«Daniel...» lo chiamò.
«Daniel!» provò a scuoterlo ma lui rimase immoto, il vuoto negli occhi. Sembrava che non riuscisse a vederla ne sentirla, sintonizzato su chissà quale universo.
«Daniel» continuò a chiamarlo invano, la mano appoggiata sul suo cuore senza pulsazioni.
Poi il suo sguardo la degnò di attenzione, l'espressione carica di odio, disprezzo. «Torna dal tuo schifoso amante!» disse in ripugnante tono poi scomparve in una tempesta di orrore, senza voltarsi mai indietro.
Ellen non capiva il motivo di quella reazione, il loro rapporto era stato messo a dura prova ma si erano sempre rifugiati nel loro amore. Corse per raggiungerlo cercandolo nei labirinti di quel bosco oscuro.
Il mio Daniel non mi lascerebbe mai qui da sola... risolveremo tutto continuò a ripetersi.
Si sentì piccola in un mondo troppo grande per lei, perché un mondo senza Daniel, non poteva esistere. Il suo terrore, che l'aveva accompagnata dal suo arrivo ad Haverock, era di svegliarsi nella sua vecchia camera realizzando che tutto ciò che aveva vissuto fosse solo parte di un bellissimo sogno.
In quel pandemonio di turbamenti, colse rumori di passi avvicinarsi a lei. «Io...» iniziò a dire con la speranza di vedere Daniel ma non era lui.
«Ti stavo cercando» le disse Oliver.
«Cosa è successo?» gli domandò inorridita «dov'è Daniel?» Poi il buio la avvolse.
Riaprì gli occhi in un soffice ma estraneo letto.
«Va tutto bene» le sussurrò Oliver «sei svenuta ma sei al sicuro.»
«Daniel...» lo chiamò sperando di invocarlo.
«Che è successo?»
«L'ho perduto...» disse con lo sguardo fisso.
«Tornerà prima di quanto immagini. Ma perché sei venuta qui?»
«Non ricordo niente... solo il suo sguardo assente» Ellen era sconvolta.
«Era solo un brutto sogno, sei sempre stata sonnambula» la rassicurò Oliver. «Comunque sono felice di vederti, mi assale l'ansia quando sei troppo lontana.»
«Mi sento completa quando sono con te!» Ellen capiva perché il suo subconscio l'aveva condotta da lui.
«Tu riesci a sopprimere il mostro che è in me.»
«Non sei un mostro, Oliver.»
Continuarono a parlare per tutta la notte e, quando Ellen tornò a casa, il suo umore era migliorato. L'alba aveva portato via i suoi pensieri negativi sostituendoli con la nascita di un nuovo giorno e con la speranza nel ritorno di Daniel.
Era il giorno del rito Unum Corpus Duae Animae.
Ellen scese in salotto dove Alyssa la stava aspettando per vestirsi. Lei era già pronta nel suo elegante abito lungo giallo che risaltava sulla sua pelle. Le spalline in tulle ricadevano sulle sue forti spalle, il corpetto stretto si apriva in un'ampia gonna fino a terra. Volteggiò su se stessa. «Come ti sembra?» le chiese Alyssa finendo di indossare scintillanti orecchini con quarzi.
«Sei perfetta» le sorrise facendola impazzire di gioia.
«Provati il tuo» le disse indicando il vestito rosso adagiato sul divano «Wooow!»
Il vestito di Ellen era della stessa tonalità del rubino della sua spada, suo simbolo distintivo. Il corpetto con taglio a cuore seguiva le sue linee e la gonna lunga con strascico la rendevano una soffice nuvola di tulle impreziosito da file di rubini. Si sentiva una principessa delle favole, bellissima.
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Haverock
FantasyLui era Luna ed Ellen era Sole... Nella radura della Versiliana, la scultura N'Uovo di Prasto si illumina. Sotto il tocco di Ellen si risvegliano ignote energie che si scontrano, temporalità diverse si incrociano e il portale si apre su di un altro...