POV TAEIl rientro a casa dopo l'incidente al teatro era stato accompagnato da un silenzio opprimente. Taehyung si sentiva come se avesse un macigno sul petto mentre salivano le scale verso l'appartamento. Ogni passo sembrava più pesante del precedente, e la distanza tra loro cresceva in modo palpabile.
Una volta dentro, la tensione era palpabile nell'aria. Jungkook si voltò verso Taehyung, il suo sguardo pieno di preoccupazione e frustrazione. "Possiamo parlare?" chiese, la sua voce trasmetteva un'urgenza che non poteva essere ignorata.
La discussione iniziò in modo tranquillo, ma presto si trasformò in una lotta emotiva. Jungkook espresse le sue preoccupazioni riguardo alla vicinanza di Eric e alle sue interazioni con Taehyung, la sua voce si alzava con ogni parola. "Non riesci a capire che il tuo atteggiamento può metterti in pericolo?" gridò, il suo sguardo implorava una risposta che non arrivava.
Taehyung sentì la rabbia bollire dentro di lui. "Non posso essere me stesso solo perché tu hai paura?" ribatté con fermezza, la sua voce tremava di rabbia repressa.
Jungkook esitò per un momento, prima di parlare. "Per quanto ami la tua ingenuità... la cosa mi preoccupa, e non posso fare a meno di pensare a quello che è successo con Bogum. È partito proprio a causa del tuo rapporto con lui, e adesso mi trovo nella stessa identica situazione, con il coglione di turno che pensa di avere la strada spianata."
Taehyung sentì un brivido di shock attraversare la sua spina dorsale mentre le parole di Jungkook lo colpivano come un pugno nello stomaco. "Cosa hai detto?" chiese, la sua voce era un sibilo di paura e tradimento.
Jungkook sospirò, guardando Taehyung dritto negli occhi. "Ho detto che non posso fare a meno di preoccuparmi che la storia si ripeta. Bogum è partito perché era innamorato di te, e ora vedo Eric che si avvicina a te in modo simile, questo ho detto."
"Quindi mi stai dicendo che la colpa è mia di tutto, che sono talmente stupido da non vedere le cose? Ti ho chiesto scusa mi pare, stavo parlando di teatro Jungkook e tu ne stai facendo un dramma ora! Forse sei tu che hai problemi, non io."
"Non sono io quello che si lascia toccare al chiaro di luna, Taehyung! E forse non sono così importante come pensavo visto che la vicinanza dei tuoi amici ti ha offuscato la mente. Di certo al tuo amichetto stasera non gli è andata bene," girai le spalle per andare in cucina a bere un bicchiere d'acqua. In quella casa non si respirava più e io non volevo che Tae si sentisse di nuovo male. E senza girarmi dissi, "Non voglio più discuterne, stoppiamo questo teatrino da sposini. Un'altra discussione non la posso reggere, cerca almeno di non far passare me per il coglione della situazione."
La tensione nell'aria aveva raggiunto il suo culmine. Taehyung guardò Jungkook allontanarsi e in lui scattò la scintilla. Tutto riaffiorò come un disegno su uno specchio appannato: la rabbia, i dispiaceri, i dolori traboccarono ed eruttarono. Stringendo i pugni, la testa bassa e il fiato corto, il sapore del sangue in bocca che fuoriusciva dal labbro ormai devastato dai morsi, Taehyung, travolto dall'emozione, perse il controllo. "Grazie mille Jungkook," disse con un mezzo sorriso e scuotendo la testa. "Ora sì che mi fai sentire bene. Passi dall'avere paura di perdermi al tuo solito egoismo come niente. La tua è solo paura di perdere ciò che ritieni tuo. Hai paura che io possa guardarmi intorno e mollarti per chi? Bogum? Eric? E chi altri? Poi diventerà il panettiere? Poi il fioraio? Non sono una cosa, Jungkook, e non sono tuo in quel senso, tienilo ben a mente! Ho dei sogni e dei progetti anche io, e forse mi potrebbero portare anche lontano da Seoul, e tu che farai eh? Mi chiuderai in casa?"
Jungkook, sentendo quelle parole, sentì lo stomaco chiudersi in una morsa. Taehyung pensava un giorno di andarsene da Seoul? E perché non ne avevano mai parlato prima? Ingoiò saliva per placare l'ansia, mandò giù il bicchiere d'acqua che teneva in mano e senza girarsi sbottò, "E che farai, ti trasferirai a Parigi?" Non voleva crollare e confermare ciò che Tae gli stava quasi urlando. Lo conosceva fin troppo bene e lo irritava quasi ammetterlo, così tirò fuori la parte peggiore di lui pur sapendo che avrebbe solo peggiorato la situazione. Le luci dei lampioni della strada si riflettevano nel salone e il vento che smuoveva le foglie contornavano quella scena. Fu proprio quest'ultima frase che fece tremare Tae. Con un gesto impulsivo, afferrò un vaso vicino e lo lanciò contro il muro con un fragore assordante, che sfiorò Jungkook di qualche centimetro facendolo girare di scatto. I cocci si sparsero sul pavimento come frammenti del loro amore spezzato. Questa fu la sensazione che entrambi provarono senza dirselo, vedendoli lì sul pavimento.
Jungkook era davanti a me e io continuavo a scaraventare tutto a terra urlando. Rimase sbigottito di fronte alla mia furia. Il mio cuore, insieme al suo, si spezzò in mille pezzi mentre guardava il caos che avevano creato. "Taehyung, basta!" urlò, la sua voce era un grido di disperazione nel vuoto. Lo guardai e solo Dio sa quanto lo amavo. Quanto vederlo impaurito, tremante e con gli occhi da cui scendevano lacrime mi laceravano, ma io ero determinato in quella battaglia, che era la mia libertà e la mia integrità.
Ma Taehyung era troppo lontano per ascoltare. Le lacrime gli offuscavano la vista mentre pronunciava le parole che avrebbero cambiato tutto: "Basta! Basta! Sono stanco, sono stufo di sentirmi sempre sbagliato e strano per tutto e tutti! Basta, mi arrendo! Jungkook, finirà qui."
La stanza cadde nel silenzio, rotto solo dal suono delle loro respirazioni affannate. Era la fine di qualcosa che entrambi pensavano sarebbe durato per sempre, il punto di non ritorno in un viaggio che li avrebbe separati per sempre.
Jungkook, preso dal panico e dal dolore, si avventò su di lui, cercando di tirarlo a sé per non farlo svanire dalla sua vita, ma Tae con una spallata lo fece indietreggiare e cadere seduto a terra. Poi, puntandogli il dito contro e con le lacrime che solcavano il viso, urlò: "Non provare più a toccarmi, non provare di nuovo a scusarti per la merda che mi scaraventi addosso ogni volta che ti senti minacciato da un'altra persona! Io amo solo te e non smetterò mai di farlo, forse, ma oggi i limiti sono stati superati! Ho sbagliato perché non mi sono reso conto dell'orario? Sì! Ho sbagliato perché ti ho fatto preoccupare? Sì! Ma definirmi un facilotto che si lascia abbindolare così facilmente, no! NO, Jungkook, questa non l'accetto! Voglio stare solo per un po'. Ho bisogno di riprendermi e sentirmi un vaso di cristallo che hai paura di far vedere non lo posso accettare! Buonanotte, Jungkook."
La stanza era ancora una volta immersa nel silenzio, un silenzio che questa volta segnava la fine di tutto. Jungkook guardava Taehyung con gli occhi lucidi, la bocca semiaperta, incapace di trovare le parole per fermarlo. La sua mente era un turbine di emozioni, un misto di dolore, rimorso e paura. Era come se tutto ciò che avevano costruito insieme fosse stato distrutto in un istante, e non sapeva come poterlo riparare.
Taehyung, con le spalle rivolte a Jungkook, si sentiva come se un pezzo di lui si stesse sgretolando. Le sue parole erano state come un'onda che aveva spazzato via ogni certezza, lasciandolo solo con il rimorso e la confusione. Sentiva il cuore contrarsi nel petto, stringendolo in una morsa di dolore e disperazione.
Il silenzio che seguì sembrava eterno, pesante come un macigno. Non c'era nulla da dire, nulla da fare per cambiare il corso degli eventi. Era come se il destino avesse deciso per loro, e ora dovevano accettare le conseguenze delle proprie azioni.
Jungkook si alzò lentamente, sentendo le gambe tremare sotto il peso del dolore. Avanzò incerto verso Taehyung, la voce strozzata dalla tristezza. "Tae... per favore, non fare così. Non posso... non posso perderti," balbettò, le lacrime iniziando a sgorgare liberamente lungo le sue guance.
Taehyung rimase immobile, la sua risolutezza vacillante di fronte alla disperazione di Jungkook. Sentiva il cuore straziarsi nel vederlo così spezzato, ma sapeva che doveva restare fermo nella sua decisione. "È meglio così, Jungkook," disse con voce flebile, senza voltarsi a guardarlo. "Abbiamo bisogno di tempo per capire cosa vogliamo davvero, e forse... forse è meglio farlo separatamente."
Le parole pesarono come macigni tra loro, segnando la fine di un capitolo della loro vita insieme. Jungkook annuì lentamente, incapace di dire altro. Si voltò lentamente e uscì dalla stanza, lasciando Taehyung solo con i suoi pensieri e il cuore spezzato.
Il silenzio che seguì era assordante, riempito solo dal suono delle lacrime di Taehyung che cadevano silenziosamente sul pavimento. Era come se il mondo intorno a lui si fosse fermato, lasciandolo solo con il peso della sua decisione e la consapevolezza di aver perso qualcosa di inestimabile.
E così, nella penombra della stanza vuota, Taehyung si lasciò cadere a terra, abbracciando il vuoto che ora riempiva il suo cuore. Era l'inizio di una nuova fase della sua vita, una fase segnata dalla solitudine e dalla ricerca di sé stesso. E mentre il dolore lo avvolgeva come un mantello oscuro, sapeva che doveva trovare il coraggio di andare avanti, anche se il futuro sembrava incerto e spaventoso.
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oltre i tuoi occhi - taekook vkook
FanfictionJeon Jungkook un ragazzo normale di 20 anni pieno di aspettative , introverso e talentuoso , si imbatte in un ragazzo ,oltre ogni sua immaginazione , estroverso talentuoso quasi surreale , tutto poteva succedere nella vita , lui ne era consapevole...