35 † La fata Meg †

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ELLEN

Da quando lei e Daniel avevano scoperto della maledizione, ogni respiro che facevano era diventato essenziale. Ogni istante che passavano lontani era come una lama puntata sulle loro teste pronta a penetrare, lentamente, nelle loro carni.

I preparativi per la guerra imminente erano troppi e il tempo troppo poco. Ognuno di loro si era diviso i compiti e ad Ellen toccava il più difficile: accettare che la maledizione si compisse.

«Non finirà in questo modo» le aveva urlato Daniel intento a rintracciare altri Arcanorum che potessero aiutarlo ma Ellen aveva accettato quel destino da qualche parte già scritto.

Quel mattino Ellen si concesse qualche attimo di pace e volò alla spiaggia.

Il mare all'alba, il mare di giorno,

il mare al tramonto e il mare di notte.

È il mare, in tutte le sue sfumature.

Sempre la sua calma e la sua forza sentirai,

fermati a guardarlo per ritrovarti.

Siediti di fronte a lui e respira l'odore del salmastro.

Immergi le tue mani nella sabbia bagnata,

aspetta l'onda che ti rinfreschi e vivi

a pieni polmoni quel momento in cui l'acqua ti sfiora.

E preparati, preparati alla prossima onda

per una nuova emozione,

sempre diversa e unica.

E prendi tutto quello che riesce a darti,

sarà esperienza per la vita e i suoi giorni.

E se ci saranno momenti bui

lui sarà sempre lì ad aspettarti.

Ellen amava il mare e quelle parole, ricordi di una vita precedente, riaffioravano dentro di lei. Adesso, per la prima volta dopo giorni, si sentì serena.

Nei momenti di sconforto Ellen si sedeva sulla riva del mare e leggeva il diario di Abigail.

Caro diario,

Oggi ho fatto un incontro bizzarro giù al Forum.

Stavo scegliendo le mele al banco di Bekka, ero andata presto, come mia abitudine fare, per trovare le più dolci. Mi sono distratta e un secondo dopo una creatura aveva comprato tutte le mie mele. Ora arriva la parte divertente perché ero pronta a dirgliene quattro ma lei si è girata verso di me e con uno sguardo mi ha fatto perdere tutte le parole. Era bellissima, di una bellezza quasi inumana.

Ho capito subito che nascondeva qualcosa di speciale.

Portava i suoi capelli blu legati in due lunghe trecce che lasciavano scoperto il suo viso lentigginoso, dove risiedevano due grandi occhi completamente blu, a primo impatto inquietanti. Il suo corpo longilineo si muoveva in un'impercettibile danza dentro un vestitino a fiori che le lasciava le gambe scoperte. Ho notato che era scalza ma i suoi piedi stavano alzati da terra perché le sue ali, che non avevo visto fino a quel momento, la facevano fluttuare. Le sue ali erano così delicate da aver l'impressione che se le si fosse guardate troppo a lungo, esse si sarebbero potute disintegrare. Ma sicuramente il suo simbolo distintivo, oltre alla loro bellezza derivata dall'essenza della Natura, erano le orecchie a punta che quella creatura non sembrava aver timore di mostrare.

È questo dettaglio che mi ha affascinata più di tutto il resto, facendomi dimenticare cosa volessi dirle. Mi sono limitata a sorridere e lei, con la sua voce squillante, mi ha ringraziato per poi volarsene via.

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