10. All of a sudden

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Mya si aspettava entusiasmo, si era preparata mentalmente a sorrisi e abbracci, e invece quel che vide furono quattro visi perplessi e un silenzio imbarazzante.

Jeong-guk guardò negli occhi Michelle, che gli sedeva di fronte, leggendole sul volto un'amarezza indicibile e in quel momento avrebbe voluto poter cancellarle quell'espressione stringendola più forte che poteva, rassicurandola che non sarebbe mai accaduto.

Lei cercò prontamente di nascondere la delusione che albergava nel suo stato d'animo e finse un sorriso congratulandosi con loro, e gli altri si accodarono a lei cominciando a fare domande su quando pensavano di celebrare.

-Io pensavo di farlo nel giorno di San Valentino, prima che il pancione cominciasse a vedersi, Gukie però pensa che dovremmo aspettare la nascita del bambino- si lamentò rammaricata -Ma sono sicura che riuscirò a convincerlo- aggiunse stampando un bacio sulla guancia del fidanzato.

Lui sforzò un mezzo sorrisetto ma tutti a quel tavolo avevano capito che non era per nulla felice che fosse venuto fuori quel discorso e che aveva provato a temporeggiare perché restio a fare quell'importante passo.

Erano stati i genitori di lei, di mentalità retrograda e tradizionalista, a intavolare la necessità di un matrimonio riparatore e lui aveva dovuto fare buon viso a cattivo gioco davanti all'entusiasmo di sua madre e allo sguardo severo e inquisitore del padre. Di nascosto aveva detto alla ragazza che ne avrebbero riparlato a casa ma il treno sembrava ormai lanciato in corsa e, in cuor suo, sperava con tutte le sue forze che qualcosa o qualcuno lo facesse deragliare.

Cos'era tutta quella fretta? Tante coppie avevano figli senza essere sposati e, a dirla tutta, lui non si sentiva pronto per fare quel salto. Ci si dovrebbe sposare perché si è innamorati, non per riparare un guaio.

Fissava Michelle sentendo l'angoscia salirgli sempre di più ogni volta che lei evitava di incrociare il suo sguardo e sentiva una voglia impellente di parlarle, di spiegarle che era stato messo alle corde e che sposare Mya non era assolutamente ciò che voleva.

Non vedeva modo di come poterlo fare, fino a quando lei non si alzò dal tavolo comunicando di dover andare in bagno, rifiutando di essere accompagnata.

Lasciò che si allontanasse aspettando un minuto prima di alzarsi a sua volta, informando i presenti di voler andare ad ordinare un paio di bottiglie di vino per festeggiare; decisione che venne accolta con tracotante gioia dalla fidanzata, mentre invece il fratello lo guardava sospettoso avendo capito le sue reali intenzioni.

-Jeong-guk... Sceglilo bene quel vino, non prenderne uno a caso- gli disse prima che lasciasse il tavolo.

In gergo, il maggiore gli stava suggerendo di non fare cazzate e annuì con il capo disperdendosi poi tra la gente accalcata in gruppi intenti a conversare, dando l'impressione di essere diretto al bancone del pub, ma cambiando rotta quando fu sicuro di non essere più visibile dal loro tavolo.

Imboccò il corridoio che portava ai bagni e si fermò di fronte a quello femminile, indeciso se farvi ingresso oppure no.

La porta si spalancava di continuo per l'uscita di ragazze che magari ne avevano fatto uso solo per incipriarsi il naso, ricevendo occhiate stranite da queste ultime perché allungava il collo per sbirciare all'interno. Non avrebbe mai capito questa mania delle donne di ritoccarsi il trucco ogni tre per due, e arrivò a pensare che lo facessero solo perché lo imponeva la prassi.

Sorrideva ai loro sguardi indignati e, come succedeva sempre, la disapprovazione sui loro volti si trasformava in rossori e risatine. Sapeva usare bene quel sorrisetto da canaglia che possedeva, che associato a quello sguardo che aveva ben imparato a sfruttare, era un'arma dal tiro infallibile. Non esisteva ragazza che non ne fosse rimasta ammaliata almeno per qualche istante.

All a Lie | KthDove le storie prendono vita. Scoprilo ora