Capitolo 40: Il sacrificio

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Cinque giorni dopo la partenza di Piton da Hogwarts mi preoccupai seriamente, decisi che era arrivato il momento di andare da Silente

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Cinque giorni dopo la partenza di Piton da Hogwarts mi preoccupai seriamente, decisi che era arrivato il momento di andare da Silente.
Uscii quella mattina dalla sala comune con calma pensando a come pormi al preside in modo civile ma decisi che avrei fatto come mi sarebbe venuto, di istinto come al solito.
Andai al suo studio che ero ancora in pigiama e bussai, -Avanti- disse con il suo solito tono calmo, entrai sicura e serena con sguardo duro -Preside mi scusi se la disturbo ma volevo avvisarla che vado a recuperare Severus ovunque egli sia- dissi decisa e mi voltai e presi per uscire -Emma non penso proprio che...- disse il Preside alzandosi provando a fermarmi -Signore... so che è in una situazione non piacevole e dolorosa quindi vado. Arrivederci professore buona giornata- -No non puoi andare da sola vengo anche io- disse spostandosi dalla scrivania, io risi genuinamente -Assolutamente no, lei mi deve aspettare qui qualsiasi cosa accada- dissi seria e uscii chiudendomi la porta alle spalle, sentendolo borbottare mi venne da ridere ma cosa creda a di fare, non sarebbe mai riuscito a fermarmi.
E se veniva con me non potevo rischiare di avere un'altra persona da perdere, non che lui avesse bisogno di protezione essendo il mago più grande della nostra era ma, era anziano e non volevo correre rischi inutili io potevo cavarmela benissimo da sola.
Tornai in camera in fretta e furia mi cambiai e mi misi un pantalone a zampa nero e uno maglione a righe azzurre e bianche, mi lavai e sistemai i capelli, "pensa dove potrebbe essere" pensai nel frattempo; decisi di passare e casa Malfoy, ero sicura che l'incontro fosse lì me lo sentivo.
Siccome era già successo che si fossero incontrati là i mangiamorte dovevo tentare e questa teoria dava man forte ad una mia sensazione.
Prima che mi smaterializzassi sentii una fitta alla schiena, -Ma porca...- non finii l'insulto perché strinsi i denti e sparii.
Mi smaterializzai con una forza e velocità sorprendenti, anche se in teoria ad Hogwarts non si riuscirebbe a fare queste cose per me a quanto pare non è un problema o un ostacolo; mi trovai pochi secondi dopo davanti all'enorme Villa Malfoy, cupa ma anche bellissima allo stesso tempo.
Vidi che l'enorme cancello in ottone era chiuso, mi avvicinai e notai un lucchetto magico, sorrisi con un mio gesto veloce si aprì con uno scatto, attraversai il giardino velocemente e arrivai a grandi falcate al portone di quercia e bussai con forza sul legno massiccio.
Poco dopo mi venne ad aprire Bellatrix -Tu brutta...- mi accolse con estrema dolcezza e piacere -Buongiorno cara... ascolti, o risponde alle domande e mi fa entrare di sua spontanea volontà o lo faccio con la forza veda lei- dissi interrompendola con un sguardo duro come l'adamantino, lei si spaventò, il mio sguardo diceva tutto sarei stata capace di ucciderla in quel momento.
Mi fece entrare anche se a mala voglia -Draco e la sua famiglia sono qui?- chiesi gelida -No- disse a denti stretti -Bene, dov'è Piton?- chiedo con una voce dura e intransigente che non aveva intenzione di aspettare -Io non...- la presi per il vestito nero da Punk e la sollevai con forza da terra -Non menta a me! Ha capito!- dissi con una crudeltà e rabbia che mi stupii da sola sentendo gli occhi scaldarsi -È nella stanza... quella della tua...- capii al volo e la mollai lasciandola cadere per terra come un sacco di spazzatura, lo avevano portato nella sala con il tavolo e le sedie dove ero stata torturata e uccisa.
Mi pulii le mani in segno di disprezzo facendola irritare.
Salii le scale due a due e arrivai su, bussai alla porta nera di mogano perché sono una persona educata e non irrompo a caso in una stanza senza bussare ma quando entro è un problema.
-Avanti- disse la voce fredda che ricordavo, un ghigno mi comparve sul volto questa volta sarebbero cambiate un po' di cose. Spalancai la porta con teatralità -Buongiorno signore e signori come va?- dissi con espressione crudele sul viso -Sono venuta portare via una persona- dissi, -Il suo soggiorno qui è terminato!- tutti i presenti erano scioccati non riuscivano a muoversi.
Uno si alzò all'improvviso puntandomi la bacchetta in faccia e provando a schiantarmi, risi mentre con la mano lo bloccai e chiudendo il palmo strinsi il cuore in una morsa invisibile.
Divenne rosso, poi viola, -Dunque qualcuno vuole provare?- chiesi mentre il signore stava morendo, nessuno rispose così lo mollai non volevo morti sulla coscienza nel caso solo uno.
Mi appoggiai ad una sedia di un signore piuttosto grosso che tremava come una foglia, passando per il tavolo sentivo che suscitavo terrore profondo e paura, ne provai una grande gioia, poi lo vidi nell'ombra Voldemort con il suo spettrale candore.
-Signorina Watson che sorpresa rivederti viva- disse sorridendo malignamente, uscì dall'ombra trascinando il corpo di Piton inerme come un sacco ma credo cosciente, mi mancò un battito cercando di non farlo notare, -Che cosa gli ha fatto?- chiesi inespressiva, -Beh un po' di tortura li, un po' di tormento psicologico la, ma niente di che- disse ridendo glaciale la sua crudeltà mi colpì come un coltello; lo sollevò con la bacchetta e melo mise hai piedi e lo vidi svenire chiudendo occhi.
