mano, per attutire le risa e sospiro alzando gli occhi al cielo.

«Devo ancora decidere se andarci o no»ammetto. Il costume l'ho già preso, o meglio: Nova mi ha convinta a farlo; ma non sono ancora completamente convinta di voler andare ad una festa per single a casa di un completo sconosciuto in compagnia dei miei amici e di Ashton.

Non capisco neanche che senso abbia, San Valentino non è la festa degli innamorati?

«Io ci vado»sorride allegra, come se l'idea della festa la entusiasmasse tanto. Ragazza, mi piacevi di più all'inizio.

«Che costume avrai?»chiedo ben poco interessata.

«La Principessa Peach, ho una fissa per Mario Bross»ride imbarazzata ma le sorrido tranquillizzandola.
«Devo andare ora, in caso ci vediamo alla festa»mi saluta e rapidamente sparisce.

Perché le persone sono così strane? Sistemo i libri che non mi servono nell'armadietto e vado verso l'aula di scienze, continuando a fissare il volantino rosso e rosa tra le mie mani. Una mano mi circonda il polso e mi tira in dietro.
«Ginger, la classe è da questa parte»alzo lo sguardo verso Ashton e un semplice "oh" lascia le mie labbra «Stai bene?»mi chiede allentando la presa sul mio polso.

«Ero solo sovrappensiero»scrollo le spalle e entro in aula notandola ancora per metà vuota.

«Cos'hai? Sembri distratta»mi siedo al suo fianco e appoggio il foglio colorato sul banco.

«È questa festa, ci sono sempre andata con le mie vecchie compagne di classe... Ma sono da sola quest'anno e non ho molta voglia di andarci»spiego e lui annuisce leggermente.

«Non sei sola, però»dice «Ci sono Michael, Calum e Luke»come se non li vedessi mai, no? «Ci sono io»mormora scrollando le spalle. Solitamente lo avrei preso in giro per aver detto una cosa simile, a me soprattutto, ma non sono veramente in vena di fare qualcosa oggi. «Sicura che non ci sia dell'altro? So che non siamo amici ma sono comunque una persona»immagino che non la smetterà fino a che non gli dico qualcosa, il problema è che non so quale sia il mio problema.

«Ah sì? Sei una persona? Pensavo fossi un panda»

«I panda non sono male»ride sistemandosi il colletto della camicia. «Oggi sei strana»

«Me ne sono accorta anche io»mormoro girandomi verso la lavagna, notando il professor Martin in aula. Prendo il quaderno e il piccolo astuccio dalla cartella, e per la prima volta prendo appunti. Ogni tanto sento lo sguardo del mio compagno di banco su di me, ma non ci faccio caso, non più di tanto almeno. L'ora passa, lenta e noiosa mentre la mia mente continua a combattere tra l'andare alla festa o al rimanere chiusa in casa a mangiare biscotti e a guardare The Vampire Diaries mentre ascolto mia mamma lamentarsi per averle fatto perdere una di quelle sitcom francesi con cui è fissata.

Vado alla prossima lezione, ovviamente Hudson è già seduto dietro alla scrivania e mi limito a un «Salve»prima di andare a sedermi.

«Gilbert, sta bene?»mi chiede alzando un sopracciglio, fin troppo folto.

«Sì, sì certo»rispondo e lo vedo corrugare la fronte confuso dal mio comportamento. A quanto pare non è l'unico, visto che anche i miei compagni di classe mi guardano con le bocche socchiuse. Cos'hanno tutti oggi che non va?

«Vuole andare a prendere un caffè?»alzo lo sguardo dal quaderno dove sto terminando gli esercizi assegnati e trovo Hudson davanti a me.

«Perché dovrei andare a prendere un caffè?»

«Mi farai diventare depresso se-»la campanella interrompe il suo discorso insensato e mi stringo nelle spalle e butto tutto in cartella uscendo subito dopo dall'aula.

Corrugo la fronte quando noto Ashton affianco alla sua aula, mentre guarda dentro la mia.
«Non abbiamo sentito Hudson urlare oggi, è ancora vivo?»mi chiede.

«Perché non dovrebbe essere vivo?»rido.

«Te l'ho detto: nessuno l'ha sentito urlare per rimproverarti»

«Non ha avuto motivo di rimproverarmi»

«Significa che sei stata attenta tutta la lezione? Come è successo durante scienze?»

«Senti, Ashton»mi fermo e lui con me. «L'hai detto anche tu no? Non siamo amici, abbiamo fatto una tregua e per una volta che non sono in vena di fare idiozie, non obbligarmi a farle»

«È solo strano vederti così calma»si giustifica quasi timidamente.

«Ogni tanto le batterie sono scariche, ci si vede»accenno un sorriso e mi allontano. È San Valentino che mi scarica le pile.

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Io e nworgtuo volevamo ringraziarvi per tutte le visualizzazioni e i voti che ha ottenuto questa storia, quando avevamo iniziato non ci aspettavamo qualcosa di simile e quindi sì, grazie mille.

O.C.D. || Ashton Irwin #Wattys2016Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora