20. All adrenaline

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Era stata brava, ma non si era sentito del tutto soddisfatto e si lasciò vincere dalla voglia sfrenata di fare del sesso come si deve, prendendola però da dietro.

Michelle non gli aveva mai permesso di farlo. Era disinibita, sapeva fare giochetti che gli facevano perdere la cognizione del tempo e dello spazio, ma su dove glielo doveva infilare era banalmente tradizionalista.

Mya invece non si era fatta nessun problema e l'aveva assecondato senza tentennamenti. Un punto a favore per lei e se migliorava anche nel sesso orale avrebbe avuto tutto quel che gli serviva.

Ma a chi voleva darla a bere? Non riusciva a convincere nemmeno se stesso. Anzi... La sensazione che gli era rimasta addosso era quella del senso di colpa. Si sentiva come se avesse tradito Michelle un'altra volta.

Lei non gli mancava per il sesso, ma per quello che riusciva a fargli scaturire solo con un sorriso o con un bacio a fior di labbra.

Ne avrebbe fatto a meno anche se gli avesse chiesto di aspettare per anni, perchè di lei gli bastava la sola presenza, il saperla sua.

Con Mya invece... Sembrava che di quello che provava fosse rimasto solo quello.

Lei stava dormendo profondamente sul lato opposto del letto e la guardava cercando di convincersi che la lontananza da Michelle avrebbe riacceso quello che stava per instaurarsi, ma avrebbe dovuto liberarsi totalmente di ogni pensiero rivolto a lei.

Più facile a dirsi che a farsi. Quello che Jimin gli aveva rivelato lo angustiava e immaginarsela con un altro lo innervosiva fino a togliergli completamente il sonno.

La bocca di un altro sulla sua...

Le mani di un altro a toccarla...

E il solo pensiero che la violasse dove finora c'era stato solo lui... Lo faceva andare fuori di testa.

Voleva scoprire chi fosse il ragazzo che Michelle aveva iniziato a frequentare, ma Jimin non aveva saputo dargli maggiori dettagli. Aveva chiesto a suo fratello di carpire informazioni da Hana, però fu solo un altro buco nell'acqua perché nemmeno Hana era a conoscenza di questa novità. Solo Taehyung forse sarebbe stato in grado di aiutarlo dato che ci viveva insieme e concluse che una telefonata di esplorazione al suo migliore amico non guastava.

Prese il telefono e avviò la chiamata, ma purtroppo la voce metallica del gestore telefonico gli cantilenò la tiritera del "numero al momento non raggiungibile, si prega di riprovare più tardi".

Sbuffò infastidito dal tentativo fallito, ma poi costatando che ora fosse ritenne che forse le tre di notte era un orario un po' gagliardo per sperare in una risposta e decise che avrebbe riprovato appena si sarebbe fatto mattina, sperando che Mya avesse il primo turno da coprire alla caffetteria, in modo da poter parlare indisturbato.

Si rimise steso con l'intenzione di provare a dormire qualche ora, solo che il movimento del materasso sortì l'effetto di disturbare il sonno della ragazza che aveva accanto e finì col ritrovarsela attaccata ad un fianco a stringerlo in un abbraccio soffocante.

Non tentò di scostarla e la circondò anch'egli con le proprie braccia ripromettendosi che avrebbe cercato di far funzionare di nuovo il loro rapporto, ma solo se avesse avuto la conferma di quello che Jimin gli aveva detto.

***

Erano le sei in punto di mattina quando il cellulare di Taehyung si mise a vibrare come una lavatrice troppo carica sul ripiano del suo comodino.

Il nome di Jeong-guk, illuminato e inquietante per la dimensione alfabetica, occupava lo spazio di metà schermata e i due ciondoletti rosso e verde gli facevano compagnia.

All a Lie | KthDove le storie prendono vita. Scoprilo ora