Il ritorno a casa è sempre piacevole e lo avevo sempre amato ma in quel momento mi sentii sola e in basso alla scala del mio livello di benessere, sola ad affrontare dubbi e perplessità.
Non mi spiegavo molte cose, che non capivo o che non volevo capire.
Mi misi a sistemare le valigie con musica classica di sottofondo a volume socialmente poco accettabile, liberai Bullet che si librò in aria verso le nuvole grigie che coprivano il cielo Londinese, suscitando in me una voglia infinita di seguirlo.
Mi stesi sul divano stanca e presi un libro per rifugiarmi in un mondo che non fosse quello reale, non riuscivo a concentrarmi, i pensieri ad ogni parola passavano ad altro, trovavano ogni pretesto per sfuggire alla lettura.
Di solito sono una persona molto terra terra per così dire, per me sparire tra i pensieri è strano e destabilizzante, facevo fatica.
Non riuscivo a tenere una linea di pensiero continua, come i rami della foce del Nilo io finivo sempre per sfociare al punto del mio turbamento di rabbia e tristezza, Piton.
Quel bastardo acido e freddo si era insidiato nella mia testa come un virus in un computer.
Fu allora che mi arresi lasciai i pensieri vagare senza meta, lasciando che ponessero domande su domande ricomponendo i pezzi del puzzle in modi diversi per vedere quale ipotesi posse piacere più al mio cervello.
Passarono i giorni io non riuscivo a dormire il cervello mi teneva sveglia, ma non solo per "Il problema Piton" ma per i pensieri esterni che si unirono hai miei, sentivo i miei vicini di casa, che abitavano a 100 metri da me, pensare o rimuginare senza sosta come è normale che sia.
Fino a che non ce l'ha feci più dovevo spostarmi da lì andare lontano in mezzo al nulla, ma ero così distrutta dalla stanchezza che la casa non si mosse, lei si muoveva grazie alla mia volontà e la mia energia, ma se di energia e un obbiettivo vivido non ne avevo stava dove era.
Ero disperata pensavo di impazzire, mandai una lettera a Kate, dicendole che stavo impazzendo e che non so se sarei riuscita ad andare da lei avrei voluto dirle che avevo bisogno di aiuto ma il mio orgoglio mi lo impedì.
I giorni passarono, ormai non dormivo da più di un mese, mi sentivo male e i rumori nella mia testa si ampliarono fino al centro di Londra, tutte quelle voci... pensieri che non riuscivo a spegnere.
Era iniziato il gorgo nel quale credetti di morire dentro senza una via di fuga.
Dovevo spegnere la mia testa, avevo pensato di darmi una botta così forte da farmi svenire ma il mio spirito di conservazione me lo impedì categoricamente.
Una pozione o un farmaco per il sonno ecco cosa mi serviva!
Andai nelle farmacie Babbane ma i sonniferi anche più potenti non funzionavano anzi mi appesantirono ancora di più e diminuirono le mie forze.
Cercai nei libri per crearne una da me ma ero così stordita e da non riuscire più a fare le cose con la precisione millimetrica richiesta mi sarei avvelenata da sola.
Decisi che il grado di disperazione era giunto al limite più in basso non potevo cadere; arrivò fino a farmi scrivere a Lui per una pozione del sonno più forte che avesse, già proprio a Severus Piton avevo chiesto.
Diciamocelo che a Silente non mi andava di chiederlo e Piton era un insegnante di pozioni quindi... ero certa che mi potesse aiutare.
Non ricordo bene cosa accadde poche ore dopo che avevo spedito la lettera con Bullet, ricordo di aver sentito il campanello e di aver aperto con le gambe che mi facevano male ma... penso che una figura nera sia entrata in casa mia, ah no era Piton, -Watson ma che...- lo guardavo con sguardo vacuo senza espressione ero magra e pallida -No riesco a dormire- dissi piano, una lacrima mi scese sul viso, mi sostenne quando caddi per terra e mi accompagnò al divano.
-Tieni apri la bocca- disse lui duro cercando di aiutarmi, obbedii non chiesi coserà, poteva benissimo essere veleno e non lo avrei mai saputo, poco dopo tutto cominciò a scurire e sfocarsi, -Cosa...- caddi dal divano ma lui mi prese e mi appoggiò a lui -Ti porto a letto che dici- disse freddo e scorbutico, non risposi, poi mi spensi.
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Severus Piton: Innamorata di un eclissi
FanfictionUna ragazza che apparentemente normale, va nella scuola di magia e stregoneria di Hogwarts e vivrà i suoi 7 anni più strani della sua vita, scoprendo chi è davvero e le sue capacità che non appartengono, ne al mondo babbano ne a quello magico. In me...