Mi chinai su di lui -Severus...- sussurrai posandogli una mano sulla fronte facendolo rinvenire -Emma sei qui?- disse terrorizzato -Si certo che sono qui, non tornavi- dissi -Devi andare via- disse piano -Non ci penso proprio mi dispiace- dissi seria accarezzandogli il viso dolcemente, poi svenne ancora.
-Ho scoperto un po' di cosette sul vostro conto, Watson- disse guardandomi famelico Voldemort, gli aveva letto la mente intuii ma mi stava guardando in modo strano -Mi illumini- dissi facendo finta di non capire anche se il mio tono era sfrontato -Oh ma lui ti ama tanto sai?- io sorrisi crudele -Immagino lei non ne abbia la minima idea o esperienza- dissi prendendolo in giro -No ma ho visto che Severus è diventato più forte e resistente di prima dopo quelle... cose che avete fatto- disse ragionando mentre mi osservava tranquillamente -Quindi è il caso che provi anche io, prima però siccome non mi serve più, è il caso che me ne liberi cosa ne dici?- disse guardandomi negli occhi per vedere la paura attanagliarmi, non accadde.
Non sarebbe mai riuscito a ucciderlo sotto i miei occhi, mai.
Lanciò l'Avada Kedavra ma io non muovendomi di un centimetro da lui la deviai -Mi spiace deluderla ma lui non si tocca- lo sollevai in aria circondato da luce, e feci in modo di averlo vicino a me per proteggerlo.
-Perché lo proteggi! Quando potresti unirti a me! Io sono il mago più potente della nostra era!- urlo minaccioso, guardandomi pieno di desiderio sguainai la bacchetta e sorrisi crudele -Puifh e la definiscono un mago potente ma dove..- dissi ridendo di lui -Lei non conosce l'amore non è neanche una minima parte di quanto vale Severus Piton mio caro- dissi impertinente e mi girai di spalle, feci smaterializzare Piton nello studio di Silente ma poco prima di sparire a mia volta mi attaccò.
Tra maghi d'onore non ci si attacca di spalle se si è uno a uno neanche in uno duello vita o morte; -Lei è sleale- dissi cadendo a terra sulle ginocchia gemendo, mi aveva colpita con la maledizione del dolore, la sentii scorrere nelle mie vene mentre il dolore aumentava pian piano, lo sentii ringhiare arrabbiato non era abituato ad un rifiuto.
Mi alzai con uno sforzo immane, -Ma cosa vuole da me ancora!?- gli urlai facendo lo smettere -Cosa vuole da questa vita?!- lui mi guardò gelido e insensibile, -Da te voglio la magia che hai fatto a Piton dalla vita voglio che mi aiuti ad evitare la morte- disse sibilando, io scoppiai a ridere e non appena iniziai non riuscii più a smettere, -Da me non avrà nient'altro che pietà e la vita c'è solo perché la morte la bilancia quindi non può vivere se non esistesse il suo opposto quindi si rassegni- dissi ancora ridendo.
Lui mi guardò con rabbia, ma una rabbia feroce e esplosiva lo vidi fare un movimento rapido con la bacchetta quasi invisibile ma io ero presente e concentrata e non mi feci cogliere impreparata, schivai l'incantesimo e attaccai con forza e rabbia.
Gli incantesimi che ne scaturirono furono potenti a tal punto da far traballare Lord Voldemort in persona insieme alle mura della villa, chiamò i suoi seguaci a dagli una mano, -Ora!- urlo lui con uno sguardo impregnato di paura; fu allora che lo sentii, la pressione premere nel mio corpo come un vulcano e decisi di lasciarlo andare.
Così feci, lo lasciai andare tutto il mio potere; aprii le braccia mentre tutti insieme i mangiamorte mi schiantavano, un onda di energia esplosiva uscì dal mio corpo come una liberazione li vidi smaterializzarsi con il terrore nei loro occhi e la villa esplose sbriciolandosi.
L'onda d'urto della mia magia vagò per chilometri distruggendo tutto quello che colpiva; poi sempre lì in mezzo alle macerie sospesa in aria con gli occhi chiusi, richiusi le braccia intorno ala mio corpo e tutto di si ricompose.
Mi ritrovai sola a Villa Malfoy, scesi dalle scale e andai in giardino, attraversai il cortile e appena fuori dal grande cancello, era tornato tutto come se nulla fosse accaduto.
Mi smaterializzai nello studio di Silente più velocemente che potei con un solo pensiero in testa, Severus Piton.
Lo trovai chinò su Piton che giaceva sul pavimento mentre con la bacchetta in mano farfugliava incantesimi a me sconosciuti, -Professore come sta?- chiesi chinandomi accanto a lui mettendogli una mano sul petto, -Male non riesco a...- disse le tremavano le mani impotente mentre il volto tremava in una smorfia di dolore -Professore...?- dissi mentre la mia voce veniva a mancare le lacrime cominciarono a scorrere sul mio viso come fiumi di dolore interminabile -Severus Piton se ti azzardi a lasciarmi adesso ti uccido con le mie mani!- dissi urlando scoppiando in lacrime, piansi se pur non emettendo un suono.
Mi alzai e diedi le spalle a Silente che con gli occhi sbarrati guardava l'insegnante più cinico mai visto freddo e immobile perché il cuore si sta a fermando, accanto a lui; mi morsi forte la mano finì a farla sanguinare, non poteva morire, no assolutamente no era escluso, non lo avrei permesso a quel bastardo rompi palle di lasciarmi lì da sola non esiste.

Severus Piton: Innamorata di un eclissiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora