-Kate! Alec!- salutai felice i miei amici andandogli incontro a braccia aperte -Emma!- esclamarono mentre ci stringevamo in un abbraccio.
-Hai già messo via i bagagli?- mi salutò Alec premuroso -Si se voi avete fatto saliamo!- dissi, siccome avevano già sistemato tutto anche loro salimmo in cerca di posti ma questa volta non fummo così fortunati, l'unico semi libero era assieme a Malfoy che stranamente era solo.
-Possiamo?- chiesi riluttante al biondino -Ciao Ragazzi! Sì venite venite- disse Draco con un tono cordiale ma pacato -Come sono andate le vostre vacanze?- io non risposi ma Alec gli raccontò in modo dettagliato di come Praga fosse una città stupenda eccetera eccetera...
-Watson tu?- chiese Draco rivolto a me -Cos...? Ah ecco io sono andata in Egitto vi giuro stupendo!- dissi distratta con un piccolo sorriso.
Non avevo tanta voglia di parlare, sentivo di dover controllare le emozioni per bene quest'anno perché se no avrei fatto un macello, così lasciai loro hai loro discorsi.
Io mi persi a osservare il paesaggio, c'erano le nuvole quel giorno a Londra ma piano piano le vidi diradarsi fino a far spuntare il sole all'orizzonte in mezzo alle colline verdi.
Scesi con difficoltà, tra spintoni e urla dal treno, prendemmo le solite carrozze piene di bagagli e percorrendo la strada alberata per arrivare al castello ci ritrovammo a ridere e scherzare tra noi.
Insomma mi ero riattivata e risalita dai miei pensieri cupi e pessimisti e ora ero tornata in modalità sociale.
Arrivati al castello andammo nella sala grande e prendemmo posto più o meno i soliti, assistemmo allo smistamento e Silente fece un discorso particolare.
-Benvenuti e bentornati, quest'anno avremo l'onore immenso di avere come ospite ad Hogwarts si terrà un evento molto importante- pausa d'effetto -IL TORNEO TRE MAGHI!- la sala esplose euforica, -Si si adesso silenzio. Molti di voi non sapranno di cosa si tratta, il torneo tre maghi consiste in una competizione amichevole con altre due scuole. Dunque.. verranno scelti tre ragazzi uno per scuola e si sfideranno in tre prove. Gloria eterna al vincitore!- esclamò facendo esplodere un'altro applauso -Potranno partecipare però solamente gli alunni dai 17 anni in su con nessuna eccezione, traccerò quindi una linea di età per evitare incomprensioni. Dunque... a malincuore vi annuncio che il Quiddich sarà sospeso per tutto l'anno e verso ottobre arriveranno i nostri ospiti! Buon appetito!- e con questo iniziò il banchetto tra risate e sussurri.
-Oh mio dio ma vi rendete conto che ospiteremo due scuole nuove?- disse Kate estasiata -Non sapevo chi fossero altre scuole in realtà?- dissi confusa io corrugando la fronte -È si... mio padre voleva mandarmi a Dumstrang ma mia madre diceva che era troppo lontano quindi eccomi qua- disse Malfoy con fare divertito io risi -Peccato!- -Dai Watson!- disse irritato, io continuai a ridere finché non si unirono anche Alec e Kate mentre Draco ci guardava come fossimo scemi.
Non che si sbagliasse.
I giorni a seguire furono impregnati di attesa, ogni singolo studente era in fibrillazione per gli ospiti che stavano arrivando.
Scoprimmo inoltre di avere un nuovo professore di difesa contro le arti oscure, visto che Lupin, per la gioia di Piton si era licenziato.
Il nuovo professore si chiamava se non sbaglio Alastor Moody detto Malocchio Moody, a causa del suo occhio di vetro onnisciente davvero inquietante.
Andammo a lezione di trasfigurazione dopo aver ricevuto gli orari dai nostri prefetti il primo giorno dopo il nostro arrivo, la professoressa McGonagal ci insegnò a trasformare un animale in un bicchiere.
Era magia davvero complessa ma non fui così sorpresa di vedere che mi riusciva piuttosto semplice.
Vinsi 20 punti per Serpeverde per aver trasformato l'animale in bicchiere al primo tentativo, cosa di cui andai molto fiera.
Solitamente la professoressa McGonagal non dava punti a Serpeverde se poteva ma io le stavo particolarmente simpatica quindi quando poteva mi premiava per quello che era il mio valore.
Le due ore successive furono di difesa contro le arti oscure, sarò sincera, ma quel professore aveva un non so che di strano ma... lasciai perdere quella strana sensazione che mi covava dentro.
Quando entrò non si presentò neanche, si fiondò sulla lavagna, scrivendo come un dannato e disse con voce roca: che l'uso delle maledizioni senza perdono ci avrebbero spedito direttamente ad Azkaban.
Io alzai il sopracciglio con fare stranito, Late mi diede una leggera gomitata -Che c'è?- chiesi -La tua faccia- -Cosa ha?- -Sei troppo espressiva, Emma potrebbe dirti che cosa hai da fare con quella faccia- disse lei, io sorrisi -Mio Dio grazie- dissi, lei sorrise.
Fece l'appello per avere una prospettiva generale di come ci chiamavamo e iniziò subito con la lezione senza preamboli; la sua voce era ferma e rauca e dava la sensazione che quell'uomo ne avesse passate tante nella sua strana vita.
Ci fece vedere come primissima lezione gli effetti delle maledizioni su un insetto enorme, era tipo una specie di ragno incrociato con uno scarafaggio, insomma faceva schifo, e solo l'idea che potesse avvicinarsi più di 2 metri a me, mi terrorizzava ma riuscii a mantenere la calma per il bene di tutti.
Preso il disgustoso animale tra le mani lo ingrandì -Engorgio- disse roco poi ci guardò uno ad uno negli occhi -Bene ora vi illustrerò le maledizioni senza perdono, ascoltate per bene perché vi potrà servire per il futuro!- esclamò facendo sussultare alcuni miei compagni.
-Non ho intenzione di ripete la lezione quindi ascoltate per bene senza prendere appunti! Signorina ha sentito!- disse riprendendo la Granger che già scriveva, lei arrossì e chiuse tutto.
-Bene...- disse soddisfatto risguardando tutti noi con fare così intenso da far abbassare la testa a molti.
La prima maledizione che mostrò fu la Cruciatus, la maledizione della tortura che portava alla pazzia la persona torturata, i miei compagni abbassarono le teste nel vedere quel l'essere vivente soffrire ma io la alzai in senso di disprezzo, non avevo certo intenzione di abbassarmi a torturare un'anima o rispettare chi lo faceva.
Il professore lo notò e mi squadrò interessato, io non distolsi lo sguardo disgustata.
La seconda maledizione fu l'Imperius, il non controllo di sé stessi, infatti con quella maledizione eri obbligato a fare tutto ciò che il tuo "padrone" ti comandava, il professore fece saltare l'insetto sulle teste di tutti.
La classe rise e si agitò, ma quando provò a farlo saltare sulla mia alzai leggermente la mano dal banco e l'insetto si fermò per aria rimanendo immobile.
Il professor Moody rimase interdetto, mi squadrò da cima a fondo senza capire ma per evitare complicazioni sul momento proseguì con lo scherzo.
-Emma cosa fai?- disse Kate a denti stretti -Io quell'insetto sulla testa non lo voglio!- dissi con tono che non ammetteva nessuna replica, -E fin qua sono d'accordo ma come hai fatto?!- ripete, -Eh magia!- dissi ironica non volevo dare spiegazioni almeno non adesso.
Non ero sicura di voler far sapere che sapevo fare certe cose, magari in un momento più lontano.
L'ultima maledizione fu Avada Kedavra l'anatema che uccide, li ebbi un po di difficoltà, quella maledizione mi dava una strana sensazione.
La povera anima che, anche se mi faceva schifo, non odiavo da volerla torturare e uccidere morì sul colpo senza sofferenze appena il professore proferì la parola: -Avada Kedavra-.
Quella mi affascinò oltre che a turbarmi, una morte indolore e inconsapevole, invivibile non lasciava traccia di nulla, solo assenza di vita.
Nel mondo Babbano era rara una morte così istantanea senza dolore o sofferenza cosa che avevo visto nel mio sogno, la lentezza di una morte.
Fu una lezione interessante ma alquanto inquietante, per lo più per la freddezza e leggerezza con cui il professore maneggiava tali espressioni di magia oscura.
