Capitolo 9: La prima notte sveglia

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La mattina dopo a colazione ricevetti una lettera

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La mattina dopo a colazione ricevetti una lettera.
Non era mai successo nella storia di Emma Watson.
Bullet planò con una maestosità veramente sorprendente fino a posarsi con leggerezza sulla mia spalla sinistra, tutti si girarono a guardarlo e ha lodarlo era bellissimo, non c'erano dubbi.
Gli presi la lettera dal becco e lo coccolai per un po' facendogli spiluccare un po' di cibo come dei cereali, poi sempre con lui sulla spalla aprii la lettera, il professor Silente voleva vedermi!
-Signorina Emma Watson è attesa nel mio ufficio alle 16:00.
Albus Silente- lessi a Kate ed a Alec -Wow che figata...- sussurrarono tutti e due, -Sarò sincera ma io un po' di ansia ce l'ho- dissi rigirando la lettera tra le mani.
Andai alle prime lezioni un po' svogliata e poco serena ma poco prima delle ultime due ore di pozioni con Piton mi venne un grande male alla testa che mi fece lacrimare gli occhi la professoressa Sprait senza indugiare mi fece andare in infermeria. Madame Pomfry mi apri la porta facendomi sedere su una brandina -Allora cosa ti senti?- chiese lei osservandomi -Un credito rovente intorno alla testa che stringe e mi fa un male...- mi si spezzò la voce, "Che male..." mi lamentai dentro.
Mi diede dunque un liquido piuttosto strano viola scuro da bere subito senza tenerlo in bocca, obbedii.
-Arrivederci Grazie- dissi io uscendo riconoscente -Di niente tesoro..- disse lei con un sorriso.
Miracolosamente dopo mezz'ora mi era passato del tutto il male alla testa, non avevo neanche un minimo dolorino.
Decisi lo stesso però di non finire le lezioni di pozioni non ne avevo voglia e avevo paura che se lo avessi visto (Piton) mi avrebbe fatto esaurire come sempre.
Avevo appena curato il male alla testa e non avevo voglia di tornarci dopo una lezione di pozioni, si era anche questo l'effetto di quel professore, farmi esaurire.
Così alle 16:00 dopo le lezioni e il pranzo veloce che feci mi presentai puntualmente allo studio di Silente, non potei fare a meno di sentire una conversazione -Silente io non riesco più a sopportarlo deve cambiare casa!- -Severus ho deciso così e sarà così ora ho un appuntamento ti prego di uscire grazie-.
La porta si spalancò con forza e Piton uscì dallo studio di Silente come un tornato di stoffa nera, appena vide che ero seduta sulla panchina di pietra mi squadrò duro dritta negli occhi e andò via.
Sentii la voce di Silente che mi chiamava ad entrare così obbedii, -Buongiorno signore- dissi -Emma hai sentito parte della conversazione mia e del professore?- chiese subito -Si professore- risposi a testa bassa -Mi è stato detto che non sei molto brava a mentire Emma e che hai problemi a dormire sto sbagliando?- chiese tranquillamente il preside ignorando la mia risposta -No non sbaglia signore- dissi sospettosa e diventando piuttosto dura -Emma cosa succede?- -Signore non dormo tanto bene tutto qua- mi guardò negli occhi ed è come se mi provasse a trapassarmi o a leggere la mente (cosa che ho scoperto possibile), -Emma perché non dormi bene?- -Incubi o sogni strani Signore- risposi tranquilla con fare sospettoso, Silente sorrise -Non ti va di raccontarmelo vero?- -No professore- dissi io sincera.
-Signore posso chiederle una cosa?- -Certamente...- rispose -Chi le ha detto che non dormo..?- -Ho i miei segreti Emma se te li dicessi non sarebbero più tali- disse ridendo, io però rimasi seria.
-Se non hai altre domande...- -No Signore non ho altro...- dissi, sorrise mesto -Puoi andare allora- -Grazie arrivederci signore!- e uscii dallo studio frettolosamente.
Ero amareggiata chi gli aveva detto...?
Come faceva a saperlo...?
Ero così stanca e svuotata che andai in biblioteca in cerca di pace e approfittai e restituii la "la storia di Hogwarts" che avevo letto almeno 5 volte e lo avevo quasi imparato a memoria; trovai un libro sulle leggende del modo magico e le sue storie si chiamava "le storie di beda e il bardo" lo presi in prestito e andai a cena dove ormai la scuola si era radunata.
Andai al mio tavolo e mi sedetti accanto ad Alec e Kate -Emma come è andata con Silente?- disse Alec -Si solite cose mi ha chiesto come stavo e perché dormivo male...- dissi dura e irritata -Il che la cosa che mi lascia un po' perplessa é che solo voi e Piton sapete del fatto che non dormo bene in questo periodo- osservai sospettosa e guardando il piatto semi vuoto -Nooo cioè mi stai dicendo che Piton è andato da Silente a digli che non dormi tanto bene?- disse Alec, -E chi altri se no perché voi presumo non siate stati...-.
Non aprirono bocca con gli occhi sgranati, facevano fatica ad immaginare Piton che va a dire a Silente che io dormivo male e sarò sincera suonava ridicola anche a me come cosa, ma era l'unica spiegazione.
Cioè oggettivamente se no come faceva a saperlo?
Dopo tanto passai una serata tranquilla con i miei amici a leggere, ridere e fare complotti tra le case e le persone che non sopportavamo; insomma cose da adolescenti sereni.
