Era trascorsa quasi una settimana dagli eventi di quel pomeriggio, un pomeriggio che avrebbe potuto avere conseguenze tragiche. Nel suo ufficio, Haru era immerso nel lavoro, esaminando con attenzione le carte che aveva davanti. Accanto a lui, le sorelle rivedevano i piani di attacco e difesa.
Pilika fu la prima a interrompere il silenzio, sollevando un dubbio che la tormentava da giorni.
"Ma Erica non viene più? Solitamente passava ogni due, tre giorni..."
La sua voce tradiva una leggera preoccupazione, e il suo sguardo si posò su Haru, in cerca di una risposta. Lui, senza alzare gli occhi dai documenti, replicò con tono neutro:
"Mi stupisce che tu non abbia ancora usato i tuoi poteri su di lei, vista la tua estrema apprensione."
"Non l'ho fatto perché speravo che tu mi dessi una risposta effettiva alla mia domanda, non so se mi spiego." Disse appoggiandosi allo schienale della sedia incrociando le braccia al petto.
Haru sospirò, posando per un attimo la penna sul tavolo. "Ce l'ho una risposta. Sono le sue stesse parole: 'Se non mi vedi entro sette giorni da oggi, significa che mio padre ha dato di matto e che o sono morta oppure in pericolo.' I sette giorni scadranno tra poche ore. Se non si presenterà, farò come mi ha chiesto. Anche perché dobbiamo essere pronti: gli angeli potrebbero attaccare in qualsiasi momento e io vorrei prevenirli."
"Aspetta, aspetta... Perché tutto questo interesse nel seguirla? Stiamo parlando di un angelo. Non pensi che potrebbe essere una trappola?" Chiese Kanato guardando il maggiore con un sopracciglio alzato confusa dal comportamento.
Haru si limitò a scrollare le spalle. "Non le conviene che lo sia. Se dovesse accadere qualcosa a me o al mio esercito, sarebbe la prima a pagarne le conseguenze."
"non è che sta iniziando a piacerti anche a te mh?" Chiese Pilika con tono provocatorio ricevendo in tutta risposta un'occhiata severa da parte del ragazzo.
"Parlare con te è una noia mortale," sbuffò Pilika, incrociando le braccia e appoggiandosi alla sedia. "Sei troppo serio e rigido."
"Almeno io adempio al mio lavoro"
"Stai insinuando che io non lo faccia?
"Mai detto questo, semplicemente abbiamo due moli di lavoro completamente diverse di conseguenza io, a differenza tua, non ho tempo da dedicare al divertimento"
Disse egli con tono serio mentre guardava le carte.
Kanato decise di intervenire prima che la conversazione degenerasse. "Haru, dobbiamo dare l'ordine di preparazione all'attacco?"
Lui rimase per un momento in silenzio, scrutando i documenti con attenzione, poi scosse il capo. "Non ancora. Abbiate un po' di pazienza."
Le ore passarono lente, cariche di tensione. Quando finalmente posò l'ultima carta sul tavolo, alzò lo sguardo deciso verso le sorelle.
"Date l'ordine di attacco immediato."
Nonostante i dubbi, Pilika e Kanato obbedirono. Nel giro di poche ore, le truppe erano pronte e marciavano contro il regno angelico. Nel frattempo, Erica era riuscita a fuggire dal palazzo insieme a Esmeralda. Le due ragazze, cercando di evitare le guardie, raggiunsero l'esercito demoniaco e furono messe in salvo. Non appena la loro sicurezza fu garantita, Haru ordinò la ritirata e fece ritorno nel suo regno.
Giunti al castello, le fece accomodare nel salone. Erica si sedette sul divano, ancora provata, mentre lui si sistemava su una poltrona accanto, un calice di vino tra le mani. Le sorelle si unirono a loro, i volti impassibili ma attenti. Il silenzio che si creò fu pesante, carico di tensione. Fu Erica a romperlo.
"Ehm... Perché ci hai trattenuto qui...?"
Haru roteò il vino nel calice, osservando il liquido scarlatto con apparente indifferenza. Poi sollevò lo sguardo su di lei e replicò con voce calma, ma tagliente.
"Non lo so, tu hai una vaga idea del perché io l'abbia fatto?"
Lei sbuffò. "Uno, non si risponde a una domanda con un'altra. Due, se lo sapessi, non te lo avrei chiesto."
"Su questo potresti anche avere ragione." Haru inclinò leggermente il capo, poi il suo sguardo si fece gelido. "Ma c'è un dettaglio che forse ti sfugge. Io non sono uno stupido. Ho occhi dappertutto. I tuoi giochetti puoi riservarli a tuo padre. Questa volta ti è andata bene perché mi fai comodo qui, ma se mi costringerai di nuovo a muovere un intero esercito per uno dei tuoi trucchetti, la pagherai cara, Angioletto."
Kanato sbatté le palpebre, confusa. "Aspetta, cosa? Qualcuno mi spiega?"
Haru si girò verso di lei, il volto impassibile. "La principessa ci ha usato per liberarsi di suo padre. E io che per farlo ho dovuto fare tutt'altro."
Erica abbassò lo sguardo, mordendosi il labbro. "Haru, ascolta... è vero, l'ho fatto. Ma lo hai detto tu stesso: ci guadagniamo tutti. Non è una vittoria per entrambi?
"Si se non fosse per una cosa Erica, anzi più di una. I cazzo di patti tra di noi erano chiari, io ti aiuto però, tu dovevi fare in modo che la mia fiducia nei tuoi confronti rimanesse tale. Le mie sorelle si sono preoccupate per te, e tu invece stavi più che bene porca puttana! Una sola regola dovevi rispettare e non l'hai fatto!"
"Lo so," ammise Erica. "Hai ragione, ho sbagliato. Ma era l'unico modo per sfuggire a mio padre."
"E non hai minimamente pensato che avresti potuto mettere in pericolo degli innocenti? Ah no, aspetta! Proteggere gli innocenti non è compito degli angeli reali, giusto? Ma avresti almeno potuto fingere di essere ferita, rendere la messinscena più credibile!" La sua voce si alzò di tono. "Ma no, perché tanto noi siamo abbastanza stupidi da non capirlo! Ammettilo, è quello che pensavi!" Disse il ragazzo evidentemente nervoso a causa del comportamento di ella.
"Haru ascolta, te lo ribadisco, ho sbagliato? Si, me ne pento? Eccome, ma da qui ci guadagniamo tutti quanti, tutti, dal primo all'ultimo. Se vuoi punirmi fallo, ma tanto io rimango comunque di questa idea."
Haru scosse il capo, alzandosi e lasciando il bicchiere mezzo pieno sul tavolo. "Io punisco solo gli umani. E neanche loro, a volte. Sarà il tempo a punirti, perché ricordalo, angioletto: ogni cosa che fai di male agli altri, ti tornerà indietro."
Si voltò e si allontanò, seguito dalle sorelle. Erica rimase immobile, finché Esmeralda non la strinse in un abbraccio. Le lacrime, trattenute troppo a lungo, iniziarono a scorrere.
"Shh, andrà tutto bene," le sussurrò Esmeralda. "Si risolverà tutto, un passo alla volta."
La tenne stretta fino a quando, esausta, Erica si addormentò sulla sua spalla.

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The Other Side
FantasyHaru, re dei demoni e del mondo demoniaco. Ragazzo molto freddo all'apparenza ma dolce con persone a lui care Erica, principessa futura erede al trono degli angeli del mondo angelico. Ragazza molto dolce ma dal carattere vivace e molto determinata. ...