LE CATENE DI ALASTOR

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Lucifero: "Aspetta! Roxy!"

Lucifero sentì il suo cuore affondare, realizzando il suo errore. Non voleva perdere quello che aveva con Roxy...
Voleva almeno cercare di spiegare la situazione.

Roxy raggiunse la porta, si girò verso di lui con il volto solcato dalle lacrime e poi corse via, fuori da lì.

Roxy continuò a correre nella direzione opposta rispetto alla hall dove la stava aspettando Charlie, non aveva voglia di affrontare la situazione.

Sapeva che probabilmente Charlie non avrebbe fatto problemi e non si sarebbe intromessa nella loro relazione, però Roxy aveva comunque paura. Forse Charlie sperava ancora che Lilith e Lucifero si rimettessero insieme dopo il divorzio, e Roxy era sicuramente d'intralcio. Charlie era una sua cara amica, era una sensazione strana il fatto che avesse avuto un rapporto con suo padre. Un padre che abitava da millenni poi. Alla fine tra la terra e l'inferno lei aveva poco più di 30 anni totali di vita.... Ma in che guaio si era cacciata? Che poi proprio con il re dell'inferno doveva andare a letto? Quelle regole noiose di corte non la ispiravano affatto. Lei non aveva il portamento da regina, anche se avrebbe potuto imparare con una delle sue mille maschere comportamentali. Roxy aveva notato che da quando era scesa all'inferno riusciva a scivolare facilmente dentro la pelle e le sensazioni di un qualsiasi personaggio o stereotipo le venisse in mente. Probabilmente era una qualità del suo potere da demone volpe, un demone dalle mille facce. Sentiva spesso un formicolio sulla coda blu quando provava ad immedesimarsi in un nuovo ruolo, era un potere che le permetteva di compiacere la persona che aveva di fronte. Si probabilmente se la sarebbe cavata lo stesso con un po' di studio e portamento, ma non le ispirava proprio quella vita. Lei aveva voglia riprendere i suoi studi scientifici...
Che poi cosa stava pensando? Lei e Lucifero avevano passato solo una notte assieme. Provavano sicuramente qualcosa uno per l'altra, ma non avevano ancora chiarito i punti della loro relazione.

Roxy si prese la testa tra le mani esercitando pressione mentre continuava a correre con lo sguardo abbassato.

Aaaah perché ci stava pensando così tanto? E perché stava piangendo ancora? Quante cazzo di lacrime aveva versato in quei due giorni? Stava diventando una piagnona, non doveva farsi vedere così debole di fronte agli altri. Era stufa di questi alti e bassi di felicità e tristezza. Forse sarebbe dovuta solamente scappare dall'Hazbin Hotel, scappare dove nessuno potesse trovarla. Trovare un lavoro in un qualche negozio di elettronica e raccattare pezzi di scarto per creare un suo laboratorio. Così non avrebbe più sofferto. Tra Alastor e Lucifero il suo cuore era completamente a frange. Pensava di essere riuscita a piegare abilmente il foglio del suo carattere e delle sue emozioni per crearne un bellissimo cigno di Origami, ma alla fine le era rimasta solo carta straccia e grondante di lacrime. Ma perché aveva fatto quella domanda a Lucifero? Lui tiene tantissimo a sua figlia. Doveva chiedergli scusa. Gli aveva fatto una domanda orribile.

Mentre Roxy correva tra i corridoi dell'hotel senza meta si scontrò con qualcuno e cadde a terra. Roxy aveva lo sguardo diretto verso il basso e gli occhi offuscati dalle lacrime quindi non si era accorta della persona che stava tranquillamente camminando per il corridoio verso la Hall, una persona con un sorriso sempre dipinto sul volto. Il suo passo era calmo e sicuro, e un'aura di charme sembrava avvolgerlo, seguendolo come un'ombra ovunque andasse.

Roxy - Hazbin Hotel - ItaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora