- Capitolo 5 -

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La mattina dopo Pilika bussò un paio di volte alla porta dell'ufficio del ragazzo, non sentendo alcuna risposta decise di entrare.

"Haru"

Egli si era addormentato sulla scrivania, la ragazza alla vista scosse la testa e andò vicino a lui per poi iniziare a scuoterlo

" Hey vecchietto sveglia"

",Mhhh ..."

"Muoviti ho delle novità dai"

Disse continuando a scuoterlo finché egli non si decise a tirarsi su.

"Dimmi... che succede..."

Chiese Haru cercando di mettere a fuoco la figura della sorella. Ella ì, in tutta risposta,gli porse un blocco di fogli e si sedette di fronte a lui.

"Erica Miserere, 6000 anni. La madre è morta dopo la sua nascita ed ha una relazione pessima con il padre. Esmeralda è colei che si è presa cura di lei fin da neonata e che farebbe tutto per lei purché sia al sicuro. Legge molto e quando può canta e suona il pianoforte anche se il padre è contrario. A quanto pare vuole effettivamente aiutarci a combattere contro gli angeli, a lei basta che si smetta di combattere e di mangiare anime umane."

"Beh questa è nuova, quindi lei non è stata minimamente influenzata dal pensiero del padre?"

"No è diverso, lei la pensava come il padre poi ha iniziato ad osservarci tramite una sfera di cristallo che possiede e ha capito che non siamo come veniamo descritti."

Spiega la ragazza ad egli mentre lo guardava negli occhi, alle sue parole lui annuì con calma iniziando a sfogliare tutti i fogli che ella gli aveva dato.

"Devo sapere altro?"

"Le informazioni secondarie le hai nel fascicolo."

"Va bene grazie mille Pilika-chan."

In quel momento arrivò anche Kanato accompagnata da Erica.

"Com'è che direbbero gli umani? Parli del diavolo e spuntano le corna?"

"Parlavate di me?"

"No dell'altra erede al trono angelico."

Rispose egli con tono ironico facendole comparire una faccia scocciata, a quello sguardo rise leggermente e la guardò sorridendo.

"Siediti pure sentiamo un po' quello che hai da dire a noi demoni brutti e cattivi~."

"Tsk non sono di quella ideologia."

Disse sedendosi per poi incrociare le braccia al petto irritata dal comportamento di lui.

"Lo so, sappiamo tutto di te."

"In che senso scusami?"

Chiese lei guardandolo con fare confuso dalle sue parole.

" Nel senso che ho appena detto."

Si limitò a dire guardandola negli occhi per poi alzarsi e prendere da un mini-frigo una bottiglia di vino e versarne un po' nel bicchiere che aveva sulla scrivania.

"Ne vuoi un po' angioletto?"

Chiese egli sedendosi sulla sua poltrona, Erica a quella proposta lo guardò storto, mentre Pilika accennò una lieve risata.

"È troppo pura per bere degli alcolici fratellone."

Un lungo sospiro uscì dalla bocca della bionda nel mentre Kanato prese una sedia che stava lì in parte e si sedette.

"Suvvia lasciatela in pace, è già tanto che ci sta aiutando suvvia."

Disse mettendosi comoda e guardare la ragazza sorridendo.

"Hai ragione Kanato, hai ragione. Sentiamo, Erica, che cosa sai e cosa non sai di quello che sta facendo tuo padre, racconta avanti."

"Ammetto di sapere fino ad un certo punto ma so qualcosa. Come penso sappiate già, non ci sono effettive difese nel nostro regno, mio padre è dell'idea che l'esercito angelico sia molto forte e di conseguenza non servono difese, cosa che però deduco non sia vera dato che avete respinto ogni singolo attacco."

" E per quanto riguarda l'esercito? Com'è messo?"

Chiese Haru guardandola negli occhi.

"Non ne ho idea, ma sicuramente non bene, hanno iniziato a chiamare anche il popolo, anche se molti non sanno nemmeno come si tenga un arco divino"

"Voi non avete la leva militare?"

Chiese Kanato, guardando la ragazza, con tono confuso.

"No abbiamo solo persone che combattono da secoli oramai, mio padre non vede l'utilità della leva militare"

"Cioè, fammi capire, tu mi stai dicendo che tuo padre non ha messo difese, ha un esercito che sta iniziando a perdere uomini e che quindi va a chiamare il popolo che non sa nemmeno combattere perché non vede l'utilità della leva militare e pensa comunque di vincere?"

Riassunse il ragazzo guardandola per poi bere un po' di vino.

" Le uniche difese che abbiamo sono nelle città a cui mio padre tiene di più le altre zero, l'unico intoppo è il popolo che farebbe qualsiasi cosa per lui anche tentare di difendere la città se lui lo desidera, ma per loro sarà un letterale suicidio"

"Faremo in modo di informare l'esercito di evitare di fare fuori il popolo ma ricorrere alla difesa personale leggera su di loro"

La ragazza annuì piano piano per poi alzarsi, sistemare i vestiti e mettersi la tunica tirando su il cappuccio come ultima cosa.

"Ora vado, o si insospettiranno, ci vediamo"

"Ciao ciao angioletto~"

Ella uscì dall'ufficio, lasciando i tre a riassumere tutte le informazioni ricevute dalla ragazza e a progettare il primo effettivo attacco contro gli angeli.

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