LA SALA DA TE'

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Roxy, dopo tre settimane di lavoro nel negozio di Rosie, si era ormai abituata ai ritmi e agli orari di punta. Lì, faceva un po' da tuttofare, a seconda di quello che serviva o degli impieghi che Rosie le assegnava: sminuzzava petti e li trasformava in arrosticini, macellava costine e le metteva in marinatura, porchettava qualche braccio, friggeva dita o le glassava dopo averle cotte nel forno con cannella, tritava il misto di carne e creava ottimi sformati o torte al cacao con crema al sanguinaccio. In cucina, Roxy riusciva a sbizzarrirsi, e da quando era arrivata lì, avevano aggiunto tanti nuovi piatti al menù. Rosie era molto contenta di averla tra il suo personale. Oltre a lavorare in cucina, a volte si occupava di ricevere e smistare gli ordini in magazzino, altre volte faceva la cameriera nel locale o stava alla cassa. C'era sempre qualcosa da fare, ma Roxy si divertiva, e il lavoro non era mai monotono. Inoltre, c'erano sempre tanta carne fresca e ingredienti di ogni tipo per sperimentare. Aveva anche creato un cocktail chiamato "Occhio di Fuoco", composto da vodka, lime, soda, zucchero, succo di fragola, sangue e bulbo oculare. L'occhio galleggiante veniva immerso per due giorni in vodka, zucchero e sangue denso prima di essere messo nel cocktail, così da prendere una colorazione rossastra e un gusto alcolico e metallico che scoppiava in bocca. Aveva preso spunto dal Bubble-Tea della sua epoca.

Roxy, con il suo bellissimo vestito da cameriera nero e rosso bordò, con striature color blu elettrico, si muoveva con eleganza tra i tavoli. Aveva imparato a utilizzare le code come mani aggiuntive, riuscendo a portare molti boccali alla volta senza affaticare troppo le braccia. Con un vassoio vuoto in mano, sorrideva mentre salutava il solito gruppetto di quattro signore cannibali, che si radunavano lì ogni pomeriggio per chiacchierare e spettegolare. Ormai, tutti nel locale l'avevano presa in simpatia e spesso le chiedevano di sedersi al tavolo con loro per conversare.

In questi momenti, la cortesia era tanto importante quanto la vendita, e Roxy consultava sempre Rosie per decidere se concedersi una pausa o continuare a lavorare.

A seconda delle circostanze, Rosie le permetteva di sedersi e partecipare alle conversazioni, o le comunicava che c'era troppo da fare per fermarsi.

Quel venerdì pomeriggio, con pochi clienti in sala, Roxy aveva tutto il tempo di ascoltare le chiacchiere del gruppetto tra una portata e l'altra. Le signore stavano discutendo di un certo Alastor:

Clara: "Ho saputo che il povero Alastor è stato colpito dall'arma di Adamo durante la guerra contro gli angeli. Sarà per questo che non si fa più vivo alla sala da tè da un po'?"

Sarel: "È un vero peccato, non credete? Alastor è un demone così affascinante, ha sempre un sorriso pronto per tutte noi, peccato che abbia il cuore di pietra."

Farel (sospirando): "Eh sì, Alastor è proprio fantastico. Il suo programma radiofonico ha avuto un grande successo ultimamente. Io stessa non posso fare a meno di ascoltare le sue puntate giornaliere."

Sintieìl: "Roxanne, cosa fai lì imbambolata in piedi? Se non hai niente da fare, siediti con noi. So che adori ascoltare e partecipare ai nostri colloqui giornalieri."

Roxy era rimasta affascinata ad ascoltare tutto il discorso, immaginando chi fosse questo misterioso Alastor di cui parlavano con tanto interesse.

Roxy, con gli occhi posati sulle pieghe del suo splendido vestito da cameriera, un elegante abito nero e bordò stile anni '30, ricamato e ornato di merletti, rimase immobile ad ascoltare attentamente il discorso delle signore.

La sua mente vagava tra le parole pronunciate, cercando di collegare i punti.

Stavano parlando di un demone, e le coincidenze erano troppo evidenti per essere ignorate: la ferita, l'uomo che aveva incontrato, il programma radiofonico.

Roxy - Hazbin Hotel - ItaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora