14 † La favola della buonanotte †

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«Splendore del Sole» Benjamin assaporò le parole con cui l'Invisibilia Deam aveva chiamato Ellen e lei sentì un brivido scorrerle lungo tutta la schiena.

Nel piccolo libro veniva descritta come Figlia Legittima della Luce, una forza splendente capace di annientare tutte le tenebre. Ellen Marien Light.

Ma Ellen non si era mai sentita così, destinata ad un fine ultimo. Nella sua vita non si era mai ritenuta speciale, solo una semplice ragazza dalla noiosa e tormentata esistenza uguale a qualsiasi altra adolescente. Adesso, invece, stava scoprendo che la sua nascita era stata un segno premonitore nella storia dei Guardiani della Luce, un simbolo di attesa speranza e buon augurio per le future vite dell'intero popolo.

Ellen era determinata a diventare ciò che doveva essere e si sarebbe impegnata per tenere fede a quella fiducia che veniva riposta in lei ancor prima della sua nascita.

Nel piccolo libro erano apparse anche pagine che descrivevano il funzionamento del portale, Ellen non lo disse a nessuno ma aveva intenzione di tornare nel suo mondo, almeno una volta, per riuscire a portare in quella sua nuova vita l'uomo che, fino a quel momento, aveva considerato suo padre.

Ed Oliver... doveva dire addio a Oliver... doveva farlo. Non poteva costringerlo a scegliere tra lei e la sua famiglia, non glielo avrebbe mai chiesto, non era giusto strapparlo al suo mondo d'origine come era successo a lei.

Aveva smesso di ascoltare i discorsi delle persone che aveva intorno e non si accorse quando Harvey la chiamò. Aveva pronunciato il suo nome diverse volte ma la mente di Ellen era da un'altra parte ad organizzare il suo breve ritorno a casa, nel mondo dove era cresciuta.

Audrey, nel frattempo, uscì dalla cucina avvertendo che la cena sarebbe stata pronta a breve ed Ellen, profittando del momento, la seguì insistendo di volerla aiutare per sottrarsi alle sicure domande indagatorie di suo fratello mentre lui e Daniel rimasero in salotto con Benjamin a discutere sull'apparizione dell'Invisibilia Deam.

Dopo cena Ellen si ritirò nella sua stanza per concedersi un intimo istante solo per lei. Rimase immobile sotto il flusso d'acqua fino a quando non divenne fredda. Si tamponò i capelli bagnati che ricaddero sulle spalle in perfetti riccioli. Poi sprofondò in mezzo ai cuscini del grande divano rosso che si intonava perfettamente al colore vivo delle lenzuola del suo letto ad Haverock. Era come se la luce rossa la seguisse in ogni suo spostamento, ornando un qualsiasi dettaglio per donarle la sensazione di casa.

Si sentiva esausta, spossata da quella giornata piena di verità ma la stoffa liscia a contatto con la sua pelle calda le diede conforto. Chiuse gli occhi assaporando quella beata solitudine. In mezzo a quel momento esisteva solo lei.

Era al più alto grado del suo nirvana, quando Daniel bussò alla porta. Rimase a fissarla con lo stupore sul volto mentre il suo istinto prese il controllo della ragione. Si avvicinò in silenzio ad Ellen senza staccare gli occhi dai suoi che erano diventati profondi e pieni di passione.

Accarezzò delicatamente il suo braccio scoperto provocando strani brividi in tutto il corpo di Ellen. I loro corti respiri erano l'unico suono che riempiva la stanza.

«Sono così felice» sussurrò Daniel vicino al suo orecchio scatenando di nuovo una più potente scarica elettrica diretta ai loro cuori.

Ellen fu attratta dalla dolcezza che aveva racchiuso in quelle tre parole piene di serenità e sentimento. Chiuse gli occhi, avvicinandosi ancora di più, assaporando il contatto con lui. Daniel respirava l'intenso ed inebriante profumo della sua pelle mentre il suo cuore fremeva al baciar di quelle carnose labbra che adesso riusciva a sfiorare.

«Elleeenn» entrò nella stanza Harvey, chiamandola allegramente senza bussare alla porta e facendo sobbalzare entrambi, con Ellen che arrossì tremendamente.

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