Capitolo 34: Piton sempre in mezzo

32 2 0
                                    

Nelle settimane successive con calma, cominciai a preparare gli appunti per gli esami, ero tesa e il mio auto controllo cominciava a vacillare in tutti i sensi sia mentale che fisico

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

Nelle settimane successive con calma, cominciai a preparare gli appunti per gli esami, ero tesa e il mio auto controllo cominciava a vacillare in tutti i sensi sia mentale che fisico.
Vedevo e sentivo che i miei amici erano preoccupati, lo capivo perché non ero del tutto a posto, sapevano bene cosa poteva accadere quando esplodevo.
Sentivo la presenza di Piton ovunque era quasi la mia ombra sembrava come un segugio dietro una preda inavvicinabile e per un buon motivo; ero imprevedibile e indomabile come la scarica elettrica di un fulmine non sapevi mai dove o quando sarei esplosa o caduta atterra.
Sentivo una pressione dentro di me che premeva verso l'alto e voleva uscire, ma avevo come la sensazione che se fosse uscita non sarebbe sbucata come un urlo o un pianto isterico ma come qualcosa di un pochino peggio.
Era tensione, ansia, rabbia, dolore e paura; tutte mescolate in un unico turbine di emozioni.
Un pomeriggio io Kate, Raphael, Alec e Draco ci eravamo presi un momento di pausa fuori nella natura che circondava il castello per distrarre la testa dai libri.
Con l'arrivo della primavera il tempo era migliore del solito e il sole aveva sciolto ogni residuo di ghiaccio e freddo lasciando per la durata del giorno una scia di calore che seguiva poi la notte.
Eravamo sdraiati sull'erba tiepida sulla riva del lago Nero, non ci eravamo vestiti pesanti infatti avevo una maglietta bianca con sopra una camicetta e dei pantaloni a zampa di jeans.
-Raphael cosa facciamo questa estate?- chiese Kate al suo ragazzo che poco convinto si girò a guardala stranito -Amore ma mancano... quanto meno un mese alla fine della scuola, non ne ho idea- disse ridacchiando, lei si appoggiò al suo petto e torno il silenzio.
Poco dopo però sentimmo dei ragazzi avvicinarsi con fare poco pacifico ma io non li degnai di uno sguardo "magari se ne vanno pensai" non mi sbagliai mai così tanto.
-Kate ci presenti la tua amichetta?- chiesero disturbando la nostrana quiete, lei si alzò seguita da Raphael già irritato che li squadrava dalla testa ai piedi -Dai lasciatela stare!- disse lei irritata per l'interruzione e per il loro modo -Perché cosa ci fai se no?- dissero spingendola per terra, Raphael si scagliò su di loro ma venne schiantato per terra e soccorso da tutti gli altri miei amici, che non l'avessero mai fatto.
Ed ecco che accadde la pentola a pressione esplose dalla scintilla di rabbia mi girai di scatto vedendola per terra, Kate, mi alzai lentamente come un felino.
-Ooooh si è alzata la regina! è proprio arrabbiata eh sua maestà!- mi presero in giro ma io non ci vedevo più, potevano prendere in giro me, insultarmi ma non la mia amica e schiantare il suo ragazzo che avevo approvato appieno.
-Emma lascia stare!- gridò Kate per fermarmi vedendo i miei occhi cambiare colore divennero grigi e il mio volto si contrasse pieno di rabbia ceca.
Un sorriso inquietante mi apparve sul viso perché lo sentii nascere dalle viscere del mio essere.
Con un gesto lento e sinuoso li sollevai con forza spaventosa in aria facendoli ruotare in aria come travolti da un uragano.
Poi li fermai sospesi uno accanto all'altro come in un esecuzione pubblica dei pirati, sentivo i loro respiri agitati che attraversavano la gola con frenesia data dalla paura, sempre lei.
Le lacrime rigavano i loro volti ma ormai non aveva più voce per chiamare aiuto.
Gli bloccai la gola con un gesto.
-Emma così li uccidi!- mi gridò Kate spaventata vedendo i loro volti tingersi  prima di rosso e poi diventarono un po' viola, allora con loro sopra la testa mi diressi verso il lago e li lanciai in acqua con forza.
Ma la mia rabbia che già era esplosa in quel modo si unì alla tensione e il dolore e in me scoppiò qualcosa oltre al resto.
Tutto intorno a noi cominciò a tremare, la materia stessa delle cose, tutto vibrava e si distaccava da se stesso per poi ricomporsi e come se non bastasse stava arrivando un temporale estivo che avevo attirato io con il movimento d'aria che stavo causando.
Mi sembrava di vedere tutto quello in terza persona perché io vedevo quello che facevo ma non riuscivo a fermarmi, per quanto mi concentrassi su cose felici e belle come consigliato da Piton.
Non funzionava niente.
Ero sola nell'abisso dei mei pensieri ed emozioni.

Severus Piton: Innamorata di un eclissiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora