33 † L'eternità di una maledizione †

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L'Arcanorum visitò attentamente Daniel, la ferita era guarita completamente ed Ezekiel era molto ottimista.

«Daniel si risveglierà presto grazie alla tua presenza, sei la sua unica medicina contro ogni male... Tutto inizia e finisce, solo l'amore dura in eterno.» E nella sua silenziosa, solenne gravità, la lasciò sola.

«Omnia incipit et finitur, solus amor in aeternum manet» sussurrò Ellen ripetendo quelle parole come se arrivassero direttamente dalla loro primordiale vita.

Ellen si appisolò accanto a Daniel dopo avergli sistemato le coperte ma Edgar e le sue parole non le davano tregua, continuava a risentirle in quel tono ripugnante, discriminatorio, rifinite con quel sorriso perfido e maligno, mentre dentro Ellen nasceva il bisogno di renderlo fiero di lei, orgoglioso. Nel sonno vide se stessa nel buio accanto a suo padre ed Oliver, le loro anime nell'ombra in un luogo tenebroso, privo di calore accompagnato da sinistre e manipolatrici risate. Poi la scena cambiò, adesso si trovava da sola nel buio, in attesa del suo compagno con il corpo avvolto nel freddo raso della notte. I baci di Oliver e le sue carezze carnali, rudi, estranee al loro rapporto ma intriganti, li conduceva ad una connessione

ancora più profonda, a lei sconosciuta ma che si trovava a desiderare ardentemente.

Si svegliò accaldata, vergognandosi di provare ancora certe attrazioni per Oliver tuttavia, ora, anche se cosciente, il suo subconscio continuava a mostrarle quelle immagini proibite. Senza pensare saziò il suo febbrile bisogno e andò da Oliver.

«Oliver!» lo chiamò, una volta entrata nella stanza.

«Che succede?» le domandò subito allarmato mentre Ellen gli si buttava tra le braccia trascinandolo sul letto, cogliendolo di sorpresa. Ellen si fermò a guardarlo dritto negli occhi congelando quell'intimo momento nel buio in agguato a oscurare l'alba.

«Elly...» disse Oliver, assaporando ogni lettera del suo nome «pensavo che la nostra situazione fosse chiarita...» sussurrò sistemandole una ciocca di capelli dietro l'orecchio.

«Shh... sta zitto!» lo ammonì continuando a divorarlo con lo sguardo mentre lui si dimenava sotto di lei.

«Ollyyy!» era Seba che lo chiamava per un'altra sessione di allenamento.

«Devo andare!» disse Oliver sottraendosi da quella strana e complicata situazione mentre Ellen si risvegliava senza ricordarsi cosa fosse successo. Andò a cercare Harvey sperando di distrarsi con un po' di allenamento.

Harvey era in armeria a pulire i suoi lucenti Sai, per Ellen fu facile convincerlo ad uscire, entrambi bisognosi di una boccata d'aria fresca. Dopo infinite giravolte, colpi, schivate, attacchi e fendenti si fermarono sotto una grande quercia anche se nessuno di loro due aveva più bisogno di riprendere fiato.

«Non ne abbiamo ancora parlato da quando siamo tornati...»

«Non so cosa provare a riguardo» gli rivelò Ellen.

«Ho un ricordo vago e non riesco a elaborare niente.»

«Già...» concordò «ma tu sei stato strabiliante, hai sbloccato il tuo Angelorum» si congratulò mentre Harvey si pavoneggiava nella luce blu delle sue ali.

«Spero che Daniel si svegli presto» le disse facendosi serio «dobbiamo trovare un modo per eliminare definitivamente quel bastardo di Edgar!»

«Mi sembra di sentirlo parlare» sottolineò Ellen.

Harvey rimase in silenzio, entrambi circondati dai propri pensieri. Ellen a forza di rimuginare si sentiva esausta, debole, consumata e il blackout di poco prima la rendeva ancora più inquieta e nervosa, non si dava pace.

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