- Capitolo 16 -

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Passarono un paio di settimane dall' arrivo della cacciatrice nel regno demoniaco e fino ad allora procedeva tutto liscio come l'olio. Haru ed Erica erano in ufficio e tra un piano e l'altro approfittavano del tempo insieme per fare quattro chiacchiere.

"Haru"

Disse ella per chiamare l'attenzione del ragazzo che era rivolta a dei documenti, non appena sentì il suo nome alzò lo sguardo e guardò la ragazza.

"Posso farti una domanda?"

"L'hai appena fatta, come la mettiamo?"

Disse il ragazzo stuzzicandola con il suo solito sorrisetto provocatorio la ragazza rimase in silenzio qualche secondo e lo guardava con un'espressione seccata che causò in lui una risata.

"Dai dimmi che succede biondina"

"Biondina per modo di dire, oramai ho più capelli rossi che biondi, comunque volevo chiederti te hai mai avuto un buon rapporto con i tuoi genitori?"

"Mia madre, io e le mie sorelle siamo sempre stati molto legati a lei, Yukio purtroppo non ha potuto nemmeno conoscerla, gli angeli inviati da tuo padre l'hanno rapita. Mio padre invece era.. particolare...? No.. è il termine sbagliato... Direi piuttosto una testa di cazzo..."

Il suo tono di voce mentre parlava passò da un tono malinconico ad uno pieno di odio e rancore, il suo sguardo era fisso su una foto di famiglia che aveva sulla scrivania, c'erano tutti eccetto proprio la figura paterna odiata dal ragazzo.

"Non ti sembra troppo..? Anche mio padre non è ok ma definirlo come l'hai definito te..."

Il ragazzo scosse la testa con un sorriso amareggiato e guardò la ragazza.

"Tuo padre è un tiranno, il mio ha fatto rapire mia madre dagli angeli per avere pieno potere e dopo che ci è riuscito ha distrutto tutto quello che lei aveva fatto e mandato in rovina un intero popolo non solo dal punto di vista del denaro ma anche dal punto di vista del terrorismo che instaurava dentro e fuori casa. Il termine testa di cazzo è anche troppo gentile per definire una persona come lui"

Disse il ragazzo con tono serio guardandola per poi far apparire un bicchiere di vino e bere nella speranza di alleviare il nervoso che gli saliva ogni volta che pensava all'uomo. Erica lo guardava in silenzio chiedendosi se esistevano veramente delle persone tanto egoiste che pur di avere ciò che desiderano sono disposti anche a fare del male  chi gli sta intorno e chi ama. Emanò un respiro profondo cercando di metabolizzare il tutto, il suo sguardo si spostò sugli occhi neri del ragazzo che guardò in silenzio per qualche secondo. Erica però non si fece fermare dalle tante parole che il ragazzo aveva vomitato negli ultimi minuti, voleva approfondire il passato oscuro di quella apparentemente allegra famigliola .

"Ora dov'è..?"

"Mh?"

"Vostro padre... dov'è ora?"

Il ragazzo appoggiò la schiena allo schienale della poltrona mantenendo il contatto visivo con l'angelo e dopo qualche secondo di silenzio si pronunciò.

"lo vuoi sapere veramente? Ti avviso non si torna indietro"

L'angelo annuì guardando il ragazzo.

"Si, lo voglio"

"Va bene, come desideri angioletto, ma prima"

Il demone si alzò e andò al minifrigo in camera ed estrasse una delle migliori bottiglie di vino che possedeva, la aprì e riempì per bene il proprio bicchiere per poi posare la bottiglia sulla scrivania a portata di mano ed infine sedersi e bere un sorso.

"Partiamo dagli antefatti... Da quando mia madre venne rapita il bastardo sembrava uscito di testa, divenni di conseguenza io la figura di riferimento per tutti quanti quelli nel palazzo anche se non avevo comunque nessun potere decisionale... All'inizio pensavo che fosse stata proprio la scomparsa di mamma ma non fu così e poi ti spiegherò perché, speravamo che la sua degenerazione psicologica fosse solo temporanea ma si è rivelata più lunga del previsto purtroppo aggiungerei. Diciamo che tirò fuori il peggio di sé e il peggio di noi di conseguenza, divenne violento con tutti ma soprattutto con Yuyu. Tutta questa violenza avveniva mentre piano piano alzava le tasse, metteva sempre più provvedimenti repressivi e faceva in modo di arricchirsi lui senza dare nulla al popolo. Andammo avanti per circa un secolo e mezzo se non poco più, fino a quando non accadde il cosiddetto incidente"

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