-Lezione interessante eh?- fece Malfoy spuntando da dietro le mie spalle -Si ma alcuanto leggera per dei temi come questi- dissi molto seria -Si concordo con Emma- disse Alec turbato guardando per terra -Emma se posso come hai...- non finì la frase perché il professor Moody chiamò Neville a gran voce -Ragazzo vieni da me un secondo per favore!- e il povero Neville spaventato a morte seguì l'inquietante professore risalendo le scale fino all'aula. Approfittai per evitare di rispondere e scendemmo fino alla sala grande per il pranzo.
Andammo a mangiare ma ero un po' innervosita, non sapevo bene perché ma lo ero eccome, infatti per sbollire il nervoso, passai il pomeriggio il cortile dove il sole era diretto sulla fontana e lasciava dello spazio tra il loggiato.
Con il libro che galleggiava davanti a me per comodità iniziai a leggere e quando avevo finito la pagina con il pensiero la giravo usare le mani non mi andava e mi stavo tormentando gli anelli.
L'aria comincia a diventare frizzante e la cosa mi diede gioia, le foglie si alcuni alberi stavano perdendo il colorito verde sgargiante che avevano di solito prendendo sfumature più giallastre.
Sentivo il bisbiglio delle persone curiose e poco rispettose che passavano e vedevano il mio libro in aria ma a me mene fregava proprio un emerito... penso si sia capito la quantità di interesse che avevo nei loro confronti.
Avevo deciso che non mi sarei limitata solo per le cose che la gente avrebbe potuto dire o pensare, io ero così e andava bene per me.
-Watson cosa stai facendo?- chiese una voce familiarmente fredda e poco gradita -Leggo professore- risposi con tono che evidenziava la ovvietà dalla cosa, senza alzare gli occhi dal libro per degnarlo del mio sguardo.
-Seguimi!- mi ordinò gelido, alzai gli occhi al cielo e mi alzai, seguii il professor Piton per le vie del cortile, poi entrando si fermò e mi fece entrare in un aula vuota, -Watson come ti permetti a rispondermi così! Se non fossi della mia casa ti toglierei 300 punti!- sbraitò lui con fare rabbioso -Beh lei non è che sia meno educato- ribattei irritata mentre sentivo la rabbia crescere e continuai -Ma come può pretendere che la gente le porti rispetto se lei non fa altro che gridare o rispondere male!- gli sbraitai addosso.
Vidi i banchi dell'aula muoversi e alzarsi da terra di qualche centimetro, cercai di calmare l rabbia e respirai, lui strinse i denti -Punizione signorina Watson- disse glaciale -Stasera alle 21:00- alzai gli occhi al cielo esasperata -Posso sapere almeno perché mi ha chiamato qui oltre che per insultarmi visto che leggevo non facevo niente di male!- mi arrabbiai ancora ma mantenendo il controllo -Non ti devo spiegazioni- ribatte freddo e irritato dal mio tono.
-Invece ritengo di si- dissi con un tono più calmo possibile anche se gelido -Il tuo modo di lettura non è normale- rispose duro guardando i miei occhi più chiari -Bene non lo farò più se le da fastidio- dissi fredda -Andiamo dal Preside- -Addirittura- lo canzonai io lui si girò lentamente -Si- mi rispose glaciale -Veloce muoviti- aggiunse frettolosamente con il suo solito tono incazzato, io scossi la testa e lo seguii.
Arrivammo dal preside che avevo il fiato corto era più alto di me di almeno 20 centimetri e camminava più veloce di me, bussammo -Avanti!- e Piton apri la porta, -Dentro- mi ordinò -Buongiorno signore- dissi salutando il preside che ci osservava con un sorriso.
-Preside- inizio Piton con fare freddo -Severus cosa succede che ti vedo più agitato del normale?- disse ridacchiando prendendolo in giro, Piton gli raccontò la faccenda come se fosse una cosa assurda e inammissibile con un tono schifato mentre io visibilmente nervosa mi tormentavo l'anello al dito medio.
Perché, perché doveva sempre succedere a me e perché lui serpe velenosa si accaniva sempre su di me?
-Emma?- chiese calmo il preside -Si?- risposi tornando alla realtà -Puoi confermare quello che ha espresso il professor Piton con così tanta attenzione ai dettagli?- -Si ma...- -Vede ha confermato! Non si neanche presa la briga di difendersi- disse schernendomi, io gli lancia uno sguardo di fuoco pieno di odio.
