26. All by feeling

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Jimin trasalì timoroso quando Michelle comparve al suo fianco con cipiglio battagliero e deglutì irrequieto per ciò che già si aspettava di sentirsi chiedere.

-Michelle! Come mai qui? Oggi sei di turno?- chiese sorridente fingendosi sereno.

-Sto cercando Taehyung. Sai dov'è?- domandò lei senza tanti giri di parole.

-N... No...- le rispose indugiando un po' troppo.

La giovane inarcò un sopracciglio e lo fissò torva.

-Sei un pessimo bugiardo Jimin! Neanche un "no" convincente riesci a formulare. Tu sai dov'è! Dimmelo!- gli soffiò truce pizzicandogli un capezzolo.

-Ahio! Ma che... Sei matta? Questi mi servono!- si lamentò proteggendosi il petto.

Michelle roteò gli occhi con un sorrisetto derisorio. -Prevedi di allattare?-

-Potrebbe anche essere, la scienza sta facendo passi da gigante e comunque abbelliscono la mia figura. Scommetto che i tuoi non sono belli neanche la metà dei miei- bofonchiò lui controllando lo stato dei suoi "bottoncini" adorati. -E poi non insistere, perché anche se sapessi dove si trova Taehyung, non te lo direi nemmeno sotto tortura. Non funzioneranno i tuoi modi da inquisitore medievale. Dove che hai fatto praticantato? In Iraq?-

-Sì. Ho uno zio nelle forze di sicurezza di quel paese e mi ha insegnato tutte le tecniche per far cantare i fringuelli come te- lo informò vedendolo sgranare le cornee fissandola inquieto, scostandosi adagio di un passetto per allontanarsi dal suo dal raggio d'azione.

-Dai Jimin... Non lo vedo da sabato e sono preoccupata- insistette la ragazza.

-Ti posso solo dire che vorrebbe stare da solo per un po' perché... Perché è malato, molto malato- asserì il giovane.

-Malato? Malato di che? Ha una malattia venerea? Io non c'entro. Se l'è sicuramente presa da quella cornacchia che si è portato a casa durante le feste di Natale.-

Indirettamente, senza intenzione, aveva appena spifferato a Jimin che fra lei e Taehyung c'era stata attività intima che andava ben oltre a quella fra amici/conviventi e sperò che il ragazzo non vi avesse fatto caso. Speranza che andò a vanificarsi, poiché la reazione compiaciuta e priva di sorpresa del più grande le lasciò intendere che ne fosse già a conoscenza.

-Non ha nessuna malattia venerea, ma è un male da cui si fa fatica a guarire e tu, se gli stai intorno, non gli sei di nessun aiuto.-

Calò il silenzio. Michelle non replicava più, ma notò il suo sguardo incupirsi mano a mano che passavano i secondi e sentirselo incollato addosso insistentemente lo metteva assai a disagio. Il presagio di una sua imminente mossa pericolosa pendeva sopra la sua testa come una ghigliottina ed era pronto a scattare all'indietro per mettersi sulla difensiva come un ninja.

La ragazza tamburellava le dita pensierosa sul bancone finché, ad un dato punto, la vide assottigliare gli occhi con un sorrisetto sghembo, estraendo il cellulare dalla tasca dei jeans.

-Ok... C'è un modo più semplice per avere l'informazione che voglio. Non volevo arrivare a questo, ma mi ci hai costretto tu- lo accusò digitando sullo schermo.

-Cosa cerchi?- domandò curioso e un po' timoroso.

-Sto scaricando un'applicazione che individua le persone ovunque siano tramite il sistema di geolocalizzazione. Tae tiene sempre accesa la posizione perché usa il navigatore ogni volta che guida perché ha il terrore di perdersi come l'ultima volta che ha sbagliato a svoltare, ritrovandosi a girare in un posto dimenticato da Dio per un'oretta buona, e questo mi torna molto utile- spiegò sorridendo al ricordo dell'aria da cucciolo smarrito che aveva quel giorno.

All a Lie | KthDove le storie prendono vita. Scoprilo ora