Capitolo 18: L'Egitto

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Presi i miei bagagli dal ragazzo che li scaricava dal treno e con un po' di difficoltà uscii dalla stazione, fermai un taxi appena fuori; -Dove desidera andare?- chiese cortese il guidatore con un forte accento dell'est Europa -In generale verso l...

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Presi i miei bagagli dal ragazzo che li scaricava dal treno e con un po' di difficoltà uscii dalla stazione, fermai un taxi appena fuori; -Dove desidera andare?- chiese cortese il guidatore con un forte accento dell'est Europa -In generale verso la campagna londinese grazie verso nord- dissi tranquillamente, lui annuì e partì senza fare domande.
Passò circa un'ora nella quale pensai guardando la città sparire dal finestrino divenendo campagna, non ricordo bene cosa ma non mi persi in cavolate.
Tornai a casa parecchio stanca e lì mi aspettava già Bullet molto tranquillo accoccolato sulla ringhiera in ferro battuto della mia terrazzina, aveva davvero una faccia buffa.
Quando lo vidi non potei fare a meno di ridere aveva una faccia simpatica e lo ripeto perché a quanto si pensa i gufi sono molto espressivi; mi guarda di traverso con curiosità, -Dove vuoi andare quest'estate bello mio?- chiesi entusiasta salendo le scale trascinandomi dietro il baule e facendolo posare sulla mia spalla destra, ed elencai un po' di città e stati più famosi.
Quando nominai l'Egitto ormai stavo mettendo a posto le mie cose e il buio era calato e la giornata era giunta al termine, sentii una punta di eccezione in lui, una sorta di curiosità genuina -Egitto?! ma c'è caldo in Egitto!- mi lamentai io, lui mi guardò con fare accusatorio, come per dire che la prossima volta avrei scelto io se mi dovevo lamentare.
Risi divertita, non aveva tutti i torti -Va bene! D'accordo ed Egitto sia!- entrammo in cucina e misi giù lo zaino che dovevo ancora disfare mi concentrai sul posto di arrivo.
-Anzi aspettiamo domani va... prima sistemiamo?- dissi convinta.
Finii di mettere le cose sporche in lavatrice e le cose pulite negli appositi armadi, misi il baule sotto al letto e poi tornai in cucina; disfai lo zaino che aveva dentro un libro, quaderno da disegno e astuccio.
-Bullet! Vai a caccia che io mi preparo da mangiare!- esclamai nel vederlo indeciso sul da farsi, gracchiò e poi sparì nel cielo che lentamente prendeva colori caldi e intensi del crepuscolo.
La mattina dopo mi alzai piuttosto presto e riposata anche perché se dovevamo viaggiare dovevo essere in forze e prepara a tutto.
La cosa che mi preoccupava un po' era il fatto che l'Egitto era un paese complicato e la loro cultura della donna era un "po'" diversa dalla nostra e io non ero molto informata.
Non che mi facessi pregiudizi ma insomma la paura un po' c'era, ero comunque sola e mentre facevo colazione non diminuì.
Feci in modo di partire quel pomeriggio perché volevo informarmi un po' meglio sul posto e magari farmi un itinerario.
Così verso le 17:30 del pomeriggio avevo tutto organizzato, Bullet era appollaiato sulla sedia accanto a me e non mancava niente, potevo partire.
Lasciai andare la mia energia come al solito sentendomi strappare via un pezzo di me,  poco dopo guardando fuori dalla finestra vedemmo uno spettacolo mozzafiato: le piramidi di Giza in un tramonto stupendo.
I colori erano indescrivibili una fotografia non direbbe nulla, le tre mastodontiche piramidi in fila filtravano i raggi rossi del sole sulla sabbia che assorbiva quel colore intenso riflettendo tutto ciò intorno a loro.
Rimasi ad ammirarlo per un tempo che non calcolai, poi però mi resi conte che quando ero partita da me era solo pomeriggio e li era il tramonto.
...
Una mattina dopo circa tre settimane dal mio arrivo, mi svegliai con la testa giù da cuscino, penzolava giù dal materasso del letto.
Io dormivo la maggior parte delle volte (quando accadeva) composta, al massimo erano le gambe a fare casino con le coperte.
Avevo fatto il solito sogno che ormai mi pareva quasi come una routine che oggettivamente non mi muoveva più così tanto.
Avevo però un'altra sensazione, mi sembrava di essere in una posizione un po' diversa anzi la casa che guardavo a testa in giù era diversa, beh vorrei dire!, era possibile?
Aprii gli occhi un po' meglio e vidi tutto sfocato come al solito, la luce calda del deserto mi tradisse gli occhi dolorosamente.
Quando dormo così profondamente mi sembra, al risveglio di aver dormito per giorni, ma quel giorno quando misi a fuoco vidi che ero al contrario, quello era a posto per quanto lo possa essere, mi tirai su e spaventata vidi gli oggetti della mia stanza volteggiare per aria, ma che cazz...
Appena realizzai la situazione che era tutt'altro che normale, gli oggetti caddero a terra con un gran fracasso.
Io mi raggomitolai sul letto nell'angolo più vicino alla parete, "Oddio c'è un mago nella mia stanza... magari è del Ministero?" Pensai terrorizzata, sguainai la becchetta e andai ad esplorare la casa pronta a tutto.
Inevitabilmente era più vuota del solito visto che Bullet non c'era.
"Ci mancava solo questa..." pensai mentre accucciandomi raccolsi il disastro che era stato combinato.
Quando finii di pulire e mettere in ordine mi diressi in cucina a preparare la colazione a me e a Bullet quando sarebbe arrivato.
Preparai i pan cake con calma e non calanche anche se l'episodio mi aveva leggermente traumatizzata.
Insomma al minimo rumore scattavo e sguainavo la bacchetta come se dovessi ammazzare qualcuno, ma la paura non mi permetteva di stare immobile.
-Bullet è pronto!- lo chiamai a gran voce e dalla finestra aperta sperando mi sentisse, quel pirla si fiondò dentro pronto a mangiare, posandosi sulla mia spalla.
-Sei veramente un ingordo io non sono un albergo! Mi devi fare anche un po' di compagnia! Non puoi solo mangiare e dormire!- mi lamentai, lui gracchiò divertito e mangio a colazione con calma.
Finita la colazione mi vestii molto semplice: pantaloncini corti neri e una maglietta bianca, uscii pronta per esplorare il sole quasi non mi accecò -Cazzo Bullet ma proprio l'Egitto?- mi lamentai ancora.
Scocciata entrai in casa e mi misi a pensare, seduta sulla poltrona vidi il mio libro sul tavolo ma non avevo voglia di alzarmi a causa del caldo particolarmente intenso, in modo istintivo allungai la mano per provare a farlo venire da me, sapendo che non sarebbe successo, il libro "magicamente" mi arrivò subito in mano.
-Bullet hai visto?- gridai stralunata ma lui non mi considerò di striscio era fuori al sole, non so se per i gufi è normale amare la luce o il caldo ma quando mai con me le cose andavano per il verso giusto?
Mai.
Decisi che era il caso che mi fossi abituata al caldo e alla sabbia perché d'altronde sarei stata lì per un bel po', così decisi di fare una passeggiata fuori per ambientarmi.
Meno male che decisi di uscire, perché se non mi sarei persa una della meraviglie del mondo.
Andai ad una agenzia per le uscite turistiche per vedere da vicino le piramidi e visitarne l'interno, -Buongiorno salve...- -Helo! Posso aiutare?- chiese una Signora ad bancone che non mi capiva molto bene, sebbene parlassi inglese.
-Buongiorno vorrei un biglietto per visitare le piramidi è possibile?- dissi scandendo lentamente parola per parola capendo che forse parlavo un po' velocemente -Ah no non possiamo più- disse lei -Oh e perché?- -Qui pieno!- esclamò, -D'accordo...- dissi afflitta -Arrivederci buona giornata-.
-Ei ciao!- disse una ragazza avvicinandosi -Ciao- dissi titubante subito sul chi va là -Piacere sono Will... sono inglese mi sono trasferito qui da circa tre anni... ehm ho sentito che vorresti vedere le piramidi... ecco io sono una guida turistica privata se... se nel caso volessi...- -Si assolutamente si...- dissi subito -Quanto mi fai?- chiesi -30 per tutte e tre dentro e fuori- disse guardandomi negli occhi -Va bene te li do alla fine d'accordo?- dissi, lui sorrise -Prudente! Sì per me va bene- disse con un sorriso più ampio.
Will aveva la carnagione abbronzata di una tonalità dorata, il fisico molto asciutto ma imponente e i capelli chiarissimi da sembrare Malfoy ma riccio.
Gli occhi invece era scuri quanto i miei più o meno, forse un po' di più i miei erano nocciola i suoi tendevano al nero pur non essendoli.
Fu così che visitai le piramidi di Giza e ne rimasi ammaliata.
Erano fottutente alte e ancora oggi quasi perfettamente conservate, non mi pareva possibile ma era così, sarei rimasta a guardarle e studiarle per sempre.
-Devi sapere, Emma che una volta queste tre meravigliose Piramidi erano allineate ai tre astri della cintura di Orione. La domanda sorge spontanea...- io lo interruppi -Come cacchio avevano fatto? Che adesso non riusciamo a costruire una casa in meno di un anno e loro senza mezzi hanno costruito queste meraviglie?- conclusi io facendolo ridere, -Direi che mi hai preceduto alla perfezione!-.
Will mi fece fare tutto il giro raccontandomi tutto nel dettaglio, ogni geroglifico, ogni oggetto e del motivo per cui era stato posato in quel modo.
Era davvero molto bravo nel suo lavoro e anche molto giovane, secondo me avrà avuto non più di 25 anni ma decisi alla fine della Giuda di chiederglielo.
-Will ma quanti anni hai se posso?- chiesi -Ne ho 24 tra qualche mese ne faccio 25... tu? Anzi non me lo dire che è meglio- disse ridendo, io arrossii visto che non sarebbe stato legale per me essere lì.
-Grazie Will sei davvero bravo davvero... ti auguro il meglio!- dissi pagandolo con un sorriso riconoscente, salutai e ripresi la strada tornando a casa -Grazie anche a te!- esclamò lui con un sorriso.
Quella sera pensai alla meravigliosa uscita che avevo fatto qualche ora prima, ancora non riuscivo a togliermi dalla mente quelle immagini e le parole di Will mi rimbombavano nelle orecchie.
Ma come era possibile?
Che abbiano avuto un mago tra loro?
Per misurare le stelle avrebbero dovuto volare per riuscirci...
Non mi diedi una risposta ma non volevo neanche saperla visto che amavo quell'irrisolvibile mistero.

