Capitolo 2: L'Hogwarts Express

95 1 0
                                    

Arrivò il 1 settembre molto in fretta più velocemente di quanto volessi ammettere, perché ero davvero entusiasta all'idea di questa strana scuola di magia anche ero sempre un po' scettica

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

Arrivò il 1 settembre molto in fretta più velocemente di quanto volessi ammettere, perché ero davvero entusiasta all'idea di questa strana scuola di magia anche ero sempre un po' scettica.
Ma arrivata una lettera con il biglietto del treno che indicava l'orario 11:00 in punto e il binario 9 3/4 rimasi di stucco, ma non esiste a Kings Cross il binario 9 3/4! Mio Dio  ma possible che hanno sbagliato a scrivere il binario! Adesso mi stava salendo l'ansia ma presi tutte le precauzioni per il caso.
Andai in stazione alle 10:00 per sicurezza anche perché con il baule pieno di roba, il mio gufo e la mia solita sfiga era meglio prevenire il fatto che avrei potuto perdere il treno che curare il fatto che non lo avrei preso no?
Ero vestita molto comoda un jeans a zampa e una felpa beige le scarpe gazzelle blu e bianche pronta per il viaggio; avevo fatto anche uno zainetto con dentro le cose principali come un libro quaderno con astuccio e acqua e un po' di cibo.
Mentre cercavo di capire come fare a trovare il binario perché c'erano solo il 9 e il 10 come in tutte le stramaledette stazioni, vidi alcune persone ATTRAVERSARE IL MURO TRA I SUDDETTI BINARI !!!! Ma in che senso?!
Siccome non avevo idea di cos'altro fare raccolsi tutto il coraggio che avevo in corpo e decisi di imitarli, strinsi forte il carrello e corsi verso la parete di mattoni; mi preparai all'impatto con il muro ma... arrivai dall'altra parte come se fosse un'altra dimensione, era un altro binario e mi trovai davanti ad un treno a vapore rosso fiammante lucidissimo, posai i miei bagagli e liberai il gufo nero come la pece che avevo deciso di chiamare Bullet e mi diressi negli scompartimenti per cercare posto, non lo volevo pieno di gente.
Ne trovai uno libero contro ogni mia aspettativa, aprii la porta e mi sedetti tranquilla, presi il mio libro preferito (Il signore degli anelli) e iniziai a leggere. Speravo di rimanere sola ma sapevo che con tutta la gente che avevo visto arrivare no sarebbe stato possibile.
Venni interrotta poco dopo da un ragazzo alto e di corporatura piuttosto nobile, aveva i capelli mossi e neri come la pece tagliati abbastanza corti, mentre gli occhi erano verdi acceso, -Ciao scusa posso sedermi qui gli altri posti sono occupati?- chiese timidamente -Si si certo- risposi tranquillamente -Grazie mille comunque io sono Alec tu?- -Emma piacere- risposi cercando di sviare la sua attenzione e tornare a leggere.
Alec si sistemò un po' e mettendo via le sue cose iniziò a socializzare e parlammo un po' delle nostre aspettative per la scuola di stregoneria di Hogwarts.
Io non ero una persona molto socievole ma non ero per niente timida, non mi facevo problemi a dire le cose come stavano anche se a volte mi resi conto che potevo ferire chi avevo davanti, ma piano piano stavo migliorando.
-Io vengo da una famiglia di maghi e sono figlio unico, quindi in realtà so un po' come funziona anche se però i miei non mi hanno spiegato molto perché non volevano rovinarmi la sorpresa, tanti problemi... ma si può!!- disse scuotendo la testa irritato, risi dopo un bel po' che non accadeva e mi sentii sia tesa che felice dopo quella che mi sembrava un'infinità.
-Allora da quello che ho capito ci sono delle casate, quattro, e un cappello parlante ti dirà dove andare giusto?- chiesi -Si e poi dovrai stare con i tuoi compagni per tutti i sette anni di scuola. Dove vorresti andare tu?- Chiese Alec curioso -Sinceramente non ne ho idea ma lo scopriremo abbastanza presto no?- dissi guardando fuori il paesaggio non cercando di nascondere l'ansietta che cresceva -Già, io spero Serpeverde perché se no la mia famiglia rimarrebbe così delusa che non mi guarderebbe più in faccia!- -Ah! Ma le altre quali sono?- chiesi -Allora... c'è Grifondoro che si dice che è per i coraggiosi diciamo così, Corvonero che è per gli intelligenti e Tassofrasso che per chi è gentile e accogliente ma queste sono dicerie però!- -E Serpeverde?- -Beh si dice che sia per gli ambiziosi...- venimmo interrotti alquanto maleducatamente da un ragazzino biondo ossigenato con i capelli tirati indietro spalleggiato da due ragazzi 20 cm più alti del normale come fossero i suoi body guard, aveva uno sguardo altero e strafottente.
