Capitolo 12

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Guardo Ashton uscire dagli spogliatoi maschili e subito dopo sposto lo sguardo sull'asciugamano chiazzato di sangue che avvolge la busta di ghiaccio sintetico.

Ammetto che mi sento un po' in colpa per quello che è successo, non era mia intenzione distrarlo. Sono rimasta sorpresa nel vederlo sul campo da calcio, non avrei immaginato che fosse uno sportivo ma poi ho pensato che di lui non so niente, se non il nome e che ha un piccolo problema con me e il mio carattere.

Piego l'asciugamano, dopo aver buttato la busta bianca e mi avvicino all'armadietto socchiuso. Socchiudo le labbra quando noto i vestiti piegati in modo impeccabile, sistemati uno sopra l'altro e alcuni prodotti sulla mensola di metallo con l'etichetta messa in mostra.

Tutto in perfetto ordine; esattamente come i banchi che ha sistemato in modo millimetrico e le penne nel suo astuccio, oppure le innumerevoli volte in cui mi rimprovera per non esser presentabile a lui. So che è un tipo ordinato, ma arrivare a questo punto è quasi maniacale.

Scuoto la testa, decidendo che non sono affari miei e chiudo l'armadietto, tornando poi al campo. Mi siedo sulle gradinate, e accavallo le gambe, sistemando la gonna dalle trame scozzesi. Il sole è alto nel cielo e mi pento immediatamente della mia scelta di tornare qua.

C'è caldo, dannatamente caldo.

Lego i capelli, che avevo sciolto precedentemente, in una coda e sistemo la frangetta che non vuole stare giù.

Dei ragazzi di cui non conosco il nome, ma che molto probabilmente sono in qualche mio corso, si avvicinano alla porta della squadra di Ashton e lui si prepara a parare. Mi appunto mentalmente di non tifare e lui riesce ad intercettare il tiro e a bloccarlo. È divertente da vedere, perché si vede che non ha mai fatto calcio e quindi è scoordinato ma a quanto pare ha occhio.
La rimette in gioco e noto che arriccia il naso, probabilmente ancora infastidito dalla pallonata presa prima.

La lezione termina e io penso di essermi abbronzata di almeno due tonalità nel giro di cinquanta minuti, l'ho già detto che odio il sole? Aspetto Calum e Michael nell'atrio della scuola, per il semplice motivo che c'è il condizionatore e io ho bisogno di rinfrescare la pelle che sembra andare a fuoco.

Mi siedo su una delle panchine e appoggio lo zaino sulle gambe, frugando nella tasca anteriore in cerca di qualche caramella o chewing-gum.

«Gingeeer!»urla nel mio orecchio Michael, ricevendo subito una gomitata nello stomaco e diverse occhiatacce che potrebbero bruciarlo vivo se solo prendessero vita. «Mi hai fatto male»geme dal dolore massaggiandosi la parte lesa.

Questo l'ho fatto a posta, diversamente da quello che è successo con Ashton.

«Ben ti sta! Mi hai rotto un timpano deficiente»Calum ride, guardando la scena, e subito porto l'attenzione su di lui, che torna serio pensando che io lo minacci all'istante di una morte lenta e dolorosa.

«A che ora avevi educazione fisica oggi?»gli chiedo e sembra tirare un sospiro di sollievo.

«Alla quinta ora, come mai?»

«Sono venuta al campo, sicura di trovarti, ma non è stato così»rispondo e lui socchiude le labbra, mormorando un «Ookay» fin troppo confuso.

Alza lo sguardo e si sbraccia, facendo inarcare un sopracciglio a me e Michael, che nel frattempo si sta mangiando una barretta ipocalorica. Dove l'ha presa?

«Dove l'hai presa?»do voce ai miei pensieri e lui sorride furbo. «Ho i miei contatti»

«Scambio di cibo illegale e non mi avverti neanche, che razza di amico sei tu?!»scoppia a ridere alle mie parole, mentre io incrocio le braccia al petto veramente offesa dal suo comportamento.

Il ragazzo dai capelli biondi -di cui non ricordo il nome- e dalla fronte ignota si avvicina a noi, salutandoci.

«Ciao Luke»lo saluta Michael buttando la cartina della barretta.

Luke, ecco qual è il suo nome, devo cercare di ricordarlo. «Ciao» lo saluto anche io ricevendo un sorriso in cambio.

La fossetta spunta nuovamente sulla sua guancia, addolcendo in modo sproporzionato il suo viso.
Io adoro le fossette.

«Luke oggi viene con noi, l'ho invitato da me»ci informa Calum e noi annuiamo. Raggiungiamo la fermata dell'autobus e io sono l'unica ad aver parlato sopra le risate dei tre.

«Luke»lo chiamo, sperando di non aver sbagliato nome, ma ho la conferma che è quello giusto quasi si gira verso di me, rosso in viso per le troppe risate.

Eppure non sto dicendo niente di divertente. «Se vuoi sopravvivere con noi»indico me e gli altri due ragazzi che mi guardano accigliati. «Okay, con me sopratutto, non devi essere così timido»gli sorrido e lui ricambia passandosi una mano tra il ciuffo, mossa che fanno spesso anche Calum, Michael e raramente Ashton.

«Sapete cos'è successo oggi?»chiedo salendo sull'autobus, stranamente vuoto.

«Non dirmi un'altra discussione con Hudson perché potrei morire da un momento all'altro»ride Calum.

«No»alzo l'indice «Ma riderai comunque» mi siedo su uno dei tanti posti vuoti e inizio «Sono andata al campo da calcio all'ultima ora, sicura di trovare Calum»quest'ultimo mi interrompe.

«Ce l'hai già detto»alzo gli occhi al cielo al suo intervento idiota e lo zittisco.

«Ma non c'era. In campo però, ho visto Ashton e l'ho chiamato mentre uno della squadra avversaria tirava, si è distratto ed è stato colpito al naso. Incredibile no?»come avevo previsto scoppiano a ridere, tenendosi lo stomaco.

Ho un futuro da comica a quanto pare.

«Aspetta, Ashton gioca a calcio?»chiede Calum alzando un sopracciglio, probabilmente neanche lui crede alle sue orecchie.

«Era l'ora di motorie, era obbligato, penso»scrollo le spalle.

«Ho una domanda»ci giriamo verso Luke. «Chi è Ashton?» oh, giusto, lui non sa.

«Ashton Irwin»risponde Michael, come se Luke potesse conoscerlo.

«Oh, si lo conosco, le nostre madri frequentano un corso di cucina insieme»sgrano gli occhi a quella sua confessione.

«Quindi voi due vi conoscete»

«Non so molto di lui, è un tipo..»arriccia le labbra, non sapendo come continuare, ma lo faccio io per lui.

«Strano»

Sembra pensarci ma annuisce d'accordo con me. «Si, direi che è l'aggettivo giusto»

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Visto che la mia amica nworgtuo è strana tanto quanto Ashton, questa notte si è messa a fare una nuova copertina della storia. Quindi fatele i complimenti lol.

O.C.D. || Ashton Irwin #Wattys2016Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora