- Capitolo 23 -

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La mattina dopo Erica ed Eleanor erano assieme in salone a guardare la televisione nel mentre che tutti gli altri erano fuori casa, la piccola nel mentre della pubblicità si rivolse alla maggiore con uno sguardo curioso.

"Erica, posso chiederti una cosa...? Sono un po' curiosa."

Erica distolse lo sguardo dallo schermo, posandolo su di lei con un lieve sorriso. "Certo, tutto quello che vuoi"

La piccola si fermò qualche secondo come se cercasse le parole corrette "Tu sei la figlia del re degli angeli no...? Non capisco come mai tu stia aiutando noi nella battaglia contro di lui e i suoi seguaci, insomma sei sua figlia no?"

La ragazza a quella domanda abbassò leggermente lo sguardo incerta su come rispondere alla domanda, dopo un lieve sospiro tornò a guardarla "Diciamo che.. il nostro rapporto eè un po'... complicato ecco "

Eleanor aggrottò le sopracciglia confusa dalle sue parole. Non capiva come una figlia potesse avere un brutto rapporto con chi dovrebbe dover volerle bene. Erica si prese un momento per raccogliere i pensieri, poi decise di aprirsi completamente con la bambina.

"La morte di mia madre ha lasciato un vuoto incolmabile nella mia vita. È stato un dolore che ha segnato la mia infanzia e mi ha resa quella che sono oggi. Fortunatamente, Esmeralda è stata la luce nella mia oscurità: più di una madre, più di una guida. Mi ha accolta tra le sue braccia con amore e dedizione, insegnandomi a essere forte e giusta, a non farmi piegare dal potere o dalla paura. Mio padre, invece, ha sempre cercato di modellarmi secondo la sua volontà, di farmi seguire il suo stesso cammino senza mai considerare ciò che volevo davvero. Mi ha cresciuta come un'erede, non come una figlia. E più cercava di impormi la sua visione del mondo, più sentivo dentro di me il richiamo della libertà. Sentivo che dovevo seguire ciò che Esmeralda e mia madre mi avevano insegnato: la gentilezza, la giustizia, l'amore per il prossimo. È per questo che oggi sono qui e combatto al vostro fianco. Voglio mettere fine alla sua tirannia e, quando arriverà il momento, salire io stessa al trono e riportare la pace tra il nostro popolo."

Eleanor abbassò lo sguardo sulle proprie mani, il volto attraversato da un'espressione seria e riflessiva. "Anche se comporta farlo andare via dalla tua vita...? Sei disposta a non avere più dei genitori per la pace?"

"Lui non è mai stato un vero padre per me. Sai, Eleanor... a volte la famiglia non è quella di sangue, ma quella che si prende cura di te, che ti protegge e ti ama. Che siano amici, servitori o perfetti sconosciuti, sono le persone che scelgono di esserci per te a fare la differenza."

La piccola rimase in silenzio e portò lo sguardo sulle sue mani e si mise ad elaborare l'informazione data dall'angelo per poi guardarla negli occhi.

"Io invece vorrei delle persone che posso chiamare "mamma" e "papà", " mormorò con voce flebile "da quando sono nata passo da una famiglia all'altra, nessuno dopo le settimane di affido ha deciso di tenermi, la signorina Luthien voleva farlo ma, data la situazione, dubito fortemente che ora sarà possibile."

Erica inclinò leggermente la testa, osservando il volto triste della piccola elfa. Dopo qualche istante di silenzio, le appoggiò una mano sulla testa con affetto. "Beh, a quanto pare Haru ti ha già presa sotto la sua ala. Lui ha cresciuto i suoi fratelli e so che farà lo stesso con te."

Eleonor la guardò un po' titubante "Mhh non lo so... da quanto ho capito nessuno mi vuole per i miei poteri, io come potere principale posso parlare con gli animali, ma non appena le famiglie che mi accoglievano scoprivano il mio secondo potere mi riportavano indietro."

"Beh se ti può rassicurare nessun potere a me, né ad Haru né tantomeno alla sua famiglia fanno paura i poteri di una bambina, qualsiasi cosa sia noi siamo capaci di gestirla. Oltretutto nulla può essere più distruttivo dei poteri del re demoniaco."  Disse con un lieve sorriso per rassicurare la piccola. La piccola sembrava riflettere su quelle parole, mentre i pensieri danzavano nella sua mente incerta. Lentamente, un'espressione di speranza cominciò a delinearsi sul suo viso, come se quelle parole fossero una luce nel buio che aveva attraversato.