Bene la telecinesi era un'altro problema oltre alla mia poca sopportazione al caldo che faticavo a risolvere.
Ed ecco signori e signore un'altra cosa strana di me che scoprii quell'estate sola soletta in mezzo alla sabbia e ad un caldo soffocante.
Forse l'unica cosa che apprezzavo di quel caldo è che si sudava il minimo necessario non essendo un caldo umido ma secco, non piovendo mai.
Ma la telecinesi era una cosa che non riuscivo a mandare giù proprio non ci riuscivo, era troppo assurda per essere vera.
Dici mille congetture prima di rassegnarmi a quella che era la realtà dei fatti, "Potrebbero avermi drogata e questa è solo un allucinazione! Oppure mi anno fatti una fattura e adesso sono impazzita!..." continuai così finché non mi feci pena da sola e la smisi.
Accettai quello che ero.
Strana.
Avevo pure un po' paura di usarla; i disastri che potevo fare anche solo muovendo una mano nel modo sbagliato erano innumerevoli e terrificanti.
Mi sentivo un pericolo pubblico, forse dovevano rinchiudermi, per evitare disastri o catastrofi.
Mi sentivo un pericolo per le cose che mi circondavano e a cui volevo bene, il problema era che se una cosa la pensavo accadeva come con il libro e avevo paura che succedesse con qualcos'altro.
Cioè, se una persona magari mi tagliava la strada mentre cammino per il villaggio e io per un impeto di rabbia pensavo che morisse?
E poi mi crepava sul serio?
Ecco!
Avevo il terrore che potesse accadere davvero una cosa del genere e poteva benissimo capitare perché mi incazzo con pochissimo!
Il percorso per arrivare all'auto controllo fu lungo e impegnativo, mi allenavo tutti i giorni e finii per capire quale ti tipo di impulso dare al mio cervello per fargli capire quando usare quel potere assurdo o meno.
Collegai con l'esercizio e il supplizio, un gesto con ma mano al potere mentre se non gesticolavo in quel modo preciso niente accadeva e questo me lo ero imposto da sola per non combinare casini inutili, quantomeno per ora.
Va beh lasciamo stare va che è meglio!
Una mattina un gufo grigio picchietto alla finestra, aprii e lo feci accomodare, mangio e bevve tranquillo mentre io leggevo la lettera.
Era arrivato l'elenco dei libri per il quarto anno, naturalmente mandai Bullet a prenderli, aveva tanto voluto venire in Egitto e ora volava fino a Diagonalley a prendere i materiali!
Non mi interessava proprio zero che fosse stanco o irritato, la prossima volta ci pensava prima!
Ci mise parecchio tempo ma io potevo aspettare non era un problema per me.
Il primo settembre poco prima di partire per Hogwarts mi guardai allo specchio del bagno, non mi riconoscevo.
Avevo una stupenda abbronzatura, i capelli si erano schiariti con il sole e il caldo, gli occhi erano diventati ambra ma quello non era da incolpare al tempo meteorologico.
Avevano cominciato a cambiare quando mi esercitavo per non ammazzare la gente a caso, e si erano schiariti un po'.
Erano davvero belli un bel color ambra.
Tornati a Londra per essere vicini alla stazione presi il mio bagaglio il mio zaino e la bacchetta sempre con me e liberato Bullet andai a King's Cross per rivedere i miei amici dopo ben tre mesi via.


Buon jour!!!💜 Da questo anno, dunque dal capitolo successivo, in poi le cose si fanno più interessanti lo prometto... ma abbiate pazienza perché il loro rapporto l'ho voluto far evolvere con la complicata lentezza umana. La negazione e la paura... fatemi sapere cosa ne pensate!!! Ringrazio chi commenta e lascia una stellina!!!

Severus Piton: Innamorata di un eclissiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora