10 † Foedus Caelorum †

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ELLEN

«Ma come... Come hai fatto?» Ellen era ad un passo dalla porta e si sentiva già la vittoria in pugno quando aveva intravisto l'ombra di Daniel che la superava.

«Devi imparare ancora tante cose, piccola» Daniel le scompigliò i capelli e poi si sedette alla scrivania.

Quel gesto fece nascere in Ellen le farfalle nello stomaco, "che strana sensazione" pensò. "Com'è possibile che uno stupido nomignolo ti faccia sentire così al settimo cielo da sembrare di toccarlo."

Daniel sapeva come farsi desiderare mandandola in brodo di giuggiole anche solo con una parola ma lei aveva notato il fiato corto di lui quando lo aveva messo alle strette e, sorridendo compiaciuta, lo raggiunse.

Appena gli fu vicina, Daniel iniziò a parlare. «Come si intitola il libro che hai sognato?»

«Light...» farfugliò Ellen «non ricordo.»

«Nemmeno questo fa riferimento al nome Light» disse Daniel sbattendo il libro sulla pila che si era creata sul grande tavolo dopo ore di intensa ricerca.

«Non abbiamo niente...» un senso di delusione si fece strada dentro Ellen.

Apri la porta nascosta. Sentì dire dentro la sua testa dalla Voce femminile che la fece sobbalzare e in quell'istante capì. «La stanza!»

«Quale stanza?» chiese Daniel ma Ellen si era già volatilizzata in mezzo agli immensi scaffali.

La ritrovò nella parte più buia della biblioteca giusto il tempo per vederla sparire in un accecante bagliore.

Ellen si sentiva come attratta dalla luce che intravedeva tra le tenebre.

«Ellen, aspetta!»

«Sono già stata qui» lo rassicurò «ma pensavo di averlo sognato...»

«Credo che nessuno conosca questo posto, teniamolo segreto per il momento» decise Daniel, sentendo la magia riempire l'aria mentre pareva dissolversi nella luce.

«Vieni a vedere» lui le si avvicinò e osservò attentamente il ritratto che teneva in mano.

«È questa la donna che vedo nelle mie visioni.»

Era il disegno di una giovane donna, il fine tratto a carbone su una particolare carta telata argentata evidenziava i dolci lineamenti del suo volto. L'aspetto però appariva sofferente, stremato, come se avesse combattuto ininterrottamente e il grintoso folgorìo nei suoi occhi fosse la dimostrazione che lei non si sarebbe arresa per nessuna ragione al mondo: la sua postura fiera era pronta per volare contro il nemico.

Il perfetto ritratto di una donna dal grande vissuto che nessuno era riuscito mai a piegare al proprio volere.

Portava lunghi capelli al vento raffigurati con sfumature chiaroscurali perfette che donavano realismo all'intera figura angelica.

«Abigail Marisol Light» lesse il suo nome «Ellen, ti assomiglia! »

«Non è vero, lei è bellissima...»

«E tu sei stupenda» disse dolcemente Daniel portandosi la sua mano vicino alle labbra.

Ellen sentì il respiro caldo di lui sulla pelle e le provocò suadenti brividi lungo tutta la schiena.

Quando la bocca di Daniel sfiorò la mano di lei una scarica di elettricità si diradò nei loro corpi: così vicini e al tempo stesso così distanti dal resto del mondo che i loro cuori, all'unisono, avrebbero potuto fondersi ad unum.

Daniel si avvicinò ancora. Ma il fuoco incombette ad una fitta e gelida tenebra. Quelle tenebre la trasportarono con la mente in un altro luogo.

Ellen si ritrovò in uno spazio completamente buio. Un vento forte e gelido annunciava l'arrivo di una tempesta e, in lontananza, il cielo era squarciato dai lampi.

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