Aggrottando la fronte e aguzzando la vista perché sperava di aver letto male, rilesse quali erano i requisiti necessari aggiunti sotto la scritta " CERCASI PERSONALE" facendo uso di un pennarello: età massima ventinove anni e bella presenza.
Avrebbe bruciato quel cartello con lo sguardo se solo avesse potuto, e la stessa fine avrebbe fatto fare a quel maschilista, misogino e di strette vedute, che aveva scritto quelle discriminanti parole.
Certi ragionamenti non li mandava proprio giù. Secondo quel cartello, scattata la veneranda età di trent'anni, un'avvenente ventinovenne fino a sole poche ore prima, diventava una vecchia rugosa decrepita inguardabile. Era inconcepile. Per piegare un maglione o appendere un pantalone ad una gruccia non era di sicuro indispensabile avere un seno sodo e due chiappe toniche.
Spinta dalla curiosità di vedere in faccia quel novello Shakespeare mancato, si addentrò nel negozio vagando con lo sguardo alla ricerca di qualcuno che indossasse la maglietta col logo dello store, simbolo di reclutamento fra gli addetti del personale.
Si recò alla cassa per chiedere informazioni e quello che ottenne fu solo una penna e un foglio da compilare, sbattuti sul banco di fronte a lei senza troppi convenevoli.
"Simpatica" pensò tra sé e sé Michelle raccogliendo quello che le aveva dato la commessa dallo sguardo tagliente e lo stesso tono inacidito di chi si era svegliato dopo una notte trascorsa in compagnia di una fastidiosa zanzara che, con venti metri cubi a disposizione per poter volare senza rompere i cosidetti, sceglieva di ronzarti nell'orecchio ogni tre per due, scomparendo magicamente alla vista non appena veniva accesa la luce.
Manco avessero il mantello di Harry Potter quelle piccole bastarde!
Si era messa in un angolino del bancone, buona buona cercando di non disturbare l' "amabile" commessa addetta alle casse, e aveva iniziato a compilare il foglio con le sue credenziali.
Nome...
Cognome...
Codice fiscale...
Indirizzo...
Numero di telefono...
Data di nascita...
Occhi...
-Occhi??- rilesse accigliata storcendo il naso. Si stava chiedendo se stesse compilando una domanda di assunzione o le generalità anagrafiche per il passaporto.
"Due" fu la risposta che scrisse sul tratteggio a fianco, borbottando che osassero obiettare.
Sperava solo di non ritrovarsi il punto in cui le si chiedeva di indicare la sua taglia perchè non avrebbe più risposto delle sue azioni e avrebbe scritto in risposta tutto quello che le stava passando per la mente in quel momento.
E non erano propriamente bei complimenti.
Stava per passare al punto successivo quando la voce gentile e profonda di un uomo la distolse dal suo rimbrottare.
Michelle alzò lo sguardo nella direzione di provenienza di quella voce e il viso bonario e rassicurante di un uomo sulla cinquantina, forse più, le sorrideva e le faceva cenno di seguirlo. La portò nel retro del negozio dove si trovavano il magazzino, lo sgabuzzino con gli accessori per le pulizie e l'ufficio del direttore, facendola entrare in quest'ultimo.
All'interno vi erano due scrivanie, una perfettamente in ordine e una dall'aspetto alquanto caotico.
L'uomo la invitò a sedere sulla sedia di fronte alla scrivania sulla destra, quella bella, pulita ed ordinata, su cui si riusciva a vedere una larga porzione del piano in vetro temperato, al contrario dell'altra su cui si poteva solo provare ad immaginare.
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All a Lie | Kth
FanfictionCi si chiede se sia più vero l'amore nato da un colpo di fulmine o quello che cresce e sboccia con il tempo, aspettando di scoprirne i colori come succede quando spunta un fiore. E l'amicizia può prevalere sul sentimento più potente che esiste? Ps...