Fu così che dopo andai a letto stanca ma di dormire il mio cervello sembrava rifiutarsi, anzi faceva di tutto per evitarmi la pace del sonno.
Provai a respirare a liberare la mente e rilassarmi ma non funzionava affatto.
Così scesi in sala comune e mi sedetti sul divano distrutta, poco dopo entrò Piton per la mia gioia, eravamo soli nella stanza, si sedette accanto a me serio.
Mi spostai in là -Non sei venuta a lezione oggi- disse freddo guardando il fuoco -Se non c'ero evidentemente no- dissi con tono scontroso, mi guardò negli occhi e strinse le palpebre come per osservarmi meglio, -Perché?- chiese -Male alla testa- chiusi secca il discorso.
Rimase lì 5 minuti in silenzio mentre io mi ero sdraiata sulla metà libera del divano e leggevo per i cavoli miei ignorandolo completamente, all'improvviso mi tolse il libro dalle mani -Ei come si...!- -Dove sei arrivata? A che parola?- chiese interrompendomi, gliela dissi con fare irritata e da quella parola andò avanti a leggere ad un volume socialmente accettabile, per me.
Ero stranita, lo guardavo e ancora facevo fatica a realizzare quello che era successo. Forse lo fissavo troppo perché ad un certo punto si girò e mi guardò dritto negli occhi marroni mentre i suoi neri come il cielo notturno mi trapassavano, -Vada pure avanti professore- dissi sprezzante e lui continuò.
Ad un certo punto mi passò il libro e mi fece che devo andare avanti io, lo guardai e sorrisi -Professore se non lo ha mai letto appena l'ho finito se lo può leggere lei no?- -No leggi tu- disse con tono che non ammetteva repliche così lessi.
Verso mattina avevamo finito il libro alternandoci sulla lettura -Lo riporto io Watson- disse alzandosi -La ringrazio ma posso farlo da sola, ho le gambe e poi in biblioteca ci devo andare comunque perché prendo un altro libro no?- sorrisi provavo ad essere gentile in tutti i modi ma lui non mi aiutava di certo -Allora vengo anche io- rispose, io non mi espressi era meglio stare zitta perché se nò...
Probabilmente mi sarei incazzata.
In realtà non volevo che venisse anche lui perché mi metteva a disagio e in soggezione ed era meglio non diglielo in faccia, mi immaginai la scena...
Siccome era sabato la biblioteca apriva prima per dare la possibilità agli studenti di iniziare prima lo studio, allora ci vestimmo e ci incontrammo fuori dalla sala comune e andammo in biblioteca.
Il tragitto lo passammo in silenzio io davanti e lui che mi camminava dietro con un viso bello e giovane completamente apatico; Madame Prince rimase di stucco nel vedere me e il professore freddo e scorbutico camminare fianco a fianco anche se zitti e rigidi.
Restituito il libro andai tra gli scaffali a cercare un libro che mi ispirasse, ormai avevo fatto amicizia con Madame Prince mi facevo consigliare i libri e facemmo anche delle belle chiacchierate.
Piton mi stava dietro come un segugio e di libri non ne guardò neanche uno cosa che mi irritò parecchio.
Passai molte sezioni senza essere soddisfatta -Professore ha intenzione di guardare un libro oppure no?- mi lasciai sfuggire con un tono più brusco di quanto avessi intenzione di fare, e vedendomi stringere i denti perché non ero stata capace di stare zitta, fece una smorfia crudele -No- disse duro -E allora perché è qua?- continuai, ma lui non rispose.
Alla fine tra disagi e discussioni per il fatto che voleva che leggessi un libro e io ne volevo leggere un altro eccetera... scelsi un libro sulla storia egizia magica lo feci registrare e uscii.
Piton quando arrivai alla sala comune semplicemente cambiò strada verso il suo studio credo.
Dopo pranzo andai con i miei compagni in cortile a cazzeggiare un po', insomma a godersi il fine settimana soleggiato, -Ragazzi  ma avete notato che Piton sarà passato di qua per almeno 5 volte?- chiese Alec con fare sospettoso -No- risposi sincera, ma adesso che me lo faceva notare avevo visto svolazzare il suo mantello un paio di volte.
-Ma può essere che abbia da fare- obbiettai convinta -Si girarsi i pollici e guardati malissimo ogni volta che passa?- osservò Kate irritata, che esagerati!
Erano convinti che Piton mi desse delle attenzioni, naturalmente che non volevo assolutamente, ma secondo me semplicemente aveva da passare e siccome ero lì approfittava per mandarmi delle occhiate d'odio che avrei ricambiato se lo avessi visto.
I giorni prima delle vacanze di Natale li passammo più o meno tutti uguali, a fare compiti e studiare per essere liberi dopo.
A Natale andarono via in molti ma i miei amici rimasero perché le famiglie erano via quindi approfittammo per divertirci. Passammo un bel Natale tra scambio di regali, cibo in abbondanza e passammo le vacanze ad oziare godendoci la neve che era caduta fitta e aveva ricoperto tutto il castello di bianco.
Piton non lo vidi neanche una volta per la mia felicità e fui serena per tutto il tempo.


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Severus Piton: Innamorata di un eclissiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora