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Erano le cinque del mattino e Katsuki si era alzato dal letto per bere un bicchiere d'acqua sorridendo alla vista del verdino dormiente osservando il casino che avevano provocato precedentemente.
Ghignò soddisfatto avvicinandosi alla finestra guardando fuori le nuvole presagire una giornata nuvolosa, il sole non era ancora sorto ma sarebbe stato difficile vederlo con quel tempo.
S'incamminò per tornare in camera ma si accorse di aver calpestato qualcosa, allungò la mano e si accorse del telefono di Izuku. Alzò un sopracciglio sospirando alla vista dello sfondo di All Might che aveva dandogli mentalmente del nerd quando qualcosa attirò i suoi occhi, un messaggio non ancora aperto appariva tra le notifiche. Lo lesse senza neanche valutarne i rischi rimanendo subito atterrito.

-Secondo me dovresti lasciar perdere Midoriya, non ti merita, non l'ha mai fatto e dovresti saperlo bene. Perchè vuoi continuare a soffrire per uno come lui? Noi stiamo così bene insieme, dovremmo uscire non credi? Anche solo per una birra, potrei farti dimenticare di lui e di tutto il dolore che hai provato, ti farei andare avanti, ti farei sorridere di nuovo come tu hai fatto con me. Aspetto una tua risposta. Todoroki.

Bakugo sbarrò gli occhi serrando la presa sull'oggetto che teneva in mano, la rabbia salì prepotentemente facendogli passare completamente il sonno mentre prendeva posto sul divano valutando il da farsi e cercando di calmarsi. Un turbine di pensieri passò nella sua mente, dal fatto che sembrasse che il bastardo a metà si sentisse in diritto di descriverlo come un mostro senza sentimenti o di come ci stesse provando senza farsi nessun problema facendogli domandare se il verdino gli avesse mai dato segni di avere qualche possibilità.
Se fosse successo qualcosa tra loro che non gli avesse raccontato sarebbe potuto esplodere completamente ma Izuku non gli aveva detto nulla ne aveva accennato a qualche tipo di legame che poteva essersi rafforzato pericolosamente durante la loro lontananza. Quel senso di disagio non accennava a passare e in un'impeto di impulsività cancellò il messaggio aprendo la chat scorrendo i messaggi precedenti. Avevano sempre avuto delle semplici conversazioni che non facevano intuire nulla di più e anzi, il verdino sembrava schivare sempre le domande sul suo stato di salute sia fisico che mentale facendolo imprecare per non aver fatto nulla prima di quel momento.
Non lo aveva cercato, non gli aveva scritto, aveva pensato di poter vivere la sua vita tranquillamente senza quel ragazzo che gli correva sempre dietro ma si era presto accorto di non poter proprio andare avanti senza di lui. Per quanto non sopportasse il suo essere maledettamente testardo, chiaccherone e impulsivo a volte anche in modo rischioso, non poteva evitare di pensarlo ogni volta che tra le persone intravedeva un cespuglio verde, ogni volta che si trovava contro un villain pensava a cosa avrebbe fatto lui e diamine, ogni volta che lo vedeva apparire su qualche notizia il suo cuore faceva una capovolta tra dolore e gioia.
Aveva capito di esserne attratto in modo fin troppo profondo e che quella distanza non sarebbe stata sopportabile oltre per questo si era avvicinato a lui, per questo quando lo aveva rivisto alla cena non aveva esitato anche se poi si era reso conto che l'alcol lo aveva fatto agire in modo fin troppo affrettato. Voleva fargli capire i suoi sentimenti ma non sapeva come fare, il grande Dynamight era impacciato quando si trattava di aprire il suo cuore per questo era scappato inizialmente, per questo dopo il loro primo bacio non era riuscito a dire nulla lasciando la situazione pericolosamente in sospeso pagandone le conseguenze successivamente. Quando lo aveva visto ubriaco in quel locale non ci aveva visto più, il suo desiderio di avvicinarlo e farlo suo era sgorgato fuori come quando si versa dell'acqua in un bicchiere non fermandosi, facendo fuoriuscire tutto in modo irruento e inevitabile.
Quando gli aveva confessato cosa provasse, i loro sentimenti erano così simili da mandarli in paranoia entrambi facendoli diventare schiavi di quell'amore così avido l'uno dell'altro.
Per questo quando aveva letto quel messaggio aveva storto in naso fissandolo a lungo nel silenzio di quella stanza, era al buio con la sua angoscia e preoccupazione mentre sentiva il verdino respirare nella camera.
Non avrebbe permesso a nessuno di avvicinarlo come aveva fatto lui, quando quel tipo quella volta gli aveva lasciato il numero di telefono lo avrebbe voluto far saltare in aria ma si era dovuto trattenere nei limiti del possibile facendo una fatica disumana. Era così possessivo e geloso da maledirsi da solo per l'effetto che solo lui gli faceva.
<Kacchan... sono le sei... vieni a letto.> una voce leggera e impastata dal sonno lo ridestò dai suoi pensieri riportandolo alla realtà, controllò che il messaggio fosse cancellato a dovere per poi poggiare il telefono sul tavolo e tornare dal verdino.
<Non dirmi quello che devo fare nerd, ci vengo solo perchè voglio.> era davanti al letto con Izuku che teneva le coperte aperte per farlo adagiare al suo fianco ancora con gli occhi chiusi dal sonno, sorrise divertito a quella vista.
<Si si Kacchan...> mormorò piano facendogli alzare un sopracciglio per il disappunto ma appena il suo corpo toccò quello del ragazzo al suo fianco si sentì immediatamente in pace con se stesso, senza pensieri o struggimenti. Lo strinse a se poggiandogli il mento sulla testa e inspirando forte il suo odore che gli ricordava momenti felici e infanzia, in poche parole casa.

Ormai era pomeriggio e Midoriya era di pattuglia con Uraraka, aveva salutato Bakugo che si era diretto alla sua agenzia con l'intenzione di vedersi subito dopo, sorrise tra se e se a quel pensiero.
<Deku.> lo richiamò la bruna.
<Dimmi pure.> si trovavano sopra un edificio ad osservare la città mentre attendevano con trepidazione l'azionarsi dell'auricolare che avrebbe avvisato in caso di una qualsiasi necessità di intervento.
<Mi sembri stare meglio, ne sono felice.>
<Si, sto bene.>
<No intendo veramente bene Deku, non mi sembri avere più le occhiaie o gli occhi stanchi e spenti, brillano di nuovo.> il verdino arrossì di colpo al pensiero di una chioma bionda che lo abbracciava.
<Ecco, questo intendevo!> la ragazza ridacchiò dandogli un colpetto sulla spalla e anche il verdino scoppiò a ridere finalmente contento.
Rimasero qualche secondo in silenzio fin quando Ochako ruppe nuovamente il silenzio canzonandolo divertita.
<Insomma... chi è che sta facendo battere il cuore del grande eroe Deku?>
<Ma di che parli!?> quasi urlò cercando di nascondere l'imbarazzo facendola nuovamente ridere per l'espressione paonazza che si era formata sul suo volto.
<Si si, il nostro Deku si è preso una bella cotta!!>
<Uraraka!!>
<Dai, lo sai che puoi parlare con me, io ti ho raccontato di quando ho salvato Toga mettendomi contro tutti perchè mi ero innamorata di lei... >
<Voi due siete due pazze infatti...> la bruna sospirò riflettendo.
<Si si proprio pazze... ah, mi sa che non te l'ho detto, abbiamo cominciato a convivere.>
<Cosa???!!! Perchè sono l'ultimo a saperlo?> Ochako gli mise una mano sulla spalla sorridendo incrociando il suo sguardo.
<Deku tu avevi già tanti pensieri, ho voluto aspettare per dirtelo, lo sanno solo Todoroki e Iida per ora.>
<Non potevi aspettare anche me?> mise un finto broncio dispiaciuto rattristandosi per non esserci stato per la sua migliore amica.
<Eri in trasferta e Todoroki mi ha detto che eri in... compagnia.>
<Cosa?>
<Si, mi ha raccontato che ci fosse anche Bakugo a lavorare la con te... non deve essere stato facile.> aggrottò le sopracciglia curioso fissandola prima di parlare.
<Che intendi?>
<Dai Deku, so che hai sempre avuto un debole per lui ma avete sempre avuto uno strano rapporto fatto di scontri e sguardi e dopo che ci siamo diplomati non siete rimasti minimamente in contatto dando la vostra presenza alle cene di tanto in tanto quasi a controllare che l'altro non ci fosse.> scese il silenzio tra i due proprio mentre una folata di vento gli fece alzare la sciarpa color ambra che teneva al collo in modo saldo.
Riaffiorarono i ricordi di quel periodo triste e solitario ma sorrise nuovamente prima di parlare, arrossendo.
<Io e Kacchan stiamo uscendo insieme.>

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