27 Capitolo

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Non appena cercai di aprire gli occhi un mal di testa lancinante mi colpì facendomi gemere, mi spostai sul letto e poi finalmente aprii gli occhi, il mal di testa si intensificò facendomi quasi vedere le stelle, mi guardai attorno e subito notai che quella non era la camera mia e di mia sorella, mi misi immediatamente a sedere su quel grande letto che non conoscevo, dove diavolo ero? Mi alzai e trascinandomi cercai di raggiungere la porta ma il mal di testa era troppo forte, così, caddi a terra mugolando. «Lacey?» C'era qualcuno, sentii dei passi mentre cercavo di rialzarmi, non avrei più bevuto in vita mia. «Ma cosa hai fatto?» Sentii ancora, questa volta era davanti a me ma ero troppo debole per alzare lo sguardo, si abbassò e finalmente lo vidi, era Damon, sorrisi leggermente sapendo che ero con lui, mi avvolse tra le sue braccia e mi sollevò facendomi notare che era senza maglietta, così da poter toccare il suo corpo caldo, mi mise i brividi, mi fece distendere a letto per poi andare via di nuovo e tornare un attimo dopo con un bicchiere. «Prendi questo.» Mi disse portandomi alla bocca una pillola e un bicchiere d'acqua, feci come mi disse aprendo la bocca e guardandolo, mi piaceva il Damon buono che si prendeva cura di me. «Dormi ancora un po', non appena ti sveglierai non avrai più niente, promesso.» Disse poi lasciandomi un bacio sulla fronte, così mi addormentai di nuovo sentendomi protetta.

«Lacey, sono quasi le dieci del mattino.» Sentii la voce di Damon, mugolai, volevo ancora dormire. «Avanti piccola, devi tornare a casa, cosa penseranno i tuoi?» A quelle parole spalancai gli occhi mentre mi tiravo su a sedere, lo guardai, era disteso accanto a me ancora senza maglietta facendomi arrossire. «Io...» Sussurrai e lui mi accarezzò i capelli. «Non reggi bene l'alcol.» Rispose prendendomi in giro, io allontanai la sua mano fingendomi offesa. «Perché non mi hai riportata a casa ieri sera?» Chiesi e lui scosse la testa. «Eri ubriaca, avresti svegliato tutti e lo avrebbero capito, Robert ha detto loro che sei uscita di mattina presto per andare in spiaggia con Happy.» Tirai un sospiro di sollievo guardandomi attorno. «Quindi ho dormito qui.» Constatai toccando le lenzuola. «Qui con me.» Rispose sorridendo maliziosamente, arrossii, non era la prima volta che lo facevamo, ma adesso non eravamo più semplici conoscenti, quindi era un passo importante da fare e io non me ne ero nemmeno accorta, non ricordavo molto della sera precedente, guardai il mio corpo notando con gioia che i miei vestiti erano ancora tutti sul mio corpo. «Grazie.» Dissi a un certo punto. «E di cosa?» Mi chiese sorpreso. «Potevi benissimo fregartene e lasciarmi a Robert, invece hai fatto questo, non mi hai messo nei casini con i miei, cosa ho in più delle altre?» Lui mi guardò negli occhi sorridendo. «Non lo so, Lacey tu sei così...» Si avvicinò a me, così tanto da poter sentire il suo respiro, mi accarezzò delicatamente il viso e poi sorrise di nuovo. «Mi fai perdere la testa, e hai ragione, quello che ho fatto per te non l'ho mai fatto per nessuno, con te ho condiviso la mia debolezza, sai cosa significa?» Mi chiese seriamente, io aprii di più gli occhi non riuscendo quasi a respirare per le sue parole. «Tu vali per me, tu sei importante.» Disse convinto e sollevato, io lo guardai negli occhi sentendomi bene, benissimo con lui, anche se per la prima volta provai paura per noi, eravamo come la pioggia in estate, strana e surreale, noi eravamo così, forse troppo ma non potevo lasciarlo andare, lo guardai negli occhi e titubante posai una mano sui suoi capelli ribelli per poi avvicinarmi e far scontrare le nostre labbra, cominciammo a baciarci fino a quando non mi spostai sopra di lui, con le mani che mi tremavano mi avvicinai alla zip dei suoi jeans, non ero ancora pronta a concedermi del tutto, ma volevo fare qualcosa per lui, non appena capì le mie intenzioni mi fermò. «Lacey, non devi farlo se non te la senti.» Disse cauto. «Io... per me va bene.» Risposi abbassando lo sguardo, lui scosse la testa. «Sei sicura? Dimmelo guardandomi negli occhi.» Io arrossii leggermente mentre alzavo lo sguardo, lo guardai negli occhi e annuii decisa. «Sono sicura.» Lui mi rivolse un sorriso rassicurante per poi ricominciare a baciarmi. «Ma poi anche io devo fare qualcosa per te.» Disse poi sorridendo, io non risposi arrossendo mentre lui rideva.

Un'ora dopo la sua moto era ferma davanti casa dei miei cugini. «Allora ci vediamo.» Disse lasciandomi un bacio sulle labbra. «Ora vai prima che i miei ti vedano.» Annuì mentre rimetteva in moto, lo salutai con la mano mentre lo vedevo andar via, mi voltai e aprii il cancello sorridendo pensando a quel ragazzo che mi stava facendo perdere la testa. «Chi era quello?» Sentii a un tratto la voce di mio padre che mi fece immobilizzare, ero fottuta.

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