- Capitolo 22 -

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La mattina dopo il ragazzo si alzò lasciando la piccola elfa dormire tranquilla nel suo letto, andò al piano inferiore dove trovò Erica che frugava tra i vari documenti che aveva a sua disposizione cercando una qualche falla nei sistemi del padre, ma le sue ricerche portavano solo a numerosi vicoli ciechi.

"Erica, che ci fai già in piedi? Hai dormito?"

Lo sguardo della ragazza si alzò e si posò su Haru per poi concentrarsi sui suoi occhi. "Potrei farti la stessa domanda, io ho dormito qualche ora semplicemente mi sono alzata molto presto, tu al contrario non hai dormito nulla da quello che posso vedere."

"Troppa roba per la testa... tutto qui." Disse il ragazzo emanando un lieve sospiro passandosi una mano tra i capelli.

Erica si appoggiò allo schienale del divano, il volto attraversato da un'ombra di frustrazione. "Come abbiamo fatto a non prevedere una cosa del genere?" mormorò, ripensando a quanto accaduto il giorno prima. 

"nessuno lo ha previsto Erica, nessuno si aspettava che cadessero così in basso." ammise sedendosi accanto a lei osservando il soffitto. 

La ragazza sospirò pesantemente e scosse la testa "Dobbiamo accelerare e cambiare tattica e le truppe degli altri popoli non arriveranno prima di una settimana... come possiamo fare..."

Ad un certo punto il ragazzo alzò lo sguardo, un'idea si era formata nella sua mente. Si alzò di scatto  "vieni con me?" Chiese egli guardandola con fare serio.

"Non so nemmeno dove devi andare come faccio a dirti di si o no?" Chiese confusa dall'improvvisa richiesta del demone. 

"Nella terra di nessuno. C'è una persona che forse potrebbe aiutarci, una mia vecchia conoscenza." Spiegò il ragazzo brevemente porgendole la mano pronto a teletrasportare entrambi.

Lei lo scrutò per qualche secondo, riflettendo. "E io che dovrei fare?"

"Sa essere una testa dura, ed essendo che tu sei riuscita a convincere un intero consiglio ad aiutarci non vedo come non dovresti riuscire a convincere lei" disse serio.

Erica lo guardò per qualche secondo, esitante, pensando alla sua proposta per poi annuire. "Va bene, se ritieni che possa darci una mano a fermare mio padre ..."

"beh fermare tuo padre lo possiamo fare solo io e te angioletto, ma sicuramente con lei potremmo permettere a parte dell'esercito di combattere sullo stesso terreno di battaglia in cui i tuoi ex-colleghi giocano, siamo pochi ad avere l'abilità di volare."

Erica prese la mano che Haru le porgeva, e in un attimo si ritrovarono nella Terra di Nessuno. Il paesaggio era desolato, dominato da sabbia e rocce, con pochi segni di vita. Sopra di loro, un'ombra maestosa sorvolò il cielo: una creatura imponente atterrò poco distante, tenendo il muso rivolto in una direzione precisa, come se aspettasse qualcuno.

Dopo poco, un secondo drago apparve all'orizzonte, cavalcato da una ragazza dai lunghi capelli argentati. Appena toccò terra, la sua espressione si incupì.

"Perché erano così agitati...? Non vedo nulla che-" si interruppe, incrociando lo sguardo di Haru e Erica. "Oh. Ora lo vedo." Sospirò, palesemente infastidita, e si avvicinò ai due. "Haru, sai bene che ai draghi non piacciono gli estranei. Cosa ci fai qui?"

"Si si lo so bene, non farmi la predica che non è giornata per favore. Siamo qui per chiederti aiuto" disse osservandola serio

Dara incrociò le braccia, alzando un sopracciglio. "Scordatelo. Non mi metterai contro tuo padre. E nemmeno loro."

" Dara, mio padre è morto da più o meno 150 anni, torna a Demonia, abbiamo bisogno di te." Disse sospirando guardandola negli occhi.  

Dara scosse la testa con fermezza "No grazie passo, sto anche troppo bene qui, c'è una tale pace, quel caos non fa per me." disse incamminandosi verso i dragoni. 

Il ragazzo sospirò pesantemente. In quel momento Erica si mise in mezzo alla conversazione.

"Dara, senti, io non ti conosco neanche, non ho idea di chi tu sia, di che cosa ti abbia fatto allontanare da Demonia e non so nemmeno che rapporto hai o avevi con Haru. Ma una cosa la so, so che mio padre, quel figlio di- ha raso al suolo una specie che ha semplicemente acconsentito ad aiutarci a combatterlo e non si fermerà distruggerà qualsiasi specie, demoni, fate, umani e chi che sia solo per aumentare il suo potere e non si fermerà finché noi non lo fermeremo. Non siamo venuti qui per chiederti di trasferirti di nuovo a Demonia, nessuno lo ha fatto, siamo qui per chiederti un ca- di aiuto a combatterlo così che io prenda il posto di mio padre, Haru finalmente faccia pace con tutte le specie che si sono allontanate da lui ed il suo popolo e finalmente ognuno di noi viva in armonia con il prossimo."

Le parole della rossa sembrarono non solo sorprendere Dara che rimase qualche minuto in silenzio a processare ogni cosa detta da lei ma anche Haru pareva sorpreso dal suo comportamento tanto da accennare un lieve ghigno soddisfatto e fiero di lei.

Dara rimase in silenzio, sorpresa dalla sua determinazione. Haru, a sua volta, la guardava con un misto di orgoglio e stupore.

"Nessuno ti chiede di compiere un miracolo o di fermare da sola una guerra millenaria," continuò Erica. "Ti stiamo solo chiedendo di aiutarci. Il tuo popolo ha bisogno di te. E, se vuoi essere cinica, sai bene che in momenti come questi, l'unica scelta possibile è unirsi, anche se non ci piace."

L'aria si caricò di tensione. Dara sembrava in bilico tra la sua volontà di restare fuori dal conflitto e la consapevolezza che Erica aveva ragione. Alla fine, sospirò pesantemente, abbassando lo sguardo prima di fissarli entrambi negli occhi.

"Forse è ora di intervenire... Ma non faccio promesse, chiaro?"

Haru ed Erica annuirono, trattenendo l'entusiasmo. Dopo una breve spiegazione del piano, Dara valutò le opzioni.

"Volete usare i draghi, eh...? Vedrò cosa si può fare. Datemi un paio di giorni, poi vi raggiungerò a Demonia." Detto questo, tornò sulla groppa del drago e si allontanò. Haru lasciò andare un lungo sospiro di sollievo, voltandosi verso Erica con un sorriso divertito.

"Da quando hai così tante palle signorina?" Chiese il demone accennando un lieve ghigno 

Erica incrociò le braccia, trattenendo un sorrisetto. "Le ho sempre avute. Le tiro fuori quando serve."

Haru scosse la testa con un ghigno provocatorio. "Sei sempre più interessante, angioletto. Non vedo l'ora di scoprire altro su di te."

Lei arrossì leggermente, distogliendo lo sguardo mentre lui ridacchiava soddisfatto. Senza perdere altro tempo, si teletrasportarono di nuovo a casa, pronti a rielaborare i piani con una determinazione rinnovata.

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