6 † Aquas veritatis †

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Ellen sbattè le palpebre più volte interrompendo la magia che l'aveva precedentemente travolta. Si sentiva come se il suo corpo riprendesse la coscienza di esistere, grazie al suono della sua voce che la chiamava, a riportarla completamente alla realtà: Harvey, stravaccato sul grande divano di velluto al centro della biblioteca, la invitava ad avvicinarsi.

«Nemmeno tu riesci a dormire?» ammiccò.

«Già, troppe informazioni da elaborare...» sospirò lei andandosi a sedere vicino ad Harvey.

«Non deve essere facile per te. Posso aiutarti?»

«Ho parecchie domande, non saprei da dove iniziare» imbarazzata, si scostò i capelli dietro l'orecchio.

«Exspuit daemonium» le fece l'occhiolino mentre Ellen lasciava fluire dentro di sé quelle parole comprendendone il significato.

«Perché Guardiani della Luce?» scelse uno tra i tanti quesiti, pronta a trovar risposta al primo enigma.

«Questa è facile» rispose Harvey, sedendosi sul divano. «Guardiani perchè da millenni la nostra stirpe salvaguarda e sorveglia l'intero Regno. Tiene al sicuro e protegge i segreti della Dinastia, tramandandoli con manoscritti per farli conoscere ai futuri eredi. Luce, invece, perché, secondo la leggenda, siamo della stessa sostanza: una essenza di luce celestiale non solida», concluse sfoggiando uno dei suoi sguardi ammaliatori. «...E prima che tu me lo chieda: solo chi è degno o nasce da famiglie guardiane può ereditare il nostro status.»

«I miei genitori sono esseri umani, non penso che appartengano a questo mondo... Chissà se rivedrò mai mio padre» sussurrò Ellen, sentendo la fitta di dolore acuirsi al solo pensiero.

«Lo scopriremo domani e ti aiuteremo a decifrare i gradus ascendentes» la rassicurò Harvey avvicinandosi a lei, i loro respiri divennero sincronici, Ellen rimase immobile mentre lui sfiorava dolcemente la sua fronte con le labbra.

«È tardi, vado a dormire» gli disse in un sospiro.

«Ti accompagno.»

E insieme si avviarono al piano superiore.

Camminarono nel corridoio in perfetto silenzio, il cuore di Ellen rischiava di uscirle dal petto, non aveva mai permesso a nessun ragazzo di avvicinarsi in quel modo a parte il suo Oliver; quel pensiero la ferì nel profondo. Non doveva lasciarsi trasportare dalle emozioni di questa nuova realtà.

«Sono arrivata. Grazie» si sforzò di sorridere al suo accompagnatore nascondendogli i suoi più nascosti ed intimi pensieri.

«Buonanotte piccola El» rispose Harvey voltandosi nella direzione della propria stanza.

Quella notte fu la prima dal suo arrivo in quello strano universo in cui non sognò niente. Si rigirò tra le lenzuola in cerca di una posizione comoda per riposare ma l'alba arrivò troppo presto, marcando sul viso di Ellen due profonde occhiaie viola.

Decise di farsi una doccia sperando che la ristorasse, in attesa del fatidico arrivo dell'Arcanorum che avrebbe deciso per il suo destino.

Uscì dal bagno tamponandosi i capelli e trovò con sua grande sorpresa Alyssa che l'aspettava seduta sul letto.

«Buongiorno, sono venuta a chiamarti per la colazione» si rivolse a lei raggiante.

«Grazie Al» la salutò anche se dentro di sé percepì una fitta di dispiacere per non aver trovato Daniel ad aspettarla. Scacciò subito il pensiero; in fin dei conti perché avrebbe dovuto farlo?

Trovarono Harvey e Seba che si stavano contendendo una brioche ma ancora nessuna traccia di Daniel. I due ragazzi salutarono in coro le nuove arrivate, poi continuarono a parlare tra loro ma nessuno menzionava l'assenza di Daniel fino a quando Ellen non prese coraggio e domandò agli altri dove fosse.

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