Il lunedì arrivò e con esso anche la prima lezione da vero stregone.
Entrato nell'ampia aula, Geto non si sorprese più di tanto nel trovarla vuota- fatta eccezione per una sola altra studentessa.
Ormai si era rassegnato alla desolazione di quel luogo.
Prese quindi posto ad uno dei tre banchi di fronte alla cattedra e, con fare poco convinto, vi ripose un blocco per gli appunti e una matita, domandandosi a cosa gli sarebbero potuti servire.
Anche l'altra ragazza fece lo stesso, poco dopo, e Geto si sentì subito meno fuori posto nel vederla estrarre dallo zainetto un piccolo quaderno rosso e una penna.
Sorridendole, si guardò attorno con un piglio beffardo.
«Lezione affollata, eh?», ridacchiò, incapace di sostenere un secondo di più quel silenzio in cui viveva ormai da due giorni. «E io che mi immaginavo di dover fare a pugni per i banchi in fondo».
La giovane dai capelli a caschetto si lasciò andare in un sorriso divertito.
«Shoko», gli disse, allungandogli la mano. «Shoko Ieiri»
«Suguru Geto», rispose lui, stringendogliela.
«Bene, visto che avete già fatto le presentazioni-», disse Yaga dalla porta, accorgendosi subito del terzo banco ancora vuoto. «Sì- era prevedibile», aggiunse in un sussurro.
Con uno sbuffo insofferente si appoggiò con tutta la sua mole all'ampia cattedra, facendone scricchiolare il legno del ripiano.
Senza troppi convenevoli, diede quindi inizio alla prima lezione integrativa.Quindici minuti.
Fu poi al sedicesimo che, mentre Geto stava scarabocchiando qualche appunto, la porta si aprì.
E il ragazzo si sentì sbalzare a forza contro lo schienale della sedia.
«Gojo!»
«Sì, scusa- cioè mi scusi», si corresse il ragazzo, andando ad occupare il banco libero accanto alla compagna.
E per quanto ci fosse lei, tra loro, Geto continuò comunque a sentirsi comprimere e schiacciare nella sedia, quasi che insieme a quel mistero ambulante fosse entrato in aula anche un invisibile guscio di gomma spessa capace di distorcere l'aria, spingendone ogni singola molecola d'ossigeno fino a strizzarla contro il resto della materia circostante.
Assurda.
La sua energia malefica è impressionante, pensò, domandandosi per quale motivo non l'avesse percepita prima, in mensa o al dormitorio.
L'aveva ridotta in quelle occasioni?
Già, ma perché?
Si accorse di starlo fissando solamente quando si vide restituire lo sguardo- e quella che ricevette fu un'occhiata talmente altezzosa da irritarlo all'inverosimile.
Piccato, Geto si ridiede subito un tono più composto e si sforzò di ignorarlo.
«Professore», alzò quindi la mano.
«Sto parlando, farete conoscenza dopo», gli rispose secco Yaga. «E Gojo- levati quel sorrisetto dalla faccia. La prossima volta che ti presenterai in ritardo a lezione ti prenderò a calci in culo da qui fino ai dormitori».
Strigliato a dovere, il ragazzo serrò le labbra e inchiodò lo sguardo sul banco, reprimendo a forza il sorriso.
Geto non riuscì a fare altrettanto: guardandolo con aria vittoriosa, se la ghignò profondamente appagato dalla ramanzina.
Forse quel Yaga non era poi così inadeguato come professore.
«Geto avevi una domanda o cosa?!»
«Nah, non fa niente», rispose il moro, scivolando via gli occhi dal bianco per tornare a dedicarsi ai suoi appunti.
E così, la prima lezione ebbe ufficialmente inizio al completo degli allievi.
Tre.
E tali sarebbero rimasti anche per tutte le lezioni a venire.
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L'ultima Calda Primavera - SatoSugu Prequel
Hayran KurguTokyo, estate 2005. Suguru Geto incontra per la prima volta Satoru Gojo. Tutti i diritti sui personaggi sono riservati a Gege Akutami, autore del manga Jujutsu Kaisen. I diritti inerenti la storia narrata sono frutto della mia fantasia e pertanto so...