33 Capitolo

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«Allora buonanotte.» Disse Robert uscendo dalla stanza. «Grazie di tutto.» Risposi in fretta, lui mi sorrise e poi chiuse la porta andando via, quella sera mi aveva lasciata dormire nella sua camera perché non ero ancora in grado di affrontare mia sorella, sospirai e presi il cellulare, nessun messaggio, chissà cosa stava facendo Damon, non mi aveva scritto per tutta la giornata, volevo tanto sapere cosa stesse pensando, una lacrima scivolò giù per il mio viso così chiusi di scatto gli occhi, dovevo dormire ma non ci riuscivo, erano già tutti a letto ma il mio sonno non si decideva ad arrivare, volevo solo piangere ma non potevo farlo, mi alzai dal letto e spensi il cellulare, per un po' volevo non pensare a quella situazione, aprii la porta della camera e affacciai la testa nel corridoio sembrava tutto tranquillo, sentivo solo delle voci provenire dalla stanza dei miei genitori, stavano discutendo, mi avvicinai lentamente e ascoltai. «Ormai ho deciso Grace, è meglio per tutti.» Disse mio padre a mia madre. «Thomas, è ancora una ragazzina ha bisogno di fare esperienze, ha bisogno di cadere e di rialzarsi da sola.» Lui sospirò. «Noi siamo i suoi genitori, ed è nostro dovere proteggerla, quindi, tornare a casa è la cosa migliore da fare.» Mi portai le mani alla bocca, non potevamo andare via così presto. «Manca ancora un mese alla fine dell'estate, non possiamo farlo e poi, pensa come potrebbe rimanerci Isabella, lei non c'entra niente.» Rispose mia madre con tono scocciato. «Non mi importa, torneremo prima così avrà più tempo per ripassare e Lacey per prepararsi agli esami della Harvard.» Cercai di trattenere le lacrime, non poteva farmi questo. «Pensi sempre e solo alla Harvard per lei.» Disse mia madre. «Perché è il suo sogno.» Rispose deciso. «Ne sei proprio sicuro?» Chiese, io scossi la testa, ero stanca di ascoltarli, volevo andare via, scesi le scale, dovevo uscire fuori e prendere un po' d'aria, aprii la porta d'ingresso e vidi Robert parlare al telefono in giardino, doveva essere Happy, mi avvicinai. «E puoi farlo Damon?» Sentii, stava parlando con lui. «Nessuno è mai uscito da questo giro vivo, stai correndo un rischio pazzesco.» Disse toccandosi i capelli, voleva uscirne, sorrisi. «È normale, adesso non ti metteranno solo la polizia contro.» Mi spaventai a quelle parole. «E non pensi a Lacey?» Gli chiesi e a quel punto mi avvicinai a lui. «Cosa sta combinando?» Chiesi e Robert si voltò di colpo chiudendo di scatto la telefonata. «Torna dentro Lacey.» Sospirai frustrata. «Sono stanca, deve finirla di nascondermi tutto.» Gridai. «Sveglierai tutti.» Rispose arrabbiato, lo guardai e poi lo spinsi via, non mi importava più, sarei andata da sola, sapevo dove era, e avremmo parlato, avremmo risolto, o almeno, era quello che speravo.

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