"Quindi... Qui potrei trovare veramente una famiglia...? anche se non siete della mia stessa specie voi mi terreste lo stesso?" Chiese guardando la maggiore speranzosa.

"Stai tranquilla piccola tu una volta che entri qui dentro non rimarrai più da sola. Sei una bambina speciale che come tutti gli altri merita solo amore e protezione oltre che sostegno. Ti avverto non fare arrabbiare Haru però, sono riuscita a farlo una volta non mi ha parlato per delle settimane" Disse per poi ridacchiare alle sue stesse parole ripensando alla scaramuccia che aveva avuto con il ragazzo mentre gli occhi della più piccola si fecero più luminosi e si lasciò andare in un abbraccio, si strinse alla ragazza che nonostante venne presa alla sprovvista la strinse a lei e la tenne contro il suo petto finché ella non si sentì pronta a lasciarla andare, una volta che la piccola sciolse l'abbraccio le sorrise dolcemente.

"Va un po' meglio piccoletta? Ti senti più a tuo agio?"

"Si, va molto meglio." La piccola sorrise, sentendosi finalmente accolta e compresa. Era come se un peso si fosse sollevato dalle sue spalle, sapendo che c'era qualcuno disposto ad accettarla per quello che era, con tutti i suoi doni e le sue peculiarità.

"Se hai bisogno di parlare o di qualsiasi altra cosa, io e gli altri siamo qui per te, sempre."

La piccola annuì, sentendosi sicura e protetta. Era incredibile come, in un momento così incerto della sua vita, avesse trovato un'isola di calma e affetto in mezzo alla tempesta. Guardò Erica con gratitudine nei suoi occhi brillanti.

" Grazie Erica" Disse la piccola con voce morbida e dolce. La loro conversazione fu interrotta da un rumore proveniente dalla porta, e Haru entrò nella stanza con un sorriso gentile. 

Eleanor si sentiva finalmente a casa, accettata e protetta da persone che non si preoccupavano dei suoi poteri o della sua specie, ma che la vedevano semplicemente come una parte preziosa della loro comunità. La giornata proseguì con calma e tranquillità, quella sera Erica si offrì di rimboccare le coperte alla piccola, una volta assicuratasi che fosse al caldo le sorrise dolcemente.

"Ho un piccolo pensiero per te" Disse per poi sganciarsi la collana d'oro con un ciondolo dello stesso materiale a forma di cuore e gliela mise al collo.

"Questa è un ciondolo di protezione regalato da mia madre, ha un incantesimo che permette alla persona che lo tramanda di proteggere chi lo indossa, voglio che lo abbia tu, se ti senti in pericolo chiama il mio nome e io saprò dove ti trovi ok?"

La piccola vide la vista offuscarsi per qualche secondo e si asciugò gli occhi sorridendo per poi abbracciarla felice. "Grazie Erica"

"Di nulla, ora nanna che è tardi"

La piccola sorrise e si mise comoda nel letto per poi prendere sonno dopo pochi minuti, Erica si limitò a sussurrare un "buonanotte" per poi spegnere la luce e uscire dalla stanza.

"Ti stai affezionando alla signorina noto" Disse una voce dietro di lei facendola spaventare.

"Per Dio Haru mi hai spaventato!"

Il ragazzo ridacchiò divertito e le fece cenno di seguirlo verso le loro stanze. "Non puoi negare ciò che ho detto però "

Erica abbassò lo sguardo "Ammetto che la capisco molto tutto qui, sono pur sempre figlia unica e l'unica persona che ho mai avuto al mio fianco è stata Esmeralda quindi..."

Haru annuì, il suo tono divenne più serio. "Hai fatto benissimo."

Erica lo guardò sorpresa della sua affermazione. "Dici davvero?"

"Certo. Saremo anche un gruppo di disgraziati, ma almeno qui è al sicuro." Disse accennando un lieve sorriso

La ragazza sorrise, fermandosi davanti alla propria stanza. "Buonanotte, Haru-kun."

Haru rimase interdetto. Da quando usava quel suffisso? Scosse la testa, scacciando i pensieri, e si ritirò nella sua stanza, pronto per un nuovo giorno.


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