«Ogni storia d'amore nasce da fortunati incontri» disse Ellen avvertendo la sua presenza. «È quello che mi hai detto quando ci siamo conosciuti, Oliver» si voltò a guardarlo «non avrei mai pensato di disprezzare tutto ciò che ho provato per te. Mi disgusta anche solo ricordare quello che abbiamo vissuto insieme...» non riusciva lei stessa a comprendere tutta quella repentina rabbia.
«Elly... So che non lo pensi davvero. Quello che siamo stati non ce lo porterà via nessuno» le prese la mano accarezzandola dolcemente. «Non mi importa se faceva parte di una menzogna o di un incantesimo ciò che ci ha fatto dimenticare chi siamo davvero perché tutto era reale. Sai perché ne sono convinto?»
Ellen rimase in silenzio ascoltando il battito del suo cuore accelerare.
«Perché ora che sono tornato ad essere me stesso... io ti amo più di prima, Elly.»
Tutta la rabbia che aveva provato Ellen la abbandonò insieme a quel senso di colpa per aver ingiustamente accusato Oliver e alzò lo sguardo per incontrare il suo. Anche se tutti l'avevano avvertita del seducente potere di persuasione dei demoni, diabolus tamquam leo rugiens circuit, quaerens quem devoret: abili nelle parole e nei
gesti per indurre la vittima a credere nelle loro menzogne; Ellen riusciva a vedere il vecchio Oliver, il suo istinto le diceva che poteva fidarsi e il suo cuore le ricordava quanto lo avesse amato. Era stato il suo primo amore e questo non poteva dimenticarlo.
«Uno scherzo del destino eh...» disse.
«Se vuoi chiamalo così» acconsentì Oliver mentre le accarezzava i capelli, un gesto che aveva sempre fatto per calmarla.
«Oliver non...» senza dover terminare la frase, lui capì e si allontanò. «Cosa hai fatto all'occhio?» gli domandò cambiando argomento.
«... Non arrabbiarti con lui, capisco perché lo abbia fatto» rispose Oliver.
«Non è un valido motivo per averti ridotto in questo stato!» replicò stizzita Ellen.
«Io avrei fatto di peggio, credimi» disse con un sorriso sghembo ricoperto di lividi azzurri.
«Meglio se vado adesso...»
Era rimasta a medicare con le erbe le ferite di Oliver, una stupida abitudine che aveva quando lui cadeva dallo skateboard procurandosi escoriazioni e sbucciature in parti del corpo impensabili. Era sempre stato imbranato e per Ellen era difficile concepire che adesso lui guarisse così velocemente.
«Non devi preoccuparti per me come quando eravamo a casa... Adesso sono indistruttibile» disse rispondendo alla preoccupazione che percepì nei suoi occhi.
«Casa... sembra ormai un ricordo...» La tristezza decorò il suo viso.
Oliver avrebbe voluto stringerla per non lasciarla andare via ma era felice di riconoscersi in quei piccoli gesti che le riservava, gli faceva credere che il tempo non li avesse cambiati davvero. Avrebbero sempre custodito il ricordo di Oliver ed Ellen come comuni mortali.
Oliver si rimise in piedi, asciugandosi in fretta le lacrime «torna da lui, raccontagli tutto.»
Ellen sentiva le sue labbra mentirgli mentre i suoi occhi la pregavano di restare e la voce era troppo roca e incrinata per essere sincera e sicura di quelle parole.
Ma Ellen amava Daniel, il suo cuore e persino la sua anima sarebbero per sempre appartenuti a lui.
«Uno scherzo del destino...» le ripeté Oliver riportando alla memoria Lauren che confidava profondamente nel destino. Era convinta che il percorso di ogni persona fosse già scritto e nessuno avrebbe potuto cambiarlo. Quando parlava di suo marito Edgar con le altre persone diceva che era stato il destino a far intersecare le loro strade e, anche se erano così diversi, non potevano non amarsi, erano destinati.
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Haverock
FantastikLui era Luna ed Ellen era Sole... Nella radura della Versiliana, la scultura N'Uovo di Prasto si illumina. Sotto il tocco di Ellen si risvegliano ignote energie che si scontrano, temporalità diverse si incrociano e il portale si apre su di un altro...