5 Capitolo

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Guardavo distrattamente la piscina davanti a me mentre le parole di Damon continuavano a ronzarmi nella testa. "Tu non sei come lei", finalmente qualcuno lo aveva capito.
Gli altri non facevano altro che considerarmi come mia sorella o Mary, no, dannazione, io ero diversa, non amavo vestire firmata, né discutere su chi fosse il più bello della festa, io ero diversa, l'avevo sempre considerata una cosa sbagliata ma da come l'aveva detto Damon sembrava una cosa magnifica, ricordai i suoi occhi che scintillavano alle sue parole e dei brividi mi fecero venire la pelle d'oca. «Lacey.» Sentii qualcuno chiamarmi e mi voltai. «Andrew.» Lo salutai distraendomi dai miei pensieri, non mi ero nemmeno accorta che fossero arrivati gli amici di mia cugina. «Cosa fai?» Mi chiese sedendosi accanto a me, alzai le spalle. «Niente.» Lui sorrise. «Allora ti va di fare una passeggiata prima di cenare?» Io scossi la testa, non mi andava di stare da sola con lui. «No, grazie, facciamo un'altra volta.» Dissi con il tono più gentile che trovai, lui annuì un po' deluso mentre mi voltavo verso gli altri, vidi mia sorella e Manuel tenersi per mano.
Isabella mi aveva detto quanto Manuel fosse carino, dolce, intelligente e sportivo, il tipo perfetto che papà sperava per noi, una storia tranquilla e senza complicazioni con un ragazzo così, sbuffai e tornai a guardare Andrew, anche mia madre ne sarebbe stata entusiasta, ma a me Andrew non piaceva, era cortese ma troppo pieno di se.

Gli amici di Mary andarono via dopo cena, i miei genitori e i miei zii restarono a chiacchierare a lungo fino a quando non andammo tutti a letto, Isabella si addormentò subito mentre io non facevo altro che cercare di scacciare un pensiero insistente: "Robert sarebbe andato al Summer quella sera? E avrebbe visto Damon?" Mi tormentava, e non mi faceva dormire, non resistetti e mi alzai dal letto vestendomi in fretta, mi precipitai fuori dalla stanza facendo il meno rumore possibile e uscii fuori di casa, appena in tempo per vederlo uscire dal cancello, corsi da lui. «Robert!» Lo chiamai cercando di non gridare, non volevo fare la strada per arrivare al locale da sola, lui si voltò spaventato. «Lacey, mi hai fatto spaventare, credevo che fossi Mary.» Disse sollevato. «Cosa succede?» Mi chiese ricomponendosi. «Vengo con te.» Lui corrugò la fronte. «Lacey, non voglio che tu venga senza Mary e Isabella.» Spalancai la bocca. «Me la so cavare! Non sono una bambina Robert.» Alzai la voce arrabbiata. «Questo lo so benissimo ma...» Sospirò grattandosi la testa. «Lasciami venire con te.» Insistetti, lui si guardò attorno e poi chiuse il cancello. «Va bene, ma questo è un nostro segreto.» Disse alzando un indice verso di me, annuii decisa.
Appena arrivammo cominciai a cercare con lo sguardo Damon. «Torno subito, devo sistemare una faccenda, va bene?» Mi chiese Robert, ora capivo perché Mary aveva tanta paura per lui, io annuii e lui andò via, continuai la mia ricerca, mi sentivo una stupida, perché volevo vederlo così tanto? Mentre pensieri continuavano ad affollarmi la mente lo vidi, doveva essere lui, mi avvicinai un po' di più e riconobbi subito i suoi occhi chiari e i suoi capelli scompigliati, sorrisi, era seduto da solo, cosa dovevo fare? Avvicinarmi? Eppure non ci conoscevamo per niente, continuavo a torturarmi le mani quando vidi una ragazza dai capelli scuri andare da lui e sedersi sulle sue gambe, lui sorrise e cominciarono a baciarsi, ero sconvolta mentre guardavo la scena, sentii un dolore dappertutto, ma perché mi comportavo così? Lui nemmeno mi considerava, era più impegnato a portarsi a letto ragazze a caso, smisi di guardare uscendo dal locale, sentivo le lacrime bruciarmi il viso, non mi ero nemmeno accorta di stare piangendo, Robert non doveva vedermi così, cominciai a correre verso casa, non mi importava se era buio e se ero sola, anzi, lo preferivo.

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