-Mostrami!- ordinò tranquillamente il preside con fare bonario, -Ma io...- -Watson! Sbrigati!- mi ringhio Piton con rabbia -Severus non serve- disse Silente mettendolo al suo posto, io mi voltai verso il preside e un istante dopo il libro che avevo in mano volteggiava intorno a me, come fa un satellite intorno al suo pianeta.
-Riesci ad alzare più oggetti contemporaneamente?- chiese con fare accademico e interessato, poco dopo tutti i soprammobili nel suo studio erano in aria.
Mi tormentavo gli anelli, lo avevo lasciato di stucco evidentemente perché il viso contornato d'argento aveva un'espressione visibilmente inquieta e concentrata ma aveva un sorriso che lo faceva sembrare felice ugualmente sereno.
-A noi maghi non è stato concesso dalla natura di fare magie senza bacchette siamo vincolati invece Emma, tu no- disse affascinato alzandosi, io ero molto in imbarazzo sentii la mia faccia cambiare colore.
-Quando hai scoperto di poterlo fare?- chiese sedendosi sui gradini di pietra -Questa estate signore casualmente- lui annuì pensieroso -Hai avuto paura?- mi chiese -Ma cosa centra?!- si inserì duramente Piton -Severus... per favore- disse paziente -No signore- dissi rispondendo alla domanda lui annuì -Bene grazie... Puoi andare Emma!- disse congedandomi volgendo il suo sguardo ora su Piton, salutai ed uscii.
Da fuori sentii i due professori discutere -Perché ti accanisci così su quella povera ragazza? Figliolo rispondimi per favore- disse riprendendolo con tono un po' più forte ma sempre tranquillo, io rimasi colpita dalla complicità che c'era tra i due; "figliolo lo chiama" pensai ridacchiando, ma decisi che per rispetto non era il caso di origliare.
Quella sera a malincuore alle 21:00 mi presentai all'aula di pozioni, bussai -Avanti- disse duro io aprii ma non entrai, mi appoggiai allo stipite dell'entrata e rimasi sulla porta a guardarlo negli occhi neri di ossidiana leggermente confusi.
Quando scattarono le 21:01 entrai nell'aula, -Brutta insolente...- disse fermandosi perché interrotto -Buonasera professore- lo salutai educatamente a differenza sua -Pulisci i calderoni, senza magia di qualunque tipo- specificò lui non ricambiando il saluto -Va bene- dissi affabile, misi giù la felpa che mi ero portata immaginando il caldo che avrei sofferto entro poco e rimasi con una maglietta bianca a spalline larghe aderente e un pantalone di jeans a palazzo nero, lo guardai intensamente e lui tornò a correggere i compiti sulle pergamene.
Iniziai con calma a pulire i calderoni ma la cosa si verificò più complicata del previsto, erano incrostati molto bene e mentalmente, maledissi quegli incompetenti di studenti.
Ci misi dunque più energia e cominciai a sudare, come previsto ma non mi lamentai neanche un pochino.
Sentii poco dopo lo sguardo del professore su di me, mi sentivo a disagio certo ma decisi di lasciarlo fare, tanto cosa sarebbe cambiato se gli avessi detto su?
Niente si sarebbe incazzato di più.
Quando finii presi la mia felpa e annunciai -Ho finito posso andare?- -No spazza tutta l'aula- aggiunse crudele mentre mi sfidava con lo sguardo, io sorrisi -Bene- e prendendo la scopa iniziai.
Ad un certo punto sentii sulla schiena ancora una volta una sensazione strana, guardai con la coda dell'occhio per non farmi notare, quello che vidi mi infastidì ancora: Piton mi stava fissando, ma non perso nel vuoto ma con insistenza, mi girai di scatto ma lui aveva di nuovo lo sguardo sulle pergamene.
"Veloce cavolo!" Pensai irritata.
Finii di pulire -Posso andare ora signore?- -Vai- disse duro -Arrivederci- dissi presi la felpa accasciata su una sedia e me ne andai.
Feci una doccia rigenerante e andai a letto distrutta verso le 23:00 mentre tutte le mie compagne dormivano.
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Severus Piton: Innamorata di un eclissi
Fiksi PenggemarUna ragazza che apparentemente normale, va nella scuola di magia e stregoneria di Hogwarts e vivrà i suoi 7 anni più strani della sua vita, scoprendo chi è davvero e le sue capacità che non appartengono, ne al mondo babbano ne a quello magico. In me...