-Ma guarda un po' chi c'è qui... come ti chiami io sono Malfoy, Draco Malfoy- si presentò lui guardandomi come se quel nome piuttosto bizzarro dovesse dirmi qualcosa -E quindi?- risposi irritata dal suo comportamento egoico, non mi facevo problemi come si può notare, rimase spiazzato, probabilmente non era abituato a non essere considerato a dovere, così si rivolse ad Alec che cercava di nascondere un sorriso alla mia risposta -Ciao pivello tu sai in che casata andrai?- chiese come se quello avesse decretato la considerazione che avrebbe potuto avere di lui -Malfoy non lo sa nessuno realmente- rispose Alec con tono monotono ma un po' intimorito -Io andrò in Serpeverde tu ragazza dal nome misterioso?- disse rivolgendosi a me appoggiandosi allo stipite della porta dello scompartimento con un sorriso altero -Ma che ne so...!- -Scusa altezza reale non volevo irritarti!- Disse sogghignando al mio scatto iroso -ci vediamo a scuola allora!- disse andandosene soddisfatto di un qualcosa che non capivo.
Alec mi guardò con sguardo un po' strano -Ma che cosa voleva quello?- -E che ne so, so solo che mi urta il modo in cui se la tira!- dissi io a denti stretti -Concordo! Come se fosse chi sa chi cioè ok che è una delle famiglie di maghi più importanti e ricche  ma questo non lo rende simpatico no?- chiese cercando conferma da me -No direi proprio di no!-.
Non sono una che decreta la simpatia dal rango di nobiltà tanto meno dai soldi.
Il resto del viaggio fu piacevole Alec era simpatico e gentile, le conversazioni erano più che altro io che facevo domande sul nuovo mondo a cui andavo in contro terrorizzata e curiosa in un sol colpo. Scoprii che esisteva il Quiddich uno sport magico simile al calcio ma sulle scope volanti, c'erano la plugs la palla principale poi i bolidi che ti facevano cadere (credo) e il boccino d'oro e se lo catturavi si vinceva; il problema è che è minuscolo quanto una nostra pallina da golf penso, assurdo! Presi allora l'enorme consapevolezza che oltre al mondo Babbano (scoprii significare senza potere magico) che conoscevo io ne esisteva uno parallelo che non avevo mai visto o sentito nominare e volevo sapere tutto il possibile.
Il fatto di sapere poco del mondo in cui stavo per entrare a far parte mi spaventava un po', avevo paura di non riuscire a integrarmi, anche perché non essendo molto espansiva non ero molto brava a farmi amici.
Il paesaggio che cambiava fuori dal finestrino velocemente, era stupendo, meraviglioso non mi sembrava di aver mai visto campagne verdi brillanti sconfinate come quelle, colline verdi collegate tra loro da ponti in pietra sospesi nel vuoto contro ogni legge della fisica ne rimasi incantata per un bel pò durante il viaggio.
Passò anche una signora anziana con un carrello carico di dolci ma rifiutai perché avevo già mangiato le cose che mi ero portata, rimasi affascinata però nel vedere delle rane di cioccolato comprate da Alec che saltavano e sembravano vive, e le loro figurine si muovevano! Non erano statiche come a quelle a cui ero abituata ma sorridevano o sparivano se erano stanche! -Ma cosa sono?- chiesi affascinata -Cioccorane, tieni guarda!- disse ridendo alla mia faccia scioccata ma stupefatta dallo stupore -Wow si muove- dissi ridendo -Beh si ovvio perché le vostre no?- chiese curioso -No ovviamente...- risposi tra le risate.
Arrivò però l'ora di scendere dal treno era calato il sole ed era scesa la notte, il cielo fortunatamente era sereno, una ragazzina dai capetti ricci e gonfi si presentò sulla porta del nostro scompartimento tutta bella agghindata con la sua divisa nuova e lucente -Ragazzi cambiatevi siamo quasi arrivati mettetevi la divisa!- disse con un tono da maestrina -Va bene grazie- risposi asciutta, sorrise in modo quasi automatico e andò ad avvisare il resto del treno.
Io indossai la mia divisa di seconda mano, era come nuova infatti non si capiva che era usata ma io lo sapevo e mi sentivo a disagio quasi, non che ci fosse qualcosa di male ma non si adattava allo standard che la società pretendeva, scacciai ogni tipo di pensiero.
Ci cambiammo e poco dopo il treno si fermò con un piccolo scossone che ci fece traballare tra le risate e tutti agitati ci preparammo a scendere dalla vettura.




Buon jour!!! Ringrazio chi commenta e lascia una stellina!!💜

Severus Piton: Innamorata di un eclissiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora