DISPERAZIONE

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Alastor era ancora alla sala radio.
Quella sera, nessuno dei due cercò l'altro.
Alastor non si sarebbe mai degnato di inseguire la dolce Roxy.
Non era nemmeno ancora sicuro di come reagire.
I sentimenti disperati di Roxy complicavano tutto.

La notte precedente, Roxy era riuscita a portarlo al limite della perdizione,
aveva sottomesso lui! il demone della radio!
Gli occhi di Roxy circondati da quelle vampate di fiamme viola erano un ricordo meraviglioso. Il sangue che continuava a scorrere dal suo corpo era stato il culmine. Sicuramente aveva capito ciò che veramente bramava.
O forse Roxy era un mostro quanto lui.
Ah, che visione dannatamente immonda e splendente.


Come poteva Roxy essere anche la stessa creatura fragile che stava singhiozzando nella hall? Quei sentimenti erano fastidiosi, ma potevano sicuramente essere utilizzati a suo vantaggio. Se lei lo amava così tanto da struggersi, allora l'avrebbe sfruttata.
Era effettivamente diventata il suo più prezioso giocattolo.

Prima o poi sarebbe venuta da lui per scusarsi.
E lui ne avrebbe approfittato per provare di nuovo quelle sensazioni esaltanti che erano così vicine e palpabili nella sua mente, ma così lontane.
Alastor alzò una mano al cielo e poi la strinse, come se cercasse di raggiungere quei ricordi, le fiamme di lei.

D'altra parte, Roxy si sentiva ancora in colpa, e le mancava il coraggio di affrontare Alastor. Aveva paura che la notte infiammata che avevano passato insieme non si sarebbe mai più riepetuta, e lei non poteva farci nulla. Era lui a decidere.
Doveva accontentarsi solo del fatto che il grande demone della radio fosse andato a letto con lei. Doveva accontentarsi di averlo soddisfatto, ma nel suo cuore una sola notte non le bastava. Voleva di più, voleva perdersi nei suoi occhi rossi, voleva continuare a percepire la malvagità e l'estasi nel suo sguardo mentre le scrutava il corpo nudo con uno sguardo soddisfatto.
Era come una droga, l'amore era una droga che la trascinava via.
E quella notte la bruciavano più delle fiamme, che l'avevano erosa la notte in cui era morta.
Le fiamme del dolore e della disperazione la consumavano e la lasciavano dolorante,
le fiamme della passione le davano nuova forza e si innalzavano al cielo, come a volerlo rendere partecipe.

Entrambi andarono a dormire senza parlarsi.

Roxy si svegliò e dopo essersi preparata cominciò subito a lavorare. Voleva tenersi la mente impegnata. Andò in cucina a provare una serie di piatti nuovi. Non era divertente come la cucina di Rosie in cui c'erano parti umani mozzate ovunque, ma andava bene anche così. Stava impastando la farina che aveva messo a lievitare la sera precedente. Aveva in mente di preparare un pasto delizioso per il pranzo, destinato solo a lei e agli altri. Finito di preparare le teglie della pizza, le mise in forno e nell'attesa si mise a cantare un po', per allenare la voce. La sua voce riusciva ad essere profonda e sensuale, angelica e dannata allo stesso tempo. Cantava i suoi sentimenti :

''Arrivai qui, sola e scottata,
la mia vecchia vita mi aveva abbandonata,
Ho sentito le fiamme,

La testa spaccarsi

Tutto rosso, due mondi attaccarsi.
Ma poi ho visto te

Bello e galante

Con la tua voce così affascinante.
Mi hai rapito

Mi hai incantata

Ma che stupida sono stata.
Quello che brami non sono io, lo so

Ma la speranza non perderò. ''

Poi, si ritrovò a piangere di nuovo, accovacciata per terra mentre attendeva che le pizze si cuocessero.

Alastor si stava dirigendo verso la cucina per mettere alla prova le sue capacità culinarie, quando udì dei rumori provenire dalla stanza. Curiosamente, si soffermò ad origliare la canzone di Roxy. Aveva subito intuito che era rivolta a lui, ma non sentì il bisogno di affrettarsi da lei. Decise di lasciarla soffrire ancora un po', così avrebbe imparato a non mancargli di rispetto in quel modo.

Roxy - Hazbin Hotel - ItaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora