22 † La Leggenda di Sole e Luna †

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In questi giorni di pioggia mi perdo

tra le gocce e i miei ricordi,

cammino nel fango respirando l'aria stagna.

Anche il cielo si nasconde

dietro una distesa grigia di nuvole basse.

E la foschia sembra strozzare gli alberi

stanchi di vivere un altro giorno ancora.

I lampi lontani illuminano tutti noi nascosti nel buio,

scovandoci dai nostri nidi.

Persino l'alba non arriverà,

priva della sua solita volontà ma

forse il Sole illuminerà le sere

riportando speranza su tutto ciò che era.

Mi fermo un secondo,

rubando energia ai tuoni che brontolano

sempre più vicini,

in attesa dell'arcobaleno di questa sera.

E dopo nemmeno un'ora di luce

sprofonderemo di nuovo nel buio

per addormentarci con una nuova consapevolezza.

Sogneremo la paura provata e la sostituiremo con

il coraggio che il Sole ci ha donato,

splendendo anche nel giorno peggiore,

non mollando.

Da quando Ellen era tornata nel suo mondo per raccogliere i pezzi importanti della precedente vita e scoprire chi fosse in realtà suo padre, aveva preso l'abitudine di andare da sola nella radura vicino alla scultura in cerca di indizi che potessero aiutarla a trovare tracce di Edgar. La maggior parte delle volte si portava dietro un libro che narrava tutte le usanze dei Guardiani della Luce.

Voleva conoscere più a fondo la sua gente, nelle consuetudines et traditiones. Scoprire le differenti cerimonie, invidiando i momenti che narravano di feste celebrate in grande stile con sfarzosi vestiti risalenti alla nascita della Dinastia.

Trovò anche dei disegni di donne con lunghi e pomposi abiti ed acconciature bellissime e di uomini ingioiellati dalla testa ai piedi. Le feste si svolgevano all'interno dei principali Atenei delle città con musica e banchetti.

Pensò a come si sarebbe svolto il matrimonio di Zelinda e Victor, se sarebbe stato un matrimonio in bianco come accadeva nel suo vecchio mondo ed era impaziente di scoprirlo. Si ricordò che doveva chiedere ad Alyssa un consiglio su cosa indossare, l'avrebbe fatto al suo ritorno, adesso voleva godersi ancora l'invernale sole di quel brillante pomeriggio.

Era seduta con la schiena appoggiata al portale che, un attimo dopo, iniziò a tremare ma solo per pochi istanti.Ellen si guardò intorno irrequieta, con la sua spada già sguainata, pronta a difendersi da un attacco improvviso.Da quando aveva iniziato l'addestramento i suoi pigri riflessi si erano svegliati, facendola scattare in posizione d'attacco/difesa ogni volta che avvertiva qualcosa di strano o pericoloso. Si alzò lentamente, cercando di non produrre nessun rumore mentre scrutava tutta la radura intorno a lei.

La vibrazione di un cespuglio colse la sua attenzione e silenziosamente vi si avvicinò, la spada ben salda nella mano destra con l'intenzione di puntarla alla gola di chiunque si nascondesse al suo interno. Ma nel cespuglio non c'era niente, nessuna presenza. Alleggerì la tensione alle spalle incurvate e si voltò per tornare al portale, più sollevata, ma quello che le apparve davanti sembrava un sogno.

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