22 Capitolo

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«Ma cosa ti è saltato in mente?» Quasi urlai facendo sedere Damon su una panca del piccolo parco di fronte il Summer. «Non mi conosci ancora bene allora, per me è stata la cosa giusta.» Rispose ridacchiando, avrei voluto prenderlo a schiaffi.
Dopo averlo portato via dal locale la paura era svanita facendo posto alla rabbia. «Dopo questo mia cugina e i suoi amici non ti accetteranno, definitivamente.» Ammisi  tirando fuori dalla mia borsa un pacco di fazzoletti, ne presi uno per poi bagnarlo con l'acqua della piccola fontana accanto a noi. «Non voglio essere accettato da loro, non mi importa.» Disse alzando le spalle, mi avvicinai a lui sospirando e tamponando leggermente la ferita sul sopracciglio, Damon fece una smorfia dal dolore e io cercai di pulirla il più lentamente e delicatamente possibile. «Sei davvero bellissima.» Disse sorridendo leggermente, io arrossii roteando gli occhi, doveva provarci anche in queste situazioni? «Damon, ti prego, non fare più a pugni.» Lo guardai negli occhi cambiando argomento ma lui scosse la testa. «Questo non posso prometterlo.» Rispose duramente, io tornai silenziosa continuando a pulire le ferite. «Sei un ragazzo intelligente... perché ti sprechi per...» Non finii la frase abbassando lo sguardo. «Per le risse? Per la droga?» Chiese alzandosi in piedi, il suo tono era diventato pungente. «È la mia vita, così tiro avanti Lacey.» Ammise acido prendendo un pacco di sigarette dalla sua tasca. «Fumi?» Chiesi a bassa voce. «Quando sono nervoso.» Rispose accendendone una. «Dio, Lacey, sei così ingenua.» Mi guardò dritto negli occhi mentre cominciava ad avvicinarsi a me. «La vita è dura piccola, ma tu non puoi saperlo.» Disse tristemente prendendo il mio viso nelle sue grandi mani, restammo in silenzio, per così tanto tempo, fui essere certa di aver sentito il suo dolore, il dolore della sua storia, anche se non la conoscevo per niente, chissà se me ne avrebbe mai parlato. «Io ho cercato di difenderti, volevi essere lasciata e lui non lo stava facendo, voglio proteggerti.» Disse infine staccandosi dal mio viso e tornando a sedersi sulla panca continuando a fumare.
Io restavo immobile senza sapere cosa dire, i suoi occhi chiari continuavano a scrutarmi mentre io non trovavo le parole. «So badare a m-me stessa.» Balbettai poi non sicura, lui mi guardò piegando la testa di lato. «Il mondo non è tutto rose e fiori.» Abbassai lo sguardo senza dire più niente, mi avvicinai di nuovo a lui ricominciando a pulire le sue